Il leader romano di Forza Nuova non potrebbe partecipare a manifestazioni poiché è sottoposto a Daspo e a sorveglianza speciale eppure era sul palco di Roma dei no green pass. Tra loro c’erano anche i ristoratori del movimento IoApro e tanti uomini e donne di diversa estrazione sociale e di diverso colore politico ma la “regia” della piazza è da tempo in mano all’estremismo di destra, da Forza Nuova a Casapound: militanti i cui proclami rimandano all’ideologia fascista e che da mesi raccolgono la rabbia contro le scelte del governo circa il piano vaccinale e l’obbligo di green pass.
In prima fila il leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino. “Siamo 100 mila. Oggi fermiamo il certificato verde – ha detto Castellino prendendo la parola. Ma chi è davvero Giuliano Castellino?
Attivista di Forza Nuova già finito in carcere nel 2019 e condannato in primo grado per l’aggressione a due giornalisti, Giuliano Castellino sei anni fa venne fermato per droga, ma poi il giudice stabilì che la cocaina trovata nel suo motorino fosse per uso personale. Non potrebbe partecipare a manifestazioni poiché è sottoposto a sorveglianza speciale dopo essersi reso protagonista nel mese di ottobre 2020 della “reiterata violazione delle norme anti-Covid nonché di condotte di pubblica istigazione alla contravvenzione delle stesse”, eppure è nelle piazze. Il 13 settembre era stato anche colpito da Daspo, un provvedimento che per 5 anni lo “dovrebbe” tenere anche lontano dallo stadio dove è solito seguire le partite della Roma. E dove si entra solo col green pass. Per entrare ha dovuto presentare al varco un test del tampone negativo, ha fatto sapere lui: “Ho fatto il tampone. Quello si può fare, secondo le nostre regole. Sono entrato con il foglio che certifica il risultato negativo”.
Secondo il tribunale di Roma Castellino è “un soggetto pericoloso in relazione ai reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica” poiché “organizza forme di protesta destinate a sfociare in scontri con le Forze dell’Ordine“.
Il ruolo di leader del movimento romano di Forza Nuova non viene considerato dal Tribunale una circostanza scriminante, come evidentemente riteneva la difesa, piuttosto viene giudicata “un elemento di maggior pericolo”.
Il Tribunale che aveva applicato per lui la misura delle sorveglianza speciale aveva specificato che in caso di violazione delle prescrizioni sarebbe stata applicata la reclusione da uno a cinque anni consentendo l’arresto anche fuori flagranza.