Green pass obbligatorio da oggi per lavorare anche in smart working

Green pass obbligatorio da oggi per lavorare anche in smart working

A un mese dal varo dell’apposito decreto del governo Draghi da oggi 15 ottobre entra in vigore l’obbligo del Green pass vaccinale per lavorare. La misura sarà in vigore fino al 31 dicembre 2021.

L’obbligo arriva quando i vaccinati sono arrivati a quota 46.000.000 sui 54 milioni di italiani che hanno più di 12 anni e quindi si può tranquillamente dire che la grande maggioranza dei cittadini già dispongono del documento sul proprio telefonino oppure in forma cartacea.

Per chi scatta l’obbligo

Ormai da tempo è obbligatorio per entrare a scuola, in un museo oppure per sedersi al chiuso ad un tavolo di ristorante o per svolgere attività in una palestra. Da oggi sarà necessario per accedere ai luoghi di lavoro. Dovranno esibirlo, su richiesta, 14,6 milioni di dipendenti privati, 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 4,9 milioni di lavoratori autonomi. Quindi una platea di 23 milioni di persone. Dovrà averlo chiunque svolga una qualche attività, anche i volontari oppure le colf e le badanti. 

Obbligo anche per chi è in smart working

Il Green pass è necessario anche per i lavoratori che effettuano smart working. Se non viene presentato il datore di lavoro può sospendere il dipendente che lavora da remoto. La scelta di lavorare da remoto non può essere un modo per eludere l’obbligo del green pass: il lavoratore non può chiedere lo smart working per aggirare la necessità di esibire la certificazione verde, nè tantomeno il datore di lavoro può decidere di far lavorare da remoto chi non abbia il green pass.

Questo perchè chi dovrebbe lavorare nella sede aziendale e dice di non avere la certificazione non può accordare con l’azienda il lavoro da remoto, ma deve rimanere a casa come assente ingiustificato: lo smart working può essere deciso in base all’organizzazione del lavoro all’interno dell’azienda e non in base al possesso o meno di una componente considerata indispensabile.

Se quindi, l’azienda ha bisogno che il lavoratore che non possiede il green pass lavori in sede, il dipendente non potrà avere accesso allo smart working e verrà considerato assente ingiustificato.

Come si ottiene il Certificato

Il Green pass è disponibile anche per chi ha solo una dose di vaccino dal 12° giorno dopo l’iniezione e avrà validità a partire dal 15° giorno. Il Certificato è valido per 12 mesi. Per i guariti da Covid il Pass viene generato entro il giorno seguente l’avvenuta guarigione e avrà validità per 180 giorni (6 mesi). Ottenerlo è facilissimo anche via telefonino con le App “Io” e “Immuni”.

Chi paga l’eventuale tampone

Il Green pass può essere generato anche facendo un tampone. Nel caso di un lavoratore non vaccinato che voglia sottoporsi al “molecolare” (che ha validità di 72 ore) o a quello “antigenico” (48 ore di validità) chi deve pagarlo? La spesa è a carico del lavoratore a meno che singole aziende non si offrano di pagarlo. I prezzi sono stati calmierati. E’ possibile farlo in farmacia.

Chi è esente

Può invece non averlo chi è esentato dalla campagna vaccinale sulla base di una certificazione medica valida. Attenzione, non basta una generica certificazione medica occorre un documento specifico che viene rilasciato alle persone che hanno seri problemi di salute che sconsigliano l’inoculazione del vaccino. Alle persone cosiddette “fragili” il tampone viene pagato dalle Asl.

Chi non ce l’ha

Il lavoratore che non è in possesso del Green pass non può lavorare. Il rapporto di lavoro viene sospeso e non è dovuta la retribuzione. Non sono previste conseguenze disciplinari né il licenziamento: il lavoratore stesso, su richiesta, deve informare il datore di lavoro di non essere in possesso del Certificato. Per questi casi è comunque in arrivo un apposito QR che dovrebbe essere disponibile quanto prima.

Documento falso

Se invece il lavoratore presenta un Green pass falso scatta una multa ai 600 ai 1.500 euro.

Chi deve controllare

Il decreto affida i controlli ai datori di lavoro che in caso di omissione rischiano una multa dai 400 ai mille euro. La verifica può avvenire tramite l’app VerificaC19 fornita alle aziende e alle amministrazioni pubbliche dal ministero della Salute. I controlli potranno essere a tappeto oppure riguardare ogni giorno almeno il 20% del personale.

Chi è senza pass è sostituibile?

Dipende dalle dimensioni dell’azienda. In quelle superiori a 15 dipendenti non lo è. Si può invece sostituire in quelle con meno di 15 dipendenti per un periodo di 10 giorni prorogabili di ulteriori 10.

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