L’ agente immobiliare di Milano, dettagli raccapriccianti

L’ agente immobiliare di Milano, dettagli raccapriccianti

Confalonieri si presenta come agente immobiliare con ufficio in via Montenapoleone, incontra la vittima all’asilo nido frequentato dai rispettivi figli, la trentottenne gli palesa l’intenzione di voler acquistare un box e gli chiede consigli su eventuali agevolazioni fiscali. Lei lo informa di essere in compagnia del marito, notizia che non lo tocca minimamente, anzi sembra “contento”.

Chiede che i due passino a prenderlo in macchina sotto casa; prima di salire, come ricostruito dalla vittima con i carabinieri, l’uomo lascia nel bagagliaio due borse, una di colore nero da lavoro, tipo porta-computer, che appariva rigonfia e un’altra di stoffa bucata, piena di abiti usati, che diceva essere destinati a una parente. Confalonieri è sudato, ha un eloquio strano, come fosse ubriaco.

I tre decidono di andare a prendere un aperitivo al bar, Confalonieri sparisce per un quarto d’ora dicendo di dover andare in bagno, poi rientra di corsa dopo aver preso dal bancone tre Spritz;  il titolare del bar lo rincorre e si riprende i cocktail dicendo che non aveva ancora finito, per poi tornare coi bicchieri pieni.

La coppia a quel punto si stranisce, ma non fanno in tempo a dir nulla che aveva già fatto effetto ciò che avessero bevuto. Da quel momento i due non ricordano più nulla, si ritrovano a casa: lui steso sul letto incosciente, lei con vestiti addosso neanche suoi, per fortuna le telecamere installate sul balcone dell’appartamento hanno ripreso gli abusi.

In un momento di lucidità l’uomo vittima di Confalonieri riesce a prendere coscienza e chiama i parenti.

Omar Confalonieri è stato arrestato per la seconda volta, stesso epilogo nel marzo 2008 (e poi condannato nel 2009 dal Tribunale di Monza) con l’accusa di aver violentato una collega di 18 anni dopo averla resa incosciente anche in quel caso con potenti sonniferi. Stando a quanto ricostruito dalla procura, dopo aver scontato la pena e aver seguito un percorso rieducativo, l’uomo è stato “riabilitato” con decisione del Tribunale di Milano arrivata nel 2013 e ha ripreso la sua attività.

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