SALERNO (ITALPRESS) – Salernitana e Frosinone si accontentano di un punto a testa: finisce 1-1 il match delle ore 18.30, in gol Simone Romagnoli e Jovane Cabral. I campani tornano a fare punti dopo due ko consecutivi, prosegue invece la striscia positiva dei ciociari in Serie A dopo il successo in rimonta sul Sassuolo. Nel prossimo turno ci sarà la sfida contro la Fiorentina mentre i granata affronteranno la trasferta di Empoli.
Ritmo, occasioni da gol e tanto nervosismo: la gara dell’Arechi ha vissuto momenti differenti, a partire dalla traversa colpita da Cabral al 9′ di gioco. Il primo sussulto ha svegliato la squadra di Di Francesco – in campo col solito 4-3-3, con Cheddira prima punta – e i ciociari hanno trovato immediatamente il gol all’11’ con Romagnoli, su colpo di testa arrivato sugli sviluppi di un calcio d’angolo. I padroni di casa – orfani di Boulaye Dia, presente oggi allo stadio – hanno rischiato di affondare quando al 17′ Caso ha raddoppiato con un’azione personale, ma la rete non è stata convalidata a causa di una posizione irregolare. La squadra di Sousa si è vista soltanto grazie al mancino di Candreva da posizione praticamente impossibile, il Frosinone invece ha avuto un unico demerito, quello di non trovare la rete del 2-0. Presupposti che hanno ribaltato l’inerzia del match già nella ripresa quando al 7′ Cabral, su assist del solito Candreva, ha trovato il varco giusto per il pareggio: una rete che ha allontanato i fantasmi del 3-0 contro il Torino e che ha dato modo al numero 87 della Salernitana di iniziare a fare il bello e il cattivo tempo. Ad alzare la barricata ci ha pensato Turati con un intervento strepitoso al 15′ su Maggiore: il portiere dei giallazzurri è riuscito a deviare in angolo la conclusione dal limite dell’ex Spezia. La Salernitana nel finale ha provato a vincerla, il Frosinone invece ha retto strappando un punto prezioso: ritorno in Serie A da favola per i ciociari, ora a quota 8 punti dopo 5 giornate.
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Anno: 2023
Mattarella “La morte di Napolitano mi addolora profondamente”
ROMA (ITALPRESS) – “Nella vita di Giorgio Napolitano si specchia larga parte della storia della seconda metà del Novecento, con i suoi drammi, la sua complessità, i suoi traguardi, le sue speranze”. Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Dalla frequentazione, negli anni giovanili, dello stimolante ambiente culturale napoletano, all’adesione alla causa antifascista e del movimento comunista, all’impegno per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle classi sociali subalterne, sino poi alla convinta opera europeistica e di rafforzamento dei valori delle democrazie, il presidente Napolitano ha interpretato significative battaglie per lo sviluppo sociale, la pace e il progresso dell’Italia e dell’Europa – prosegue -. Membro del Parlamento Europeo, e Presidente della sua Commissione Affari costituzionali, promosse il rafforzamento delle istituzioni comunitarie per un’Europa sempre più autorevole e unita”.
“Eletto alle più alte magistrature dello Stato, Presidente della Camera dei Deputati, Senatore a vita, Presidente della Repubblica per due mandati, ha interpretato con fedeltà alla Costituzione e acuta intelligenza il ruolo di garante dei valori della nostra comunità, con sentita attenzione alle istanze di rinnovamento presenti nella società – conclude il capo dello Stato -. Votato alla causa dei lavoratori, inesauribile fu la sua azione per combattere la spirale delle morti sul lavoro. La sua morte mi addolora profondamente e, mentre esprimo alla sua memoria i sentimenti più intensi di gratitudine della Repubblica, rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione”.
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E’ morto Napolitano, primo presidente della Repubblica con due mandati
ROMA (ITALPRESS) – Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è morto presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo, a Roma. Aveva compiuto 98 anni lo scorso 29 giugno. E’ stato l’undicesimo presidente della Repubblica italiana, dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015 ed è stato anche il primo capo dello Stato nella storia repubblicana a essere eletto per un secondo mandato nel 2013. Sposato con Clio Bittoni, lascia due figli: Giovanni e Giulio. Giorgio Napolitano è nato a Napoli il 29 giugno 1925 da Giovanni, avvocato, poeta e saggista e Carolina Bobbio, figlia di nobili napoletani di origine piemontese. Nel 1945 aderisce al Partito Comunista Italiano, di cui è segretario federale a Napoli e Caserta. Nel 1947 si laurea in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli (successivamente ha ricevuto sette lauree honoris causa), nel 1953 viene eletto deputato ed entra in Parlamento per la prima volta. Tra il 1960 e il 1962 è responsabile della sezione lavoro di massa.
Successivamente, dal 1963 al 1966 è segretario della federazione comunista di Napoli. Nel confronto interno seguito alla morte di Palmiro Togliatti nel 1964, Napolitano è uno degli esponenti moderati di maggior peso, parte della corrente del partito più attenta al partito socialista italiano. Negli anni ’70 tenendo conferenze negli istituti di politica internazionale nel Regno Unito, in Germania e nelle università statunitensi: nel 1978 fu il primo dirigente del partito comunista italiano a ricevere un visto per tenere convegni negli USA. Alla morte di Enrico Berlinguer, Napolitano è tra i possibili successori alla segreteria, ma gli viene preferito Alessandro Natta. Viene eletto all’Europarlamento e dal 1992 al 1994 (la XI legislatura passata alla storia per “Tangentopoli”) ricopre il ruolo di presidente della Camera. Nel 1996, il premier Romano Prodi lo nomina ministro dell’Interno e con Livia Turco darà corpo alla legge che istituisce per la prima volta i centri di permanenza temporanea degli immigrati clandestini. Da maggio 1996 a ottobre 1998 è ministro per il coordinamento della protezione civile. Dopo la caduta dell’esecutivo guidato da Prodi, è nuovamente europarlamentare dal 1999 al 2004 tra le file dei Democratici di sinistra. Ricopre la carica di presidente della Commissione Affari Costituzionali. Il 23 settembre 2005 il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi lo nomina senatore a vita.
Il 10 maggio 2006, alla quarta votazione, è eletto undicesimo presidente della Repubblica italiana con 543 voti su 990 votanti dei 1009 aventi diritto. E’ il primo capo dello Stato proveniente dal PCI e il terzo napoletano dopo De Nicola e Leone. Sette anni dopo, il 20 aprile 2013, a causa di uno stallo seguito alle elezioni politiche, è diventato il primo inquilino del Quirinale a essere rieletto alla presidenza seppur per soli due anni e non per un altro settennato pieno. Il 14 gennaio 2015, infatti, ha rassegnato le proprie dimissioni preannunciate nel messaggio di fine anno e dovute alle difficoltà legate all’età. In quanto presidente emerito della Repubblica ha acquisito di diritto la carica di senatore a vita.
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Meloni “L’Italia non può perdere neanche un euro dei fondi Ue”
GENOVA (ITALPRESS) – “Vogliamo rappresentare una nazione responsabile, capace e in grado, soprattutto nei momenti di difficoltà, di non disperdere le risorse ma di raccontare al mondo che è la prima e la più brava a spendere quelle risorse”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni prima di firmare l’intesa con la Regione Liguria sull’utilizzo di 265 milioni di euro di fondi Fsc. “E’ solo il primo esempio di una nuova stagione della capacità che avrà l’Italia di spendere i fondi europei”, ha aggiunto Meloni.
“L’obiettivo è non perdere neanche un euro” di fondi europei “perchè l’Italia non se lo può permettere”, ha sottolineato Meloni. “Cerchiamo di far sì che l’Italia, che è stata troppo spesso fanalino di coda nella spesa dei fondi europei, sia una nazione virtuosa che possa fare da esempio per le altre – ha aggiunto la presidente del Consiglio -. Questo richiede una strategia che oggi identifichiamo in questo lavoro con le singole Regioni e richiede il coraggio di dire che quando le risorse sono state messe su dei piani e non sono state spese nei tempi in cui dovevano essere spese devono essere definanziate per trasferire le risorse su altro e consente poteri sostitutivi da parte del governo nazionale quando le risorse non dovessero essere spese adeguatamente”.
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Il Papa a Marsiglia “Soccorrere chi è in mare è un dovere di civiltà”
MARSIGLIA (FRANCIA) (ITALPRESS) – “Non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza. Le persone che rischiano di annegare devono essere soccorse. E’ un dovere di umanità e di civiltà”. Lo ha detto Papa Francesco, nel suo intervento a Marsiglia al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti morti in mare.
“Non facciamo naufragare la speranza, costruiamo insieme un mosaico di pace”, ha aggiunto il Pontefice, per il quale “impedire i salvataggi è un gesto di odio travestito da equilibrio”.
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Bei, 270 mln ad Acquedotto Pugliese per migliorare il servizio idrico
ROMA (ITALPRESS) – Migliorare i servizi idrici e di depurazione per fornire un servizio più efficiente e resiliente a oltre 4 milioni di cittadini in Puglia e Campania. Questi sono i principali obiettivi del finanziamento verde (Green Loan) da 270 milioni di euro concesso dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) ad Acquedotto Pugliese S.p.A. (AQP). Nel dettaglio, le risorse della BEI sosterranno il programma di investimenti idrici e fognari per il periodo 2023-2027 di AQP che, oltre al finanziamento della Banca dell’Unione europea, riceverà ulteriori fondi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Grazie alle risorse della BEI e del PNRR, AQP prevede di realizzare circa 100 interventi di piccole e medie dimensioni al fine di migliorare ulteriormente la preservazione e l’utilizzo efficiente delle risorse idriche, ridurre le perdite d’acqua della rete e garantire il rispetto delle normative ambientali nazionali ed europee.
Gli investimenti contribuiranno a migliorare l’approvvigionamento idrico, la raccolta delle acque reflue, l’ammodernamento dei depuratori esistenti e la costruzione di nuove reti fognarie. Inoltre, sono previsti interventi volti a migliorare la digitalizzazione di AQP tramite l’installazione di contatori intelligenti e la resilienza dei sistemi di approvvigionamento contro futuri eventi metereologici estremi come la siccità.
Il finanziamento ad AQP rappresenta uno dei primi Prestiti Verdi (Green Loans in inglese) della BEI nel settore idrico in Italia ed il primo per un operatore del Mezzogiorno. Tali azioni supportano interventi prioritari dedicati esclusivamente alla sostenibilità, all’azione climatica e alla cura dell’ambiente.
“Con questa operazione la BEI, la Banca del clima dell’UE, si conferma come uno dei maggiori finanziatori del settore idrico italiano, che nel solo 2023 ha sostenuto con oltre 1,3 miliardi di euro”, ha commentato Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente BEI.
“Grazie alle risorse della BEI e del PNRR, AQP ridurrà le perdite e migliorerà la qualità dell’acqua e del servizio idrico nei 260 comuni serviti in Puglia e Campania”, ha aggiunto.
“Il finanziamento verde della BEI – ha spiegato Domenico Laforgia, Presidente AQP – darà supporto al Piano Strategico di Acquedotto Pugliese. L’investimento complessivo previsto fino al 2026 è di 2 miliardi di euro e nel solo 2022 abbiamo messo in campo oltre 312 milioni. Gli obiettivi sono ambiziosi, a completamento del Piano contiamo di recuperare 44 milioni di metri cubi di perdite idriche e di gestire in house 130mila tonnellate di fanghi di depurazione. Inoltre, AQP punta ad autoprodurre 91 GWh di energia da fonti rinnovabili. I benefici saranno tangibili, tanto per il miglioramento dei servizi quanto per il positivo impatto economico, sociale e ambientale”.
La BEI, in quanto banca del clima dell’Unione Europea, è uno dei maggiori finanziatori del settore idrico a livello mondiale, con più di 1.600 progetti e circa 80 miliardi di euro di finanziamenti erogati dal 1958 ad oggi. Fra il 2016 e il 2022, l’Italia è stato il maggior beneficiario delle risorse BEI dedicate al settore idrico. Durante questo arco temporale, la BEI ha finanziato 40 operazioni per un totale di 2,9 miliardi di euro nel Paese, contribuendo ad attivare investimenti per circa 8,9 miliardi. Il prestito ad AQP, il terzo ricevuto dalla BEI, si aggiunge a quelli recentemente firmati nel 2023 con Gruppo Iren (Liguria), CIIP (Marche), Acque Spa (Toscana), ACEA (Lazio), Gruppo HERA (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto) e Como Acqua (Lombardia).
– foto ufficio stampa AQP-BEI –
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Covid, nell’ultima settimana casi ancora in aumento
ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana dal 14 al 20 settembre sono stati 36.102 i nuovi casi di Covid-19, con un aumento del 17,3% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 30.778. Lo rende noto il ministero della Salute.
I morti sono stati 117, con una variazione di +18,2% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 99.
I tamponi sono stati 232.664, il 12,5% in più rispetto alla settimana precedente (206.748). Il tasso di positività è in rialzo dello 0,6% e arriva al 15,5%.
“Come ben evidenziato stamane dalla Cabina di Regia che si occupa del monitoraggio COVID-19, i dati della settimana vanno nella direzione di un rallentamento dell’incidenza dei nuovi casi e, cosa che interessa di più, resta molto limitato l’impatto sugli ospedali”, spiega il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
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Un libro sulla “Comunicazione professionale”, la presentazione a Torino
TORINO (ITALPRESS) – SAA – School of Management ha ospitato a Torino, nella sua sede in via Ventimiglia 115, la presentazione del libro “La comunicazione professionale – in cammino verso identità ed autonomia” a cura di OCIPc, edito da Luiss University Press.
Ha portato il saluto per conto di Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione, il suo portavoce e capo ufficio stampa, Alessandro Galavotti, sottolineando che “in una società sempre più interconnessa, la comunicazione è un elemento chiave per il buon funzionamento di qualunque organizzazione, pubblica o privata che sia. Una attività che occupa un ruolo fondamentale e imprescindibile anche per l’efficacia e l’efficienza delle pubbliche amministrazioni e di tutte le istituzioni al servizio della collettività. Ritengo dunque estremamente importante l’iniziativa dell’Osservatorio per la comunicazione d’impresa: sono certo che il volume saprà offrire nuovi spunti sul tema e aprire nuove riflessioni sull’opportunità di rilanciare la comunicazione pubblica”.
Ha introdotto il dibattito sul volume Raoul Romoli Venturi, presidente di OCIP, che ha evidenziato quanto “il comunicatore professionale, nell’ambito delle organizzazioni complesse, sia pubbliche che private, abbia un profilo sempre più manageriale e più strategico e che se nei consigli di amministrazione o negli organi decisori di tali organizzazioni, qualunque ne sia la natura, fino ad oggi, accanto ai vertici gestionali, sedevano avvocati e dottori commercialisti, per curare rispettivamente gli aspetti civilistici e fiscali delle riunioni, in futuro non dovrebbe mancare un esperto di comunicazione che in quelle autorevoli sedi dovrebbe portare il suo contributo professionale alla protezione di un patrimonio fondamentale come la loro reputazione, cardine della loro credibilità”.
Filippo Nani, presidente Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) ha posto in evidenza quanto il testo sia “un’utilissima mappatura sulla comunicazione d’impresa e sui comunicatori stessi. Offre una panoramica precisa e aggiornata del cammino fatto dalla professione, degli strumenti da conoscere e maneggiare per chi oggi si trova a dover comunicare in un mondo iperconnesso e complesso come quello che stiamo vivendo. Stimola anche importanti riflessioni sul nostro ruolo e sulla responsabilità a cui ciascuno di noi è chiamato nell’esercitarlo con eticità e professionalità sempre maggiore, ma è anche e soprattutto un testo utile a chi si avvicina alla professione e ne vuole fare il proprio futuro. Confrontarsi su questi temi e sui cambiamenti in atto nella professione è sempre una grande opportunità”.
Cecilia Casalegno, Professore Associato del Dipartimento di Management di UNITO e responsabile del laboratorio di OCIP che ha coordinato la stesura del volume, ha sottolineato come “il testo su cui abbiamo lavorato alacremente per mesi va, dal mio punto di vista, a colmare un gap che i libri universitari, per loro natura, non riescono a riempire. Attraverso i contenuti del manuale, infatti, è analizzata la comunicazione professionale in tutte le sue forme, senza soffermarsi solo su una o poche di esse. Ad esempio, nell’ambito della comunicazione di impresa si dà qui al lettore una chiara visione di come, pur nelle loro diversità di obiettivi, le forme di comunicazione possano essere integrate tra di loro e come sia doverosa una collaborazione tra gli stessi operatori. A questo punto dobbiamo, come gruppo di ricerca, affrontare la parte più difficile: lavorare per dissipare il velo di confusione che ancora oggi è presente non solo nell’ambito della professione, ma anche in accademia, quando si ragiona di comunicazione professionale”.
Davide Caregnato, Direttore di SAA – School of Management conferma che “SAA ha raccolto la sfida di UNI con la sua definizione del profilo del comunicatore professionale e la relativa norma nel quadro delle attività professionali non regolamentate e punta ad essere il primo soggetto abilitato a certificarne la qualifica complessiva secondo i dettami delle Ente Italiano di Normazione. L’obiettivo dell’Università è di essere pronti a inizio 2024”.
Questo manuale nasce proprio con l’intento di supportare la preparazione alla certificazione secondo i criteri UNI, ma Sergio Scamuzzi, Vice Presidente della Conferenza Nazionale dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione rileva, a latere della presentazione, soprattutto che “questo presentato oggi è il primo testo, dopo un’accurata ricerca bibliografica, che comprenda insieme tutto il mondo professionale privato e pubblico della comunicazione, i tratti comuni e le differenze di contenuto ed esercizio della professionalità specifica necessaria alla comunicazione organizzata”.
Questo libro si propone, quindi, come recita la quarta di copertina “di aiutare a comprendere una professione, quella relativa alla comunicazione professionale che continua ad accrescere la Sua rilevanza. I contenuti e le competenze necessarie per esercitarla, tuttavia, sono ancora poco definiti e conosciuti anche all’interno dello stesso mondo delle risorse umane delle organizzazioni complesse e dei loro consulenti, con il risultato di non far corrispondere spesso il giusto collocamento della funzione e dei suoi professionisti all’interno degli organigrammi delle strutture di riferimento”.
– foto: ufficio stampa SAA – School of Management –
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Pioli spinge il Milan “C’è voglia di tornare a vincere”
CARNAGO (VARESE) (ITALPRESS) – “Vincere è sempre importante, soprattutto per noi che in campionato veniamo da una sconfitta. Non esistono partite facili ma c’è la voglia di interpretarla bene e di avere dall’inizio alla fine la qualità per poterla vincere”. Stefano Pioli carica il Milan alla vigilia della sfida col Verona a San Siro. I rossoneri sono reduci dal crollo nel derby e dal pari in Champions col Newcastle e il tecnico potrebbe cambiare qualcosa. “Cerco di fare le scelte per vincere domani. Ho tutti i giocatori che scalpitano per giocare, ci saranno 11 scelte e poi la possibilità di cambiare in corso. Ma giocheremo comunque così tanto che ci sarà spazio per tutti. La squadra sta bene, è convinta di quello che fa e ha voglia di fare la partita domani”, assicura Pioli, che non si sbilancia troppo nemmeno su un possibile turno di riposo a Giroud: “Sta bene, è un giocatore importante per la squadra ma va anche gestito”. Nella gara di Champions non ha brillato Leao. “Sta facendo un percorso importante e sta facendo di tutto per trasformarsi da grandissimo giocatore a campione e deve continuare così, sta facendo passi importanti – lo difende Pioli – E’ chiaro che può e dovrà gestire meglio alcune situazioni di gioco grazie al suo talento, crescendo aumentano le responsabilità ma si cresce anche a livello di maturazione proprio per gestire queste pressioni. Non mi va però che si possano dare troppe responsabilità al singolo giocatore, sia nei risultati positivi, sia in quelli negativi. L’eventuale errore di un giocatore è un errore di tutti, siamo dipendenti non dal giocatore ma dal gioco”, dice ancora il tecnico, per il quale “su certe cose dobbiamo insistere, su altre dobbiamo crescere. Abbiamo sofferto su situazioni che conosciamo e dove dobbiamo trovare dei miglioramenti”. Poi un aggiornamento su Maignan, assente col Verona ma destinato a rientrare a breve: “Per fortuna è solo un affaticamento, vediamo, è un’evoluzione che va seguita giorno per giorno, non credo sarà lunga”.
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Studio Piepoli, per 90% sì a ricerca sui prodotti a tabacco riscaldato
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta oggi presso la sede dell’Associazione Civita la presentazione della ricerca “Le abitudini e le opinioni dei consumatori adulti di prodotti a tabacco riscaldato”, realizzata dall’Istituto Piepoli in collaborazione con l’Associazione dei consumatori Adiconsum e con il contributo di Philip Morris Italia. L’indagine, che ha esaminato l’uso e le percezioni riguardanti i dispositivi a tabacco riscaldato, ha coinvolto un campione di 1229 consumatori adulti di prodotti a tabacco riscaldato, tra cui IQOS, con l’obiettivo di fornire una visione approfondita dei comportamenti dei consumatori e delle loro opinioni su questa nuova tecnologia.
Il 70% ritiene che i prodotti a tabacco riscaldato possano rappresentare uno strumento utile per i fumatori adulti che non smettono per passare in tutto o in parte dal fumo tradizionale a valide alternative. Quest’ultimo dato è confortato dal fatto che quasi i due terzi dei consumatori intervistati dichiara di ritenere improbabile il rischio di ritornare al fumo tradizionale. Inoltre, più di 7 consumatori su 10 trovano facile il passaggio dai prodotti da fumo tradizionali ai dispositivi a tabacco riscaldato, tanto che quasi 3 su 4 consiglierebbero a un amico fumatore il passaggio a questi prodotti.
“La maggior parte di coloro che sono passati da prodotti da fumo tradizionali a prodotti a tabacco riscaldato – ha dichiarato Livio Gigliuto, Presidente Esecutivo dell’Istituto Piepoli – ha riscontrato dei benefici personali, e circa i due terzi ritengono molto improbabile un ritorno ai prodotti da fumo tradizionali. Quello che sembra emergere è anche, però, un profondo bisogno di informazione, tanto che la gran parte degli intervistati chiede di continuare nella ricerca scientifica sulle differenze tra prodotti tradizionali e prodotti a tabacco riscaldato.” Il Presidente di Adiconsum, Carlo De Masi ha dichiarato – “abbiamo accolto con favore l’invito dell’Istituto Piepoli, con il quale collaboriamo, a partecipare alla Ricerca su abitudini e opinioni dei consumatori adulti di prodotti a tabacco riscaldato. Fermo restando che l’obbiettivo di tutti deve essere quello di ridurre in generale il numero dei fumatori, questa ricerca ha permesso di evidenziare la necessità di essere adeguatamente informati sui rischi per la salute, ma soprattutto sugli eventuali benefici che possono derivare passando dal fumo tradizionale ai prodotti alternativi (vedi tabacco riscaldato)”.
Quasi 6 intervistati su 10 utilizzano i dispositivi a tabacco riscaldato da più di un anno, e la quota di coloro che dichiarano di sentirsi meglio (meno tosse, più fiato) in seguito al passaggio dai prodotti tradizionali ai prodotti al tabacco riscaldato tende a crescere con l’aumentare del tempo di utilizzo.
Tra i dati più rilevanti, la convinzione, per larga parte dei consumatori, che il principale fattore di rischio per lo sviluppo di malattie fumo-correlate sia rappresentato dalla nicotina, nonostante oggi la comunità scientifica concorda sul fatto che la nicotina, nonostante non sia priva di rischi e causi dipendenza, non rappresenta il principale fattore di rischio delle malattie fumo-correlate. Questo sottolinea la necessità di una corretta informazione su fumo e salute.
A tal proposito, emerge che le principali fonti di informazione attraverso le quali gli intervistati sono venuti a conoscenza dell’esistenza dei dispositivi a tabacco riscaldato sono state il passaparola tra amici, parenti e conoscenti, canale rappresentato dal 55% delle risposte, seguito dalle tabaccherie con il 34%.
Solo un residuale 2% ha sentito parlare di questa nuova tecnologia da parte di un operatore sanitario.
Per quanto riguarda il ruolo delle istituzioni, circa il 70% degli intervistati ritiene che lo Stato e le istituzioni sanitarie dovrebbero incoraggiare i fumatori che non intendono smettere a considerare il passaggio ai prodotti alternativi ed informare di più sulle loro caratteristiche.
La stessa percentuale ritiene che a fronte di evidenze scientifiche che indicherebbero che i dispositivi a tabacco riscaldato possono rappresentare una valida alternativa in una logica di potenziale riduzione del rischio, tali prodotti dovrebbero essere sottoposti a una diversa regolamentazione rispetto ai prodotti da fumo tradizionali.
Quasi il 90% degli intervistati, inoltre, ritiene importante proseguire nella ricerca scientifica sulle differenze tra i prodotti a tabacco riscaldato e i prodotti tradizionali (es. sigarette).
-foto Istituto Piepoli –
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