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Milano | Rissa in discoteca, aggressione al trainer Iovino: aperta inchiesta, coinvolto anche Fedez

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La procura di Milano ha avviato un’indagine in seguito a una rissa in una discoteca seguita da un pestaggio in strada, coinvolgendo il rapper Fedez e il personal trainer Cristiano Iovino, noto anche per essere entrato in rilievo nel divorzio tra Francesco Totti e Ilary Blasi. Iovino è stato brutalmente aggredito sotto casa nella notte tra il 20 e il 21 aprile, anche se inizialmente non ha presentato denuncia. Tuttavia, i carabinieri hanno inviato il materiale investigativo alla procura, e il pm Michela Bordieri ha avviato un’indagine, rimanendo in attesa di un possibile cambio di decisione da parte di Iovino (che ha 90 giorni di tempo per presentare denuncia). Si ipotizza il coinvolgimento di Fedez a causa di una precedente rissa in discoteca a Milano.

La vicenda è stata ampiamente riportata dai media, con numerosi gossip circolanti a Milano nelle settimane precedenti riguardo alle risse in cui Fedez era coinvolto. Secondo quanto ricostruito, la sera del 20 aprile Iovino si trovava nel locale milanese The Club quando sarebbe scoppiata una lite, compresa una rissa con Fedez, scaturita da un commento offensivo nei confronti di una ragazza accompagnata dal rapper. La lite è stata segnalata al 112 dai buttafuori del locale, e successivamente sono intervenuti i carabinieri, a cui sono stati forniti i nomi dei coinvolti, oltre alle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza.

Più tardi quella notte, mentre tornava a casa, Iovino è stato attaccato da alcuni uomini scesi da un furgone, subendo gravi lesioni. L’aggressione è stata catturata dalle telecamere di sorveglianza della zona, e le autorità stanno indagando per identificare gli aggressori.

Secondo quanto emerso in Procura, i presunti aggressori sarebbero principalmente tifosi ultras del Milan. Anche se soccorso dal personale medico, Iovino ha inizialmente rifiutato di presentare denuncia. Si dice che, nella notte, abbia cercato supporto da ultras della Lazio a Roma, in virtù del legame tra le tifoserie dell’Inter e della Lazio. Tuttavia, l’aiuto sarebbe stato rifiutato a causa della vicinanza del derby che avrebbe poi visto l’Inter vincere il campionato, evitando tensioni con i “cugini” rossoneri.

È probabile che presto diversi nomi verranno iscritti nel registro degli indagati, tra cui potrebbero figurare anche i protagonisti diretti di questa vicenda.

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Papa Francesco “Chiedo il cessate il fuoco immediato su tutti i fronti”

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“Chiedo il cessate il fuoco immediato su tutti i fronti, compreso il Libano, preghiamo per i libanesi, specialmente per gli abitanti del sud costretti a lasciare i loro villaggi”. Così Papa Francesco, all’Angelus, in piazza San Pietro, a Roma.
“Faccio appello alla comunità internazionale affinchè si metta fine alla spirale della vendetta e non si ripetano più gli attacchi come quello compiuto dall’Iran qualche giorno fa, che possono fare precipitare quella regione in una guerra ancora più grande”, aggiunge il Santo Padre, sottolineando: “Tutte le nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza nei loro territori, che non devono essere attaccati o invasi. La sovranità deve essere rispettata e garantita dal dialogo e dalla pace non dall’odio e dalla guerra”.
– foto Agenzia Fotogramma –

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Ancora bombe su Beirut, raid di Israele a Gaza

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L’emittente tv libanese di Hezbollah, al Manar, riporta che i caccia israeliani hanno effettuato nella notte più di 25 raid nelle aree di al Mreijeh, Burj al-Barajneh, Airport Road e Haret Hreik nella parte meridionale di Beirut.
L’Idf afferma di avere effettuato una serie di attacchi aerei mirati sui siti di Hazbollah a Beirut, tra cui diversi despositi di armi e altre infrastrutture terroristiche. E’ quanto riporta il Time of Israel.

E si aggrava il bilancio dei due attacchi israeliani a una moschea e una scuola di Gaza: almeno 24 palestinesi sarebbero stati uccisi e 93 sarebbero stati feriti. Lo riferisce l’ufficio stampa governativo di Gaza, che accusa le forze israeliane di avere commesso “due brutali massacri” durante la notte, bombardando una moschea e una scuola trasformate in rifiugio.
Gli edifici presi di mira sono la moschea di Al Aqsa e la scuola Ibn Rushd, al centro della Striscia di gaza. Entrambe ospitavano centinaia di sfollati.
– foto Ipa –

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Influencer e Giustizia: L’Indagine su Chiara e le Aziende Coinvolte

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Un caso che ha catturato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica è quello dell’influencer Chiara, attualmente coinvolta in un’inchiesta per presunti reati legati a pratiche commerciali ingannevoli. Gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana stanno preparando una memoria di difesa, composta da circa 200 pagine, per contrastare le accuse mosse nei confronti della loro assistita. Nonostante le voci di un possibile patteggiamento, i legali sono determinati a smontare le accuse sul piano giuridico, ritenendo che non potrebbero reggere in un eventuale dibattimento.

Iannaccone ha affermato che è previsto un confronto aperto con i pubblici ministeri, e non esclude che Chiara possa fornire una spiegazione diretta delle sue azioni, definendole come un “errore di comunicazione”. La giovane influencer, che recentemente ha presentato nuovi prodotti della sua linea di trucco ad Atene, si è detta sollevata dall’opportunità di esporre la propria versione dei fatti.

Parallelamente, anche i legali di Alessandra Balocco, l’amministratore delegato della casa dolciaria di Cuneo, stanno studiando la documentazione per elaborare una strategia difensiva. Entrambi i team legali sono concordi nel ritenere che le accuse contro i loro assistiti non abbiano rilevanza penale.

Le indagini sono iniziate lo scorso dicembre, in seguito a una multa inflitta dall’Antitrust alle aziende coinvolte, Tbs Crew e Fenice, a causa di segnalazioni da parte dei consumatori. L’accusa sostiene che Chiara e i suoi collaboratori abbiano diffuso informazioni fuorvianti, suggerendo un intento solidale nelle vendite di prodotti come pandoro e uova di cioccolato pasquali, a beneficio dell’ospedale Regina Margherita di Torino e dell’associazione ‘Bambini delle fate’. Tuttavia, sarebbe stata omessa l’informazione che l’ospedale aveva già ricevuto 50.000 euro da Balocco e che l’associazione aveva ottenuto circa 36.000 euro in due anni dalla Cerealitalia, senza correlazione tra tali donazioni e i profitti delle vendite.

L’accusa sostiene che i consumatori siano stati “danneggiati” e ingannati, e che Chiara abbia ottenuto un “ingiusto profitto” di oltre 2,2 milioni di euro, somma derivante dai compensi per la sua immagine e dalle restituzioni effettuate. Inoltre, le aziende coinvolte avrebbero ottenuto introiti significativi: Balocco ha venduto almeno 362.577 pandori a un prezzo maggiorato, incassando oltre 2 milioni di euro, mentre Cerealitalia ha guadagnato oltre 13 milioni per le due campagne promozionali.

La situazione continua a evolversi, con i legali al lavoro per preparare una difesa robusta e i coinvolti che si preparano a confrontarsi con la giustizia, in un contesto che solleva interrogativi non solo legali, ma anche etici sul confine tra influencer marketing e responsabilità sociale.

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