Attualità
Nasce la Fondazione Giulia Cecchettin contro la violenza sulle donne
Contrastare la violenza sulle donne e operare per la parità di genere in una società equa e inclusiva, capace di prevenire per contrastare ogni forma di violenza di genere, nella quale ogni persona possa realizzare se stessa in consapevolezza, libertà e pienezza mantenendo viva la memoria di Giulia Cecchettin diffondendo il suo messaggio di amore, gioia e speranza, ricordandone la determinazione, il coraggio, lo spirito altruista e la passione per la vita. Sono questi gli obiettivi della “Fondazione Giulia Cecchettin ETS”, la cui nascita è stata sancita il 29 ottobre scorso a Padova con la firma dell’atto costitutivo da parte dei fondatori: il padre Gino, la sorella Elena e il fratello Davide e presentata stamane presso la Camera dei Deputati. “Questa Fondazione nasce da una tragedia immane. Come spesso funziona la vita, quando tutto sembra perduto, quando si affrontano sofferenze tali, la vita ancora ti sorprende offrendo uno scopo nuovo per trasformare l’oscurità in azione, la perdita in impegno, uno scopo che ha trovato radici nel ricordo di Giulia”, afferma Gino Cecchettin.
“Ho attraversato la morte nella sua essenza più profonda – racconta -, prima con la perdita di mia moglie e poi con quella di Giulia, ho provato incredulità ma ho capito che la vita è un soffio e che non può essere sprecata, ho imparato a mie spese il valore del tempo. Mentre siamo qui migliaia di donne in tutto il mondo stanno vivendo nella paura e stanno subendo abusi, da quando è mancata Giulia sono state uccise 120 donne solo in Italia, numeri inimmaginabili, non possiamo permetterci più di essere indifferenti. In questo ultimo anno ho ricevuto messaggi strazianti di paura – prosegue -, di fronte a certe realtà come possiamo essere impassibili? Se siamo qui oggi è perchè non possiamo più tollerare che il silenzio sia l’unica risposta a chi ha bisogno di aiuto, la differenza tra una società che cresce e una che si disintegra spesso dipende dalle piccole scelte quotidiane, il nostro impegno non è un’idea astratta ma una semina fiduciosa che ha già portato molti frutti. La violenza di genere è un fallimento collettivo di una cultura che tollera spesso il silenzio, ognuno di noi ha un ruolo da giocare e questo richiede impegno e coraggio. Il giorno dell’udienza con Filippo Turetta ho provato un dolore straziante, ma non riuscivo a provare rabbia verso il carnefice di mia figlia e la sera dell’udienza tornando a casa ho avuto modo di immaginare il nostro mondo come un ecosistema dove ognuno di può iniettare odio oppure amore. Non possiamo cambiare gli eventi ma possiamo decidere come reagire”, conclude.
L’evento, che si è tenuto in collegamento con il Parlamento Europeo, su iniziativa dell’europarlamentare Alessandra Moretti, e le scuole; ha visto l’indirizzo di saluto del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè; i contributi del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella. “Alla Camera, che è la casa degli italiani, viene presentata una Fondazione che parla di un’italiana che ha sofferto, che è stata vittima della violenza di genere e da qui parte l’impegno affinchè in tutta Italia ci sia un rispetto e un approccio diverso ad una tematica che anche quest’anno conta troppe persone uccise”, afferma il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè spiegando che “questo è il luogo da dove parte un nuovo approccio che deve essere il più possibile formativo partendo dalle scuole, la formazione è il dato principale e la Camera deve mettere a disposizione tutti gli strumenti fisici e legislativi affinchè si possa fare di più al più presto”.
Per la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, è necessario “non rassegnarsi, non dimenticare la casistica vasta è importantissimo e farlo nel nome di Giulia, rimasta nei cuori di ognuno di noi, è fondamentale. La violenza contro le donne è una piaga che viene da lontano e che, nonostante i grandi cambiamenti che sono intervenuti, non riusciamo a debellare. E’ una piaga che lascia una scia di dolore ma anche una ferita che si produce nel tessuto sociale e nelle nostre comunità – prosegue -, affonda le radici nella asimmetria di potere. Nonostante le battaglie condotte e le leggi, seppur molto tardive, questo lungo e faticoso cammino di questi anni non ha diminuito il tasso di violenza e il numero di femminicidi. La percentuale di femminicidi è alta in tutta Europa, anche nei Paesi che siamo abituati a considerare più avanzati, c’è qualcosa di radicato che non riusciamo fino in fondo a combattere”.
Infine, il ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, evidenzia che “quando una donna viene offesa o addirittura uccisa è la stessa civiltà a venire negata, il fenomeno si manifesta nel femminicidio nella violenza sessuale ma anche nella discriminazione, consentire a una donna di sentirsi sicura e avere pari opportunità è un obiettivo fondamentale di chi crede nei valori di ogni persona. Abbiamo di fronte due strade: una concreta e l’altra ideologica, la visione ideologica vorrebbe risolvere la questione lottando contro il patriarcato, ma il patriarcato come fenomeno giuridico è finito nel 1975. Il femminicidio, che allarma sempre di più, se una volta era dovuto ad una concezione proprietaria – osserva -, oggi sembra più il frutto di una grave immaturità narcisista del maschio. La vera battaglia, quindi, è culturale, parte dalla scuola ma non coinvolge solo la scuola, coinvolge la famiglia dove occorre che le relazioni siano davvero paritarie, coinvolge la cultura di massa, l’uso dei social, la stessa pubblicità”. La mattinata è stata l’occasione anche per introdurre il primo dei progetti che la Fondazione attiverà nel 2025, il “Progetto educativo: prevenzione e sensibilizzazione alla violenza di genere” che si propone di promuovere un cambiamento delle dimensioni strutturali e culturali alla base della violenza di genere attraverso la prevenzione, la formazione e l’empowerment. Azioni concrete coinvolgeranno scuole, famiglie, comunità e i professionisti che operano a contatto con le vittime di violenza e saranno condotte in rete con altri soggetti.
– Foto xb1/Italpress –
Attualità
Juri Morico riconfermato presidente nazionale di OPES
ROMA (ITALPRESS) – Al Salone d’Onore del CONI, Juri Morico è stato riconfermato presidente nazionale di OPES, “un passaggio che determina la volontà di proseguire e consolidare il percorso intrapreso fino ad oggi”. La rielezione, spiega una nota, è avvenuta alla presenza del numero uno del CONI, Giovanni Malagò, dei Ministri Andrea Abodi e Francesco Lollobrigida, del Viceministro Maria Teresa Bellucci e della Capo segreteria politica di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni. “Personalità che – continua la nota – hanno inteso ribadire il proprio supporto e vicinanza al Presidente Morico e a tutta la squadra di OPES per l’impegno – passato e futuro – profuso relativamente a sport, terzo settore, servizio civile universale e formazione”.
A seguito dell’Assemblea si è tenuto il primo Consiglio di questo nuovo corso in cui sono stati eletti i Vicepresidenti e i membri di giunta.
“Da quando ho assunto la carica di Presidente Nazionale, sono cambiate alcune cose – ha detto Morico -. L’attività sportiva è stata uficialmente riconosciuta dalla nostra Costituzione, con le modifiche all’articolo 33; un passaggio che ci induce a perseguire, con ulteriore passione ed entusiasmo, l’obiettivo di costruire una cultura dello sport solida e consapevole. Sono andate maturando le riforme dello sport e del terzo settore; materie in cui siamo coinvolti direttamente e indirettamente.
Abbiamo il compito e il dovere di assolvere a tutte le disposizioni, essere parte attiva e quindi partecipare ai tavoli di discussione riconoscendone l’assoluta autorevolezza e virtù nel poter avviare importanti cambiamenti; ma, osservando missione e visione dell’Ente, abbiamo anche l’onere di formare e informare tutte le associazioni e le realtà che ruotano nel nostro universo – oltre 800 mila. Ci siamo risollevati dopo la pandemia cercando di renderci protagonisti della ripresa, creando connessioni, ampliando il nostro raggio di azione e attivando reti con partner, portatori di interesse, e associazioni”.
“Ripartiamo dagli obiettivi raggiunti, come parlare di sport al Parlamento Europeo, o afrontare il tema del bullismo e del cyberbullismo alla Mostra del Cinema di Venezia, affermando così la visione che la rete di collaborazioni funziona, che il lavoro svolto insieme funziona – ha aggiunto -. Siamo cresciuti: i nostri comitati, i nostri settori lo hanno fatto. Questo perchè credo fermamente che tutte le persone del mondo OPES siano risorse in grado davvero di generare valore. Ed è su questo valore, sulle basi che abbiamo gettato che costruiremo per i prossimi quattro anni”.
Di seguito l’elenco delle personalità intervenute durante i lavori assembleari: Marco Mezzaroma, Presidente Sport e Salute S.p.A, Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Michele Sciscioli, Capo del Dipartimento per le Politiche giovanili ed il Servizio Civile Universale – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Flavio Siniscalchi, Capo Dipartimento per lo Sport – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Riccardo Viola, Presidente Comitato Regionale CONI Lazio, e Paolo Giuntarelli, Direttore regionale – Direzione regionale affari della Presidenza, Turismo, Cinema, Audiovisivo e Sport, Federica Celestini Campanari, Commissario straordinario Agenzia Italiana per la Gioventù, Paolo Serapiglia, Presidente Endas, e Fabio Fortuna, Magnifico Rettore Unicusano.
– foto ufficio stampa OPES –
(ITALPRESS).
Attualità
Pinamonti e un autogol dopo il rosso a Tourè, il Genoa passa a Udine
UDINE (ITALPRESS) – Torna a vincere il Genoa, che dopo i due pareggi contro Como e Cagliari conquista il primo successo dell’era Vieira, battendo per 2-0 l’Udinese grazie alla rete di Pinamonti e all’autogol di Giannetti. Gara fortemente condizionata dall’espulsione, dopo pochissimi minuti, di Tourè, che in disimpegno sbaglia il retropassaggio verso Okoye e per proteggersi dall’arrivo di Zanoli alza troppo il gomito andando a colpire lo stesso giocatore del Genoa, lanciato nel recupero palla. Revisione al Var da parte di Aureliano e rosso diretto per il difensore, che lascia così i friulani in dieci per tutta la partita. Sul conseguente calcio di punizione arriva poi la chance per il Genoa, con Pinamonti che piazza il destro potente parato da Okoye. Sarà però lo stesso attaccante rossoblù a portare avanti i suoi, al 13′, sul tiro dal limite di Badelj sporcato da una deviazione che favorisce il suo tap in vincente sottomisura. 1-0 per l’undici di Vieira, che approfitta subito della superiorità numerica, andando vicina al raddoppio al 26′, con Thorsby che tutto solo in area calcia ad Okoye battuto, ma è Giannetti in scivolata a salvare l’Udinese dal doppio svantaggio.
Si va all’intervallo con la formazione friulana che deve rimettere a posto il suo assetto. Runjaic però non ricava gli effetti sperati dagli ingressi di Ebosse e Kristensen per Lucca ed Ehizibue, e a metà ripresa subisce il raddoppio. Sprint sulla destra dello scatenato Zanoli, tiro-cross sporcato dalla deviazione di Giannetti che è decisiva nel battere Okoye. Gara in discesa per il Grifone, che nonostante ulteriori cambi dell’Udinese riesce a gestire bene anche gli assalti finali dei bianconeri. Prima vittoria per Vieira, quarta sconfitta nelle ultime cinque gare per l’Udinese.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Attualità
Superbonus, la truffa che coinvolge 3.000 cantieri: soldi spariti e lavori fermi
Il Superbonus, celebre agevolazione fiscale che ha rivoluzionato il panorama delle ristrutturazioni edilizie in Italia, sta continuando a fare parlare di sé, nonostante la sua fine ufficiale. Se, da un lato, la misura è stata al centro di critiche per il suo impatto sui conti dello Stato, dall’altro sta generando un numero crescente di disagi per cittadini e professionisti, soprattutto per via dei cantieri fermi e dei soldi spariti.
Una delle aziende maggiormente citate nelle polemiche online è la Marco Matteoni Group Srl, una società romana che avrebbe gestito migliaia di progetti legati al Superbonus, sarebbero stati coinvolti ben 3.000 cantieri da nord a sud del Paese, con un valore complessivo che si aggira intorno ai 1,5 miliardi di euro. Ma i lavori non sono mai partiti e i soldi sono spariti nel nulla. Molti utenti online hanno denunciato di aver versato somme per lavori che non sono mai iniziati, con una comunicazione quasi nulla da parte dell’azienda: “Non rispondono alle Pec. Non trovo un loro numero telefonico”, scrivono numerosi clienti sui forum e sui social, lamentando il mancato avvio dei lavori e la totale mancanza di trasparenza.
Le testimonianze più allarmanti parlano di importi incassati per lavori su interi condominio, ma i cantieri sono rimasti fermi e gli utenti non sono riusciti a mettersi in contatto con l’azienda. Alcuni utenti descrivono un contesto in cui, dopo aver ricevuto rassicurazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, le comunicazioni si sono interrotte e i soldi sono andati persi. Si parla di importi significativi, tra i 100.000 e i 200.000 euro per ciascun condominio, con circa 3.000 progetti che non sono mai decollati.
Il titolare della Marco Matteoni Group, Marco Matteoni, ha risposto alle accuse dichiarando di essere stato a sua volta truffato. Secondo quanto dichiarato, Matteoni sarebbe stato vittima di una truffa ben organizzata, con una rete che coinvolge anche soggetti con legami internazionali. Si parla di una donna di 77 anni con connessioni in Svizzera, Lussemburgo e Irlanda, ma al momento i contorni della vicenda rimangono poco chiari. Nonostante ciò, è evidente che molte persone hanno perso ingenti somme di denaro in questa intricata storia che ruota attorno ai crediti edilizi legati al Superbonus.
L’inchiesta, che sta cercando di fare luce su quanto accaduto, ha messo in evidenza le difficoltà che stanno affrontando i cittadini, le imprese e i professionisti che avevano riposto fiducia nel sistema del Superbonus. I cantieri fermi, i soldi spariti e la difficoltà di rintracciare chi è responsabile della gestione di questi fondi sono solo alcuni degli aspetti critici che stanno minando la fiducia nelle misure di agevolazione fiscale.
Nonostante la fine ufficiale del Superbonus, il suo impatto continua a far discutere, sollevando interrogativi sul futuro delle agevolazioni fiscali e sulla necessità di maggiori controlli e trasparenza nella gestione di fondi pubblici destinati a ristrutturazioni edilizie. Il caso della Marco Matteoni Group è solo la punta dell’iceberg di una vicenda che potrebbe rivelarsi molto più complessa di quanto immaginato inizialmente.
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