Cronaca
Giaveno | Identificato il maniaco che avvicinava le ragazze nudo
I carabinieri della stazione di Giaveno, un comune nel Torinese con circa 16mila abitanti, hanno individuato e denunciato il responsabile di atti molesti nei confronti delle donne del luogo. Si tratta di un italiano di 28 anni, accusato di atti osceni in luogo pubblico.
I primi due episodi si sono verificati a febbraio, quando due ragazze sono state avvicinate da un uomo al volante di un’auto che si è fermato vicino a loro, ha aperto la portiera e si è allontanato dall’auto senza pantaloni né mutande. L’uomo ha rivolto loro frasi sconvenienti, tra cui “voglio soltanto baciarti”. Le due giovani sono fuggite e hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri.
Dopo le prime segnalazioni, i carabinieri hanno analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza della città, individuando la targa dell’auto usata dal molestatore. Una volta identificato il proprietario del veicolo, i carabinieri si sono recati a casa del 28enne per verificare la sua identità e gli hanno notificato il provvedimento. Finora sono quattro le vittime del molestatore seriale, tra cui anche una minorenne.
Cronaca
Firenze, 14enne tenta di accoltellare un poliziotto: arrestata per tentato omicidio
Momenti di estrema tensione vicino alla stazione Santa Maria Novella, in via Valfonda, quando una ragazza italiana di 14 anni ha tentato di accoltellare un agente della Polfer, impugnando un coltello da cucina con lama di 22 cm. Originariamente intervenuta insieme a una coetanea per sedare una lite, la situazione si è trasformata in un’aggressione violenta verso le forze dell’ordine.
Dinamica dell’aggressione
La 14enne ha sferrato fendenti prima all’addome e poi al collo di uno degli agenti, che però è riuscito a schivare i colpi. Durante il fermo, la ragazza ha opposto una forte resistenza, colpendo gli agenti con calci e pugni, accompagnati da minacce e insulti .
Sequestro oggetti illeciti
Gli agenti hanno sequestrato il coltello da cucina e circa 2,45 g di cannabinoidi .
Feriti fra le forze dell’ordine
Cinque agenti hanno riportato lesioni lievi, guaribili in circa tre giorni.
Conseguenze penali
La ragazza è accusata di tentato omicidio aggravato, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, minacce e porto d’arma. Arrestata e trasferita all’Istituto Penale Minorile di Firenze .
Quali pene rischia una 14enne in Italia?
- In Italia, chi ha compiuto 14 anni è considerato imputabile se capace di intendere e di volere.
- Il tentato omicidio ai danni di un pubblico ufficiale, aggravato dall’uso di arma, rientra tra i reati più gravi con pene previste dal Codice penale (art. 586-ter: 8–14 anni) .
- Tuttavia, per i minori imputabili (14–18 anni), la pena viene ridotta per legge, fino a un terzo, e possono essere applicate misure alternative come l’affidamento o la comunità .
In concreto, una pena di 8–14 anni potrebbe scendere a circa 5–9 anni di reclusione massima, considerando le riduzioni e attenuanti previste.
L’evento è tanto grave quanto insolito, considerando che si vorrebbe scoraggiare l’uso di violenza verso le forze dell’ordine e gestire con rigore il disagio giovanile. Il caso offrirà spunti sul bilancio tra pubblica sicurezza, recupero minorile e ruolo educativo delle istituzioni.
Fammi sapere se vuoi approfondire aspetti come le misure alternative o le prospettive della comunità fiorentina.
Cronaca
A Treviso scoperto un giro di fatture false da 87 milioni, 16 denunciati
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno individuato diciotto imprese “cartiere” gestite da cittadini cinesi, ovvero prive di sedi operative, beni strumentali e dipendenti, completamente inadempienti rispetto agli obblighi tributari ed attive al solo scopo di “vendere” fatture relative a forniture di merci mai realmente effettuate. L’importo delle fatture emesse supera gli 87 milioni di euro di base imponibile e i 19 milioni di Iva.
L’operazione convenzionalmente denominata “Hidden Gain”, ha preso spunto da una mirata attività investigativa, scaturita dagli esiti di una verifica fiscale condotta nei confronti di una società che gestiva un grande magazzino dedito alla vendita al dettaglio di articoli vari ubicato nel coneglianese. Gli approfondimenti eseguiti hanno consentito di appurare che la predetta società, scrivono le fiamme gialle in una nota, “aveva illecitamente abbattuto il proprio imponibile fiscale attraverso la contabilizzazione di fatture false emesse dalle diciotto imprese intestate a cittadini cinesi per oltre 2 milioni di euro di base imponibile e 500 mila di Iva a credito”.
Nello specifico, i militari della Compagnia di Conegliano hanno individuato, tra i fornitori della società verificata, le diciotto “cartiere” che, dal 2019, “avevano emesso migliaia di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti a beneficio di oltre seicento operatori economici distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Il fenomeno illecito ricostruito dai finanzieri della Marca rientra tra quelle forme di frode fiscale che si sostanziano nella “compravendita” di fatture false tra imprese e che permette l’illecito abbattimento del carico fiscale gravante sugli acquirenti delle fatture “false”, trasferendolo sulle aziende fornitrici, spesso riconducibili a soggetti irreperibili in Italia, le quali accumulano ingenti debiti erariali destinati a rimanere tali e a non essere, quindi, mai onorati”.
Dinanzi a tali evidenze, gli investigatori hanno proceduto a definire, in capo ai titolari e agli amministratori della società verificata e delle imprese “cartiere”, “pecifiche responsabilità penali per la contabilizzazione e l’emissione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, segnalando alla Procura della Repubblica di Treviso sedici persone di origine sinica. Inoltre, le posizioni dei circa seicento destinatari delle fatture false, ubicati in tutto il territorio nazionale, sono state comunicate ai Reparti del Corpo competenti, che ora potranno recuperare a tassazione i costi connessi ai documenti fiscali falsi e quindi indebitamente utilizzati per diminuire i ricavi e le correlate imposte”
-Foto ufficio stampa Guardia di Finanza-
Cronaca
Tragedia a Rende: bimba di 8 anni annega nella piscina del parco acquatico
Una tragedia si è consumata nel pomeriggio di lunedì 30 giugno 2025 al Parco Acquatico “Santa Chiara” di Rende, in provincia di Cosenza. Una bambina di 8 anni ha perso la vita dopo essere annegata nella piscina della struttura.
La dinamica dell’incidente
Secondo le prime ricostruzioni, la piccola stava giocando in acqua quando avrebbe accusato un malore che le ha impedito di mantenersi a galla. Nonostante l’intervento tempestivo dei sanitari del 118, che hanno tentato invano di rianimarla, per la bambina non c’è stato nulla da fare.
Indagini in corso
Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Rende, che stanno lavorando per ricostruire con precisione l’accaduto. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze e analizzando le condizioni dell’impianto per comprendere ogni dettaglio dell’incidente.
Reazioni della comunità
L’intera comunità di Rende è scossa dalla tragedia. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche il sindaco Sandro Principe e membri della giunta comunale, che hanno espresso profondo cordoglio per l’accaduto.
Considerazioni finali
Questo tragico evento riporta l’attenzione sulla sicurezza nelle strutture dedicate al tempo libero, in particolare quelle frequentate da minori. È fondamentale che vengano adottate tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza degli utenti, affinché simili incidenti non si ripetano.
La comunità di Rende si stringe attorno alla famiglia della piccola vittima in questo momento di immenso dolore.
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