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Attualità

La “noce di mare”: questa specie aliena è il nuovo incubo della laguna di Venezia

La “noce di mare”, un piccolo organismo quasi invisibile, è diventata un serio pericolo per la biodiversità della laguna veneta. Giunta nelle acque del Mar Adriatico intorno al 2010, probabilmente a causa del cambiamento climatico, questa specie aliena, nota con il nome scientifico di Mnemiopsis leidyi, si sta diffondendo rapidamente.

Nonostante la sua innocua apparenza gelatinosa simile a quella di una medusa, la noce di mare rappresenta un grave problema per i pescatori che utilizzano i cogoli, una tecnica tradizionale di pesca nella laguna di Venezia. Si nutre della fauna locale, mettendo a rischio gli ecosistemi e la biodiversità.

Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste e i pescatori locali, ha evidenziato per la prima volta la presenza e la diffusione di questa specie invasiva nella laguna.

Il cambiamento climatico e il conseguente riscaldamento dei mari hanno favorito l’insediamento della noce di mare, che si riproduce rapidamente e si nutre del plancton e delle larve di specie locali, alcune delle quali sono vitali per la pesca locale.

I pescatori hanno notato un calo progressivo delle catture negli ultimi anni, accompagnato dall’ostacolo delle reti intasate dalle noci di mare. I modelli statistici indicano che l’aumento della presenza di questo organismo coincide con la diminuzione del pescato, causando una crisi nel settore.

Questa situazione è stata definita una “tragedia sociale e ambientale” dagli autori dello studio, poiché minaccia una tradizione millenaria di pesca e mette a rischio la biodiversità e gli ecosistemi locali. È urgente trovare soluzioni sostenibili per mitigare gli effetti devastanti di questa invasione.

Attualità

Ex ministro russo dei Trasporti trovato morto, ipotesi suicidio

 L’ex ministro russo dei Trasporti, Roman Starovoit, è stato trovato morto nella città di Odintsovo nella sua auto. Secondo quanto ha riferito la rappresentante del Comitato Investigativo della Federazione Russa, Svetlana Petrenko, si tratterebbe di suicidio. “Oggi, nel distretto urbano di Odintsovo, è stato trovato il corpo dell’ex ministro dei Trasporti Roman Vladimirovich Starovoit, con una ferita da arma da fuoco, nella sua auto personale. Gli organi della Direzione principale del Comitato Investigativo per la Regione di Mosca stanno lavorando sul posto, accertando le circostanze dell’accaduto. L’ipotesi principale è il suicidio”, ha dichiarato secondo quanto riferisce l’agenzia Tass. Starovoit era stato rimosso dall’incarico con decreto presidenziale la mattina del 7 luglio. Il motivo della decisione del capo dello Stato non era indicato nel documento. Starovoit era a capo del ministero dei Trasporti dal maggio 2024.

-Foto Ipa Agency-

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Attualità

Vibo Valentia: sequestrate 1.350 piante di canapa indiana per un valore stimato di oltre 1,3 milioni di euro

In una vasta operazione anti‑droga, i finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno scoperto e sequestrato quattro piantagioni illegali di canapa indiana nel territorio montano del comune di Fabrizia .

Dettagli dell’operazione

  • Le coltivazioni illegali, nascoste in aree impervie ed isolate, coprivano una superficie totale di circa 1.500 m², tra boschi fitti e rovi. L’accesso era reso possibile solo tramite cunicoli stretti.
  • Sono state sequestrate circa 1.350 piante, alte tra 1 e 1,5 metri, complete di sistemi di irrigazione autonomi.
  • Secondo le stime delle Fiamme Gialle, una volta mature e lavorate, queste piante avrebbero prodotto fino a 135.000 dosi di stupefacente .
  • Il valore commerciale stimato supera 1.350.000 euro, cifra confermata da più testate regionali.

Il coordinamento operativo

L’operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico‑Finanziaria e dal Gruppo della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, con il supporto della Sezione Aerea di Lamezia Terme e della Stazione del Soccorso Alpino di Cosenza. La zona montana, caratterizzata da accessi difficili e nascosti, ha reso l’intervento particolarmente complesso.

Procedura successiva

Informata tempestivamente l’Autorità Giudiziaria della Procura di Vibo Valentia, guidata dal Procuratore Camillo Falvo, si è disposta la distruzione immediata delle piante in loco, dopo campionamenti rappresentativi per procedere con le analisi necessarie.


Un segnale contro la criminalità

L’operazione rientra in un più ampio piano di contrasto alla coltivazione e al traffico di stupefacenti nelle zone interne della Calabria. Le aree remote e difficili da monitorare rappresentano da tempo un terreno fertile per attività illecite legate alla ‘ndrangheta, che agisce spesso in collaborazione con organizzazioni locali per il narcotraffico. Grazie alla collaborazione tra Guardia di Finanza, unità aeree e soccorso alpino, si è riusciti a smantellare una filiera ben strutturata, dotata di impianti e copertura accurata.


L’operazione di Fabrizia dimostra l’efficacia del coordinamento interforze nella lotta alla criminalità economica e al traffico di droga. Il sequestro di 1.350 piante e il potenziale di guadagno da oltre 1,3 milioni di euro segnalano la gravità del fenomeno. La distruzione sul posto, decisa dall’Autorità Giudiziaria, assicura la tempestività dell’azione repressiva e l’impegno dello Stato nelle aree più difficili del territorio vibonese.

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Attualità

Un agrume d’eccellenza diventa simbolo di comunità

Il Comune di Varapodio, nel cuore della Piana di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria, ha recentemente riconosciuto ufficialmente il “Limone di Varapodio” come prodotto a “Deco comunale”: una certificazione che ne garantisce l’origine, la qualità e la stretta connessione con il territorio.


Regolamento e disciplinare approvati

Con apposita delibera, l’amministrazione guidata dal sindaco Orlando Fazzolari ha formalmente adottato il regolamento e il disciplinare dedicati al limone locale. Questo documento fissa i requisiti necessari per poter utilizzare il marchio “Limone di Varapodio”: criteri di produzione, modalità di coltivazione e limiti geografici precisi.


Valorizzazione agricola e opportunità per i coltivatori

Il riconoscimento Delibera di Denominazione Comunale (DECO) permette ora agli agricoltori di iscriversi in appositi registri comunali e coltivare secondo il disciplinare definito: valorizzando il prodotto, tutelando la qualità e distinguendosi sul mercato .


Un agrume legato a storia e territorio

Varapodio è da sempre un comune agricolo, rinomato per le produzioni di olio, ortaggi, frutta e agrumi. Il limone, grazie al suo clima temperato e ai terreni fertili della piana e dei primi rilievi dell’Aspromonte, ha qui caratteristiche organolettiche uniche e un profilo gustativo superiore.


Perché la Deco conta davvero

  • Tutela legale: offre una protezione giuridica al prodotto sulla base del disciplinare entro i confini comunali.
  • Valorizzazione economica: permette di accedere a mercati specializzati e di premiare le eccellenze locali.
  • Identità culturale: rafforza l’immagine di Varapodio, promuovendo il territorio e il legame tra comunità e produzione.

Prossime tappe: comunicazione e mercato

Il Comune è ora al lavoro su strategie di comunicazione e marketing per promuovere il “Limone di Varapodio – Deco”, attraverso eventi enogastronomici, fiere del settore e collaborazioni con la ristorazione locale e la vendita diretta. L’obiettivo è trasformare questo agrume in un vero e proprio ambasciatore del territorio.


Il riconoscimento Deco rappresenta un passo fondamentale per rendere giustizia a un frutto di alta qualità e ingegnosamente legato a un territorio vocato. Il Limone di Varapodio potrà così acquistare visibilità, distintività e valore economico, valorizzando l’agricoltura locale e promuovendo l’intera comunità.

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