Attualità
Salute | Scoperta nuova variante Covid: Si chiama KP.2 e schiva i vaccini
è stata riscontrata anche in Italia e negli Stati Uniti è responsabile di un contagio su quattro. Cosa significa che è “più trasmissibile e immunoevasiva” delle varianti precedenti
Il virus del Covid continua a mutare, e una nuova variante, già diffusa negli Stati Uniti, è stata individuata anche in Italia. Conosciuta come KP.2 e derivante dal ceppo JN.1, è responsabile di circa un quarto dei contagi negli Stati Uniti, secondo gli ultimi dati dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). Uno studio preliminare pubblicato su “bioRxiv” la descrive come più trasmissibile e in grado di eludere le attuali formulazioni dei vaccini, suggerendo la necessità di aggiornamenti vaccinali tempestivi.
Secondo l’ultimo monitoraggio Covid dell’Istituto Superiore di Sanità, al 29 aprile 2024, sono stati identificati due sequenziamenti attribuibili al ceppo KP.2, una variante discendente da JN.1, che è emersa in diversi paesi e si caratterizza per mutazioni addizionali.
La sua diffusione è stata rapida, raggiungendo il 20% dei contagi nel Regno Unito all’inizio di aprile, indicando la possibilità che diventi predominante a livello globale. Gli esperti sottolineano che KP.2 è più trasmissibile e immunevasiva rispetto a JN.1, confermando la tendenza del virus a generare varianti che sfidano le nostre difese immunitarie.
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, questa nuova variante mette in luce la capacità del virus di eludere le difese immunitarie, evidenziando l’importanza di un approccio flessibile nella strategia vaccinale per adattarsi alle nuove varianti che emergono. La lotta contro il Covid continuerà con periodici aggiornamenti vaccinali per affrontare le mutazioni che si presenteranno nel tempo.
Attualità
Scompenso cardiaco, nasce il gruppo di lavoro per la diagnosi precoce
Lo scompenso cardiaco colpisce circa 1 milione di persone in Italia, costituisce la principale causa di ospedalizzazione per gli over 65, con circa 180.000 ricoveri annui, e rappresenta il punto di arrivo comune di numerose patologie cardiovascolari che danneggiano progressivamente la funzione del cuore. Nonostante i progressi terapeutici, permane un significativo ritardo diagnostico e una marcata disomogeneità territoriale nei percorsi di presa in carico, con gravi ricadute sulla qualità della vita dei pazienti e sulla sostenibilità per il Servizio Sanitario Nazionale. In questo contesto, l’inserimento del test NTproBNP nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rappresenta una importante opportunità per diagnosticare più precocemente la malattia e migliorare la gestione clinica dei pazienti. La mortalità rimane elevata, con un tasso stimato del 10% a un anno e fino al 50% a cinque anni dalla diagnosi. Secondo stime consolidate, la patologia comporta un onere economico complessivo di 3 miliardi di euro l’anno, legato sia ai costi diretti per ricoveri e trattamenti, sia alle spese indirette derivanti dalla perdita di autonomia dei pazienti. In questa prospettiva, le recenti decisioni in termini di semplificazione dei processi prescrittivi adottate da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, si inseriscono in un percorso virtuoso volto a ridurre le disuguaglianze e ad agevolare l’accesso equo alle terapie.
Alla luce di ciò, è stato costituito il Gruppo di Lavoro sullo Scompenso Cardiaco, promosso con il contributo non condizionante di AstraZeneca Italia, Roche Diagnostics e Bayer Italia, con l’obiettivo di affrontare in modo strutturato le criticità ancora irrisolte nella gestione di una delle sindromi croniche a maggiore impatto clinico ed economico nel nostro Paese. Composto da rappresentanti delle Istituzioni, esperti clinici e associazioni di pazienti, il gruppo si propone di elaborare un policy paper contenente indicazioni concrete, da fornire come ulteriore strumento di valutazione al decisore pubblico, per rafforzare la diagnosi precoce, promuovere un approccio integrato e continuativo alla presa in carico del paziente lungo tutto il percorso di cura, e contribuire alla definizione di raccomandazioni di buona pratica clinico-assistenziale adattabili ai diversi contesti regionali.
Sulla rilevanza dell’iniziativa Elena Murelli, Membro 10ª Commissione del Senato della Repubblica e Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Malattie Cardio, Cerebro e Vascolari, ha dichiarato come “l’avvio di questo gruppo di lavoro rappresenta un passo essenziale per affrontare in maniera sistemica le criticità dello scompenso cardiaco, una condizione che richiede una presa in carico strutturata, multidisciplinare e continua. E’ prioritario investire nella diagnosi precoce, sfruttando le più avanzate tecnologie diagnostiche, e rafforzare il ruolo del medico di medicina generale, sia in termini di formazione sia di capacità di dialogo con gli specialisti. Solo un’azione concertata, che integri le istanze cliniche e organizzative nelle sedi istituzionali deputate, potrà generare un cambiamento reale nel percorso di cura”.
In merito all’evoluzione delle strategie cliniche è intervenuto Fabrizio Oliva, Past President dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ANMCO: “Lo scompenso cardiaco rappresenta ancora oggi una delle principali cause di ricovero e una voce rilevante di spesa sanitaria: circa l’85% dei costi complessivi è riconducibile alle ospedalizzazioni. La diagnosi tardiva e l’assenza di continuità assistenziale sono due tra i principali fattori critici. E’ necessario potenziare il collegamento tra ospedale e territorio, favorendo una restituzione precoce del paziente e coinvolgendo attivamente la medicina generale. Ma occorre anche affrontare le diseguaglianze sociali, che spesso condizionano l’aderenza terapeutica e la possibilità stessa di dimettere il paziente, anche quando clinicamente stabilizzato. Per garantire equità, è fondamentale integrare gli aspetti clinici con quelli organizzativi e sociali”.
I bisogni e le istanze delle persone che convivono con la patologia sono stati rappresentati da Maria Rosaria Di Somma, Consigliere Delegato dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci AISC, che ha illustrato come “la patologia è complessa e richiede un modello organizzativo capace di integrare in modo efficace ospedale e territorio. La prevenzione deve essere parte fondante del percorso, per permettere una diagnosi tempestiva e una gestione precoce della malattia. Al tempo stesso, è indispensabile valorizzare il ruolo del medico di medicina generale, rafforzando la comunicazione con gli specialisti e superando gli ostacoli burocratici che ancora oggi scoraggiano l’aderenza terapeutica. Una sanità che sa prevenire è una sanità più giusta, più sostenibile e più vicina ai bisogni dei cittadini”.
A sottolineare l’importanza di un approccio terapeutico continuativo è stata Stefania Paolillo, delegata della Società Italiana di Cardiologia: “Lo scompenso cardiaco impone una presa in carico strutturata e progressiva, fondata su regole di buona pratica clinico-assistenziale adattabili ai diversi contesti regionali. L’esperienza clinica quotidiana ci mostra il bisogno di uno strumento operativo, condiviso e sostenibile, da cui ciascuna realtà regionale possa trarre indicazioni concrete per costruire percorsi efficienti e appropriati. Solo così sarà possibile garantire una presa in carico realmente omogenea e centrata sul paziente”.
– foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
Attualità
Ex ministro russo dei Trasporti trovato morto, ipotesi suicidio
L’ex ministro russo dei Trasporti, Roman Starovoit, è stato trovato morto nella città di Odintsovo nella sua auto. Secondo quanto ha riferito la rappresentante del Comitato Investigativo della Federazione Russa, Svetlana Petrenko, si tratterebbe di suicidio. “Oggi, nel distretto urbano di Odintsovo, è stato trovato il corpo dell’ex ministro dei Trasporti Roman Vladimirovich Starovoit, con una ferita da arma da fuoco, nella sua auto personale. Gli organi della Direzione principale del Comitato Investigativo per la Regione di Mosca stanno lavorando sul posto, accertando le circostanze dell’accaduto. L’ipotesi principale è il suicidio”, ha dichiarato secondo quanto riferisce l’agenzia Tass. Starovoit era stato rimosso dall’incarico con decreto presidenziale la mattina del 7 luglio. Il motivo della decisione del capo dello Stato non era indicato nel documento. Starovoit era a capo del ministero dei Trasporti dal maggio 2024.
-Foto Ipa Agency-
Attualità
Vibo Valentia: sequestrate 1.350 piante di canapa indiana per un valore stimato di oltre 1,3 milioni di euro
In una vasta operazione anti‑droga, i finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno scoperto e sequestrato quattro piantagioni illegali di canapa indiana nel territorio montano del comune di Fabrizia .
Dettagli dell’operazione
- Le coltivazioni illegali, nascoste in aree impervie ed isolate, coprivano una superficie totale di circa 1.500 m², tra boschi fitti e rovi. L’accesso era reso possibile solo tramite cunicoli stretti.
- Sono state sequestrate circa 1.350 piante, alte tra 1 e 1,5 metri, complete di sistemi di irrigazione autonomi.
- Secondo le stime delle Fiamme Gialle, una volta mature e lavorate, queste piante avrebbero prodotto fino a 135.000 dosi di stupefacente .
- Il valore commerciale stimato supera 1.350.000 euro, cifra confermata da più testate regionali.
Il coordinamento operativo
L’operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico‑Finanziaria e dal Gruppo della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, con il supporto della Sezione Aerea di Lamezia Terme e della Stazione del Soccorso Alpino di Cosenza. La zona montana, caratterizzata da accessi difficili e nascosti, ha reso l’intervento particolarmente complesso.
Procedura successiva
Informata tempestivamente l’Autorità Giudiziaria della Procura di Vibo Valentia, guidata dal Procuratore Camillo Falvo, si è disposta la distruzione immediata delle piante in loco, dopo campionamenti rappresentativi per procedere con le analisi necessarie.
Un segnale contro la criminalità
L’operazione rientra in un più ampio piano di contrasto alla coltivazione e al traffico di stupefacenti nelle zone interne della Calabria. Le aree remote e difficili da monitorare rappresentano da tempo un terreno fertile per attività illecite legate alla ‘ndrangheta, che agisce spesso in collaborazione con organizzazioni locali per il narcotraffico. Grazie alla collaborazione tra Guardia di Finanza, unità aeree e soccorso alpino, si è riusciti a smantellare una filiera ben strutturata, dotata di impianti e copertura accurata.
L’operazione di Fabrizia dimostra l’efficacia del coordinamento interforze nella lotta alla criminalità economica e al traffico di droga. Il sequestro di 1.350 piante e il potenziale di guadagno da oltre 1,3 milioni di euro segnalano la gravità del fenomeno. La distruzione sul posto, decisa dall’Autorità Giudiziaria, assicura la tempestività dell’azione repressiva e l’impegno dello Stato nelle aree più difficili del territorio vibonese.
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