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Agli Us Open esordio positivo per Berrettini, Nardi ko

Buona la prima per Matteo Berrettini a New York. Nella prima giornata degli Us Open, quarta e ultima prova del Grande Slam della stagione, in scena sui campi in cemento di Flushing Meadows, il tennista romano, 28enne, ha confermato di essersi messo alle spalle i problemi che lo hanno “limitato” nella passata annata e ha sconfitto nettamente lo spagnolo Albert Ramos Vinolas. L’azzurro, numero 44 del mondo, ha piegato il rivale iberico con il punteggio di 7-6 (2) 6-2 6-3. Al secondo turno Berrettini sfiderà lo statunitense Taylor Fritz, che al debutto nella Grande Mela ha sconfitto l’argentino Camilo Ugo Carabelli con lo score di 7-5 6-1 6-2. “So che posso fare meglio ma, come ho già detto, devo affrontare un passo alla volta. Adesso devo alzare il livello di gioco in vista del secondo turno. Sono arrivato qui a New York con tanti punti interrogativi ma ho gestito bene il match. E’ il mio secondo Slam della stagione. Sono felice di essere qui: New York mi porta bene e poi qui ho dei bei ricordi”, ha detto Berrettini dopo il successo odierno, ricordando di esser approdato nel Major a stelle strisce in semifinale nel 2019.
Sconfitto invece al debutto un altro azzurro, ovvero Luca Nardi. Il 21enne di Pesaro, numero 90 del mondo, ha ceduto di fronte allo spagnolo Roberto Bautista Agut, 36enne, numero 67 del ranking internazionale, col punteggio di 7-5 7-6 (3) 7-6 (5). Nardi ha fallito un set point nella seconda frazione, sul 6-5 in suo favore, e ha “pagato” nei momenti cruciali del match la minore abitudine a certe sfide rispetto a quella accumulata negli anni dal veterano iberico.
Per quanto riguarda i “big”, poi, da segnalare gli esordi positivi di Alexander Zverev, di Casper Ruud, di Ben Shelton e Andrey Rublev. Il tedesco ha sconfitto il connazionale Marterer col punteggio di 6-2 6-7 (5) 6-3 6-2; il norvegese ha piegato il cinese Bu per 7-6 (2) 6-2 6-2; lo statunitense ha liquidato l’austriaco Thiem con lo score di 6-4 6-4 6-2; mentre il russo ha battuto per 6-3 7-6 (3) 7-5 il brasiliano Seyboth Wild.
Nel singolare femminile infine debutti vincenti per la statunitense Coco Gauff, per la spagnola Badosa, per la ucraina Elina Svitolina, per la croata Donna Vekic e per la russa Daria Kasatkina. Ssalutano New York, di contro, la greca Maria Sakkari, costretta al ritiro per un problema alla spalla contro Yafan Wang sul punteggio di 6-2 in favore della cinese, e la tunisina Ons Jabeur, che ha dato forfait prima di scendere in campo.
– foto Ipa Agency –

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Ringo Starr nasce il 7 luglio 1940 e diventa il celebre batterista dei Beatles

Il 7 luglio 1940 nasce a Liverpool Richard Starkey, meglio conosciuto come Ringo Starr, uno dei membri fondatori dei Beatles e tra i batteristi più iconici della storia della musica. La sua carriera musicale è iniziata negli anni ’50 nella scena beat britannica, ma è con i Beatles che ha raggiunto la fama mondiale, contribuendo con il suo stile unico e la sua presenza carismatica a rivoluzionare il panorama musicale degli anni ’60. Oltre al successo con il gruppo, Ringo Starr ha intrapreso una carriera solista di rilievo e ha continuato a influenzare generazioni di musicisti e fan. La sua nascita rappresenta una tappa fondamentale nella storia del rock e della cultura popolare internazionale.

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Live Aid compie 40 anni: il concerto che cambiò la storia della musica e distrusse la carriera di Bob Geldof

Il 13 luglio Live Aid compie 40 anni. Un evento irripetibile che ha segnato la storia della musica e della solidarietà globale, raccogliendo 150 milioni di dollari per combattere la carestia in Etiopia e radunando due miliardi di spettatori davanti agli schermi. Ideato da Bob Geldof, allora leader dei Boomtown Rats, il concerto fu una rivoluzione culturale e tecnica. Nonostante il suo successo umanitario, segnò la fine della carriera musicale di Geldof, che però venne insignito del titolo di Sir per i meriti umanitari. La band sarà di nuovo in concerto il 16 luglio a Pordenone.

Organizzato in contemporanea allo stadio Wembley di Londra e al JFK Stadium di Philadelphia, il Live Aid fu trasmesso in diretta mondiale per 16 ore grazie a 16 satelliti, una sfida tecnologica straordinaria per l’epoca. Sul palco si alternarono alcune delle più grandi leggende della musica mondiale: Paul McCartney, Bob Dylan, U2, Led Zeppelin, Madonna, Ozzy Osbourne, Black Sabbath, Elton John, Crosby Stills Nash & Young, Mick Jagger e Tina Turner.

L’esibizione dei Queen, a Londra, rimane uno dei momenti più iconici, acclamata ancora oggi come uno dei più grandi live della storia. Phil Collins si esibì prima a Londra, poi volò a Philadelphia a bordo del Concorde per suonare anche lì. Tuttavia, la sua performance con i Led Zeppelin fu disastrosa, tanto che Jimmy Page vietò la pubblicazione ufficiale e lo inserì nella lista nera dei suoi peggiori nemici musicali.

Bob Dylan, affiancato da Keith Richards e Ronnie Wood, salì sul palco a Philadelphia visibilmente alterato. Dopo aver provato diversi brani, Dylan decise all’ultimo momento di suonare “Blowin’ In The Wind”, che non avevano provato. Durante l’esecuzione si ruppe una corda, e Wood gli cedette la propria chitarra, restando a mimare le mosse a mani vuote. Una seconda chitarra, totalmente scordata, arrivò poco dopo dal backstage.

Anche Paul McCartney ebbe problemi tecnici: durante i primi due minuti di “Let It Be” il microfono era spento, rendendo la sua voce inudibile per milioni di spettatori. Solo vent’anni dopo, nella versione in DVD, la performance è stata restaurata grazie ai nastri originali.

Simon LeBon dei Duran Duran è ricordato per una delle stecche più eclatanti della giornata, ma ciò non ha scalfito il significato epocale del Live Aid, che resta uno degli esempi più potenti del potere mobilitante della musica. Un’impresa iniziata con “Do They Know It’s Christmas?”, il singolo benefico promosso da Bob Geldof e Midge Ure, che ispirò anche “We Are The World”, realizzato da Lionel Richie e Quincy Jones con la partecipazione di Michael Jackson e numerose stelle americane.

Live Aid resta un simbolo unico di solidarietà, impegno e spettacolo, difficilmente replicabile nell’era della Generazione Z, dove la musica è frammentata in playlist e l’idea di una comunità globale attorno a un evento live sembra appartenere a un’altra epoca.

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Max Pezzali incanta Imola: “Unisco le generazioni, la mia musica è universale”

Davanti a uno stadio naturale da 85.000 spettatori all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, Max Pezzali ha tenuto il suo attesissimo concerto-evento «Max Forever Grand Prix», confermandosi pilastro della musica italiana capace di travalicare le epoche. “Un sogno che si avvera”, lo ha definito l’artista, emozionato dall’affluenza mai vista .


Un format unico

Il palco, allestito come un paddock, ha trasformato il concerto in una vera e propria gara musicale: sui mega schermi il fumettista Roberto Recchioni ha animato i personaggi delle sue canzoni in una corsa stile “Wacky Races”, commentata in diretta da Guido Meda .

Il personaggio “Volta” di Con un deca è stato proclamato vincitore, tra il tripudio del pubblico .


Un repertorio intergenerazionale

Pezzali ha spiegato come il suo repertorio sia cresciuto fino a diventare un patrimonio condiviso: “Nonostante le cose che dico siano molto specifiche, tendono a essere anche universali” . Il pubblico era composto da famiglie, gruppi di amici e fan storici degli 883 accorsi anche con i figli .

Il milanese ha ribadito:

“Credo che certe canzoni siano diventate un patrimonio di tutti… l’idea di adolescenza che raccontano è universale”.
“Chi è venuto ai concerti precedenti vuole tornare” 


Scaletta tra tenori e nostalgia

In due ore e mezza ha proposto 34 brani, mescolando grandi successi come Hanno ucciso l’Uomo RagnoCome maiLa regola dell’amicoNord Sud Ovest Est e Tieni il tempo, con gemme meno eseguite come Cumuli e Se tornerai .


Momenti indimenticabili dello show

  • Omaggi a Senna e alla memoria collettiva: durante Gli anni, Pezzali ha lasciato spazio al pubblico e alla musica di Lucio Dalla (“Ayrton”), mentre scorrevano le parole di Enzo Ferrari sullo schermo.
  • Mega karaoke finale: su Nessun rimpianto, l’artista ha lasciato il palco al pubblico, ingaggiando una vera e propria onda di voce .

Al concerto ha partecipato anche Riccardo Zanotti (dei Pinguini Tattici Nucleari), ospite durante Bottiglie Vuote, una collaborazione molto apprezzata dai più giovani .


Verso il futuro: il tour 2026

Il successo di Imola precede l’annunciato tour negli stadi del 2026, con oltre 240.000 biglietti già venduti, che toccherà città come Milano, Roma, Napoli, Bari, Bologna e altre . Pezzali ha anticipato che saranno previsti nuovi concept legati al mondo del calcio e dell’automobilismo .


Sintesi

  • Location memorabile: 85.000 fan all’Autodromo di Imola, un concerto esperienziale dedicato ai motori e alla musica
  • Messaggio universale: Pezzali unisce diverse generazioni con temi nostalgici e sentimenti condivisi.
  • Scaletta col cuore: hit iconiche degli 883 e pezzi rari, per un racconto musicale a lungo termine .
  • Emozioni e spettacolo: omaggi a Senna, coreografie animate, karaoke collettivi, energia travolgente .
  • Grande attesa per il futuro: tour degli stadi 2026 già in fase di prenotazioni record .

Max Pezzali a Imola ha trasformato una serata in un’esperienza generazionale, celebrare il passato per raccontare un presente vibrante. Se vuoi, posso raccontarti la scaletta completa del prossimo tour, le reazioni social o l’evoluzione del suo progetto musicale.

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