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Musica

Jannik Sinner e Anna Kalinskaya si sposano?

Negli ultimi giorni, New York è stata teatro di un gossip che ha catturato l’attenzione dei fan del tennis: si parla di una possibile proposta di matrimonio tra Jannik Sinner, il giovane tennista italiano attualmente al vertice del ranking mondiale, e la collega russa Anna Kalinskaya. Sinner avrebbe chiesto ad Anna di diventare sua moglie durante una festa afro tenutasi al Chelsea Market, organizzata da Unik Ernest, un noto regista di eventi. Questo incontro è avvenuto alla fine degli US Open, dove Jannik ha trionfato.

Secondo indiscrezioni, durante la serata, il campione avrebbe sussurrato ad Anna un’inattesa domanda: “E se per evitare tutto questo ti chiedessi di sposarmi?” La risposta di Anna, carica di stupore, sarebbe stata: “Ti direi che lo voglio…”. Sebbene non si tratti di una proposta formale, il momento sembra carico di significato, lasciando aperta la possibilità di un matrimonio imminente.

La coppia ha attirato l’attenzione dei media non solo per il loro successo nel tennis, ma anche per le difficoltà che affrontano nel trovare momenti di intimità a causa dei loro impegni professionali. La prospettiva di un matrimonio potrebbe portare serenità e stabilità nella vita di Jannik, specialmente in un periodo in cui si trova ad affrontare una situazione delicata con l’agenzia mondiale antidoping, che ha avviato un procedimento a causa di positività emerse in controlli effettuati a marzo.

In attesa di chiarire questa situazione, la relazione tra Sinner e Kalinskaya continua a essere seguita con grande interesse, con i fan che sperano in un futuro luminoso per entrambi, sia nella vita personale che in quella sportiva. Un possibile matrimonio potrebbe non solo rafforzare il loro legame, ma anche rappresentare una nuova fase nella vita del tennista, che potrebbe così dedicarsi con maggiore serenità al suo sport.

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Eric Clapton contro gli Oasis: “Arroganti e irresponsabili, mi fanno schifo”

Nella metà degli anni ’90, mentre l’Inghilterra torna al centro della scena musicale mondiale con una nuova ondata di artisti e band che spaziano dal rock all’elettronica, dal pop al nascente trip-hop, Eric Clapton non rimane in silenzio. Interpellato in merito alla rinascita del sound britannico, Slowhand offre un giudizio netto e senza filtri: “Mi piacciono i Radiohead e Tricky. Per quanto riguarda le rock band come gli Oasis, hanno un atteggiamento sprezzante e presuntuoso che mi nausea”.

Le parole di Clapton, celebre per la sua franchezza e i suoi giudizi taglienti, non sorprendono chi conosce il suo percorso. Chitarrista leggendario, ha segnato la storia del rock sin dagli anni ’60, prima con gli Yardbirds, poi con i Cream, i Blind Faith e i Derek & the Dominos, fino alla sua carriera solista, iniziata nei primi anni ’70 e diventata fonte di ispirazione per decine di musicisti inglesi delle generazioni successive.

Il suo attacco agli Oasis, e in particolare ai fratelli Noel e Liam Gallagher, nasce più da un dissenso etico e comportamentale che da una critica musicale. Clapton accusa il duo di avere un comportamento irresponsabile, distante dai valori che un artista dovrebbe rappresentare. “Mi ci sono voluti quasi trent’anni, e la morte di amici come Janis Joplin, per capire che come artista ho una responsabilità verso la società e le nuove generazioni. Speravo che band giovani come gli Oasis avessero imparato dagli errori che ha commesso la mia generazione. Invece sono irresponsabili ed arroganti. Si comportano da teppisti e per questo mi fanno schifo”.

Nonostante la durezza del tono, le parole di Clapton si leggono anche come un avvertimento, un tentativo di spingere le nuove leve del rock a riflettere su ciò che significa davvero essere artisti. Nel contesto di un’epoca segnata dal ritorno dell’identità britannica in musica, con band che rivendicano l’essenza UK in ogni nota, il monito di una leggenda come Clapton suona come un’eco del passato, ma anche come una lezione ancora attuale.

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Yellow Submarine dei Beatles debutta il 7 luglio 1968 come simbolo della cultura psichedelica

Il 7 luglio 1968 segna una data storica per la cultura pop e la musica internazionale: esce nelle sale Yellow Submarine, il celebre film d’animazione ispirato all’universo musicale dei Beatles. Diretto da George Dunning e basato sull’omonima canzone, il lungometraggio si distingue per lo stile visivo rivoluzionario, i colori sgargianti e le ambientazioni surreali che incarnano perfettamente lo spirito psichedelico degli anni Sessanta. Il film, ambientato nella città immaginaria di Pepperland, racconta la lotta contro i Blue Meanies grazie all’intervento dei Beatles, diventando non solo un prodotto cinematografico di culto, ma anche un manifesto visivo e sonoro della controcultura. Oltre al valore artistico, Yellow Submarine rappresenta un tassello fondamentale nella storia della band di Liverpool, confermandone l’impatto culturale anche al di fuori della scena musicale. A più di cinquant’anni dall’uscita, resta un’opera intramontabile, capace di affascinare nuove generazioni con la sua fantasia e originalità.

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Ringo Starr nasce il 7 luglio 1940 e diventa il celebre batterista dei Beatles

Il 7 luglio 1940 nasce a Liverpool Richard Starkey, meglio conosciuto come Ringo Starr, uno dei membri fondatori dei Beatles e tra i batteristi più iconici della storia della musica. La sua carriera musicale è iniziata negli anni ’50 nella scena beat britannica, ma è con i Beatles che ha raggiunto la fama mondiale, contribuendo con il suo stile unico e la sua presenza carismatica a rivoluzionare il panorama musicale degli anni ’60. Oltre al successo con il gruppo, Ringo Starr ha intrapreso una carriera solista di rilievo e ha continuato a influenzare generazioni di musicisti e fan. La sua nascita rappresenta una tappa fondamentale nella storia del rock e della cultura popolare internazionale.

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