Tecnologia
Bat lancia la prima edizione del “Growth Summit”, maratona digitale internazionale su innovazione e personalizzazione
Si aprirà domani martedì 19 novembre la prima edizione del “Growth Summit”, una vera e propria “maratona digitale” di tre giorni promossa e organizzata dal Growth Hub di BAT, centro di eccellenza di accelerazione e trasformazione digitale per le nuove categorie (tabacco riscaldato, sigarette elettroniche e sacchetti di nicotina) per l’area più trasformativa ed importante del Gruppo che comprende Europa, America Latina e Canada, per lo sviluppo delle nuove categorie. L’iniziativa vedrà arrivare a Trieste tutti i responsabili e team digitali di BAT delle varie regioni, insieme ad altri professionisti di partner tecnologici premium e brand di industry adiacenti a BAT, tra aziende tecnologiche e società di consulenza, piattaforme retail media, inclusi colossi del marketplace e quick-commerce, per complessivi 40 partecipanti, cui si aggiungeranno altri professionisti, collegati online. L’evento si svolgerà in più location del capoluogo del Friuli Venezia Giulia, tra cui il GCC – Generali Convention Center Trieste e la sede del Growth Hub di BAT stesso.
Il Growth Summit è progettato dal Growth Hub per esplorare come l’azienda possa migliorare le proprie strategie di personalizzazione dell’offerta ai clienti, sfruttando dati, strumenti digitali e tecnologie innovative. Il focus dell’evento in particolare sarà su:
Miglioramento dell’esperienza cliente attraverso la personalizzazione, resa possibile dall’intelligenza artificiale e dal marketing basato sui dati.
Ottimizzazione dei touchpoint digitali, come siti eCommerce, marketplace, quick-commerce e verticali specialisti, per garantire una crescita sostenibile e profittabile
Rilevanza nelle interazioni con i consumatori, grazie a tecniche avanzate di personalizzazione che generano valori funzionali, esperienziali ed economici.
Tre giorni di networking, conoscenza e innovazione – Durante l’evento, i partecipanti avranno accesso a:
Sessioni di approfondimento sulle tendenze emergenti nell’ambito della personalizzazione e delle esperienze digitali.
Confronti diretti tra professionisti del settore, tra cui marketer, data scientist ed esperti digitali. Un’esperienza virtuale 3D a bordo della prima barca a vela ESG al mondo, Arca SGR Maxi 100, con il sui skipper Furio Benussi, Ambassador di One Ocean Foundation che offrirà un momento coinvolgente per un’attività di team building su misura.
L’evento vedrà la partecipazione di oltre 40 professionisti BAT e partner tecnologici provenienti da Europa, America Latina e Canada, oltre a una decina di partecipanti in collegamento online. Tra i partner coinvolti, spiccano nomi di rilievo come: Teads, la global media platform in arrivo da Londra, Glovo, il colosso della consegna a domicilio da Barcellona, Wonderflow, azienda che analizza la “voce dei clienti” su tutte le piattaforme ed Alkemy, società di consulenza digitale di Milano, Furio Benussi – Fast and Furio (ARCA SGR Maxi 100).
“Storicamente il nostro segmento di business è stato fortemente introiettato al suo interno, in una logica inside-out, ma oggi lo sviluppo del portfolio delle nuove categorie, ci sta permettendo non solo di godere appieno di una visione outside-in, ma di mettere energia in delle partnership durature sia con la nostra comunità digitale di BAT che con le società di servizi e tecnologia digitali, costruendo le giuste opportunità di co-creazione con persone di background e business differenti ampliando così le prospettive di business, connettendoci con una nuova dimensione dei consumatori”, afferma Francesca Romana Saule, manager alla guida del Growth Hub entusiasta di dare il via al primo incontro annuale della comunità digitale di BAT proprio a Trieste, centrale non solo per l’evento ma per il progetto del centro di innovazione che ha visto nascere il team alla guida del cambiamento, proprio a Trieste, città della scienza e dell’innovazione, tra le sfide dell’intelligenza artificiale e della sostenibilità.
Continua Saule, “Comprendere di più dei consumatori, in base alle informazioni che ci vengono condivise, ci sta aiutando a sviluppare non solo la fedeltà nella costruzione dei nostri marchi, ma soprattutto a supportare delle scelte responsabili sui nostri prodotti e servizi in continua espansione, dai canali di vendita ai programmi di hyper-care per un consumatore sempre più multi-categoria”. Trieste, crocevia di innovazione e dialogo internazionale, si conferma il luogo ideale per ospitare eventi di portata globale. Il Growth Summit rappresenta una straordinaria opportunità per il territorio di posizionarsi al centro del dibattito sulla trasformazione digitale e la personalizzazione delle esperienze dei consumatori.
“È per noi motivo di grande soddisfazione ospitare la maratona digitale organizzata da BAT, e ancor più rafforzare ulteriormente la collaborazione già avviata tra il Convention Center e un’azienda leader internazionale nell’innovazione tecnologica – osserva Roberto Morelli, presidente del Generali Convention Center -. Oltre a essere un evento chiave per la società quotata a Londra che ha così intensamente investito a Trieste, facendone il cuore dello sviluppo mondiale delle attività digitali, l’evento porterà in porto vecchio numerose aziende tecnologiche e società di consulenza leader del settore, configurandosi come un “summit” delle nuove frontiere nello sviluppo dell’attività d’impresa, anche legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. E per il Convention Center, che concepiamo sempre più come una sede a disposizione delle aziende di ogni dimensione oltre che per la tipica attività congressuale, ospitare professionisti e manager di così alto livello è quantomai qualificante e affine al proprio obiettivo centrale: essere punto d’incontro versatile, dinamico, aperto e orientato ad attività di eccellenza nei settori più vari”.
-foto IPA-
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L’online spaventa gli italiani, uno su due si è imbattuto in episodi di odio e revenge porn
A più della metà della popolazione è capitato di imbattersi in rete in contenuti di odio, disinformazione e revenge porn, più di 8 italiani su 10 esprimono preoccupazione al riguardo. Ciononostante, il 44,1% non ha avvertito la necessità di chiedere aiuto o suggerimenti per un utilizzo più critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. La propensione a cercare sostegno è più alta tra i minorenni; oltre la metà di loro si rivolge alla famiglia, circa un terzo agli insegnanti, mentre il 30% della fascia 14-17 anni ad amici e compagni di scuola. Questi alcuni dei dati più significativi del rapporto AGCOM “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale nella popolazione italiana”, presentato oggi alla stampa. Alla conferenza stampa hanno partecipato il Presidente dell’Autorità, Giacomo Lasorella, il Commissario Massimiliano Capitanio e il Direttore del Servizio Studi e Analisi Tecniche, Mario Staderini.
Il rapporto fotografa i principali fabbisogni digitali della popolazione italiana, sulla base dei risultati di un questionario somministrato a un campione di oltre 7 mila individui, rappresentativo della popolazione italiana dai 6 anni in su. Se l’utilizzo di Internet da parte degli italiani è ampio – ben il 90% naviga in Rete tutti i giorni e quasi il 48% per più di 4 ore al giorno – più di un terzo della popolazione dai 14 anni in su non possiede alcun grado di alfabetizzazione algoritmica (sei su dieci tra gli anziani) e solo il 7% raggiunge un livello ottimale. Due italiani su tre possiedono smart tv e computer portatili. L’80% continua ad accedere ai media durante i pasti, in quattro casi su cinque guardando programmi televisivi. Tra gli under 35 è diffuso l’uso dei social media e delle piattaforme di condivisione video. Circa la metà accede ad Internet per almeno quattro ore al giorno, in particolare per informarsi (soprattutto adulti e anziani), comunicare con amici (soprattutto i ragazzi tra i 14 e i 17 anni) e fruire di contenuti audiovisivi.
Il rapporto registra famiglie sempre più sensibili all’accesso ai media da parte dei minori: 8 su 10 ricorrono a qualche forma di regola, mentre il 13% sceglie il divieto assoluto e il 4,8% lascia totale libertà. Diverse le strategie di mediazione genitoriale: le più diffuse sono la definizione di limiti di tempo o di fasce orarie nell’utilizzo di Internet e tv (utilizzate da due genitori su dieci) e il ricorso a strumenti di parental control. Età e livello di istruzione differenziano l’atteggiamento dei genitori: over 45 e laureati adottano più spesso strategie di monitoraggio e co-using; i più giovani e meno istruiti prediligono le restrizioni. Più di 8 italiani su 10 si dichiarano genericamente preoccupati per i diversi contenuti e attività fonti di rischio, mentre i minorenni sono meno preoccupati della media della popolazione. Tre minori su quattro hanno esperienza di fruizione di contenuti relativi alla categoria di negative user-generated content, come sfide social, cyberbullismo e revenge porn. Solo il 15% degli italiani si dichiara molto preoccupato dalla presenza di contenuti audiovisivi non protetti dal diritto d’autore.
Oltre 8 cittadini su 10 svolgono una qualche azione di contrasto, quando si imbattono in attività/contenuti che rappresentano fattori di rischio, e più della metà evita di accedere a canale/testata/piattaforma che li ospita. Appena un terzo verifica la fonte del contenuto e della notizia potenzialmente rischiosa; più alto è il titolo di studio, più aumenta la frequenza di segnalazioni e verifiche. Quasi la metà della popolazione non si rivolge ad alcun soggetto per avere indicazioni e suggerimenti per un utilizzo critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. Il 41% della popolazione dai 14 anni in su non è a conoscenza del ruolo degli algoritmi di raccomandazione utilizzati dalle principali piattaforme online, mentre il 64,6% ha un livello nullo o scarso di alfabetizzazione algoritmica. Il 48% è a conoscenza della possibilità di personalizzare la propria esperienza di fruizione sulle piattaforme online, e, tra questi, più dell’80% utilizza almeno uno strumento di curation editoriale e più del 60% un tool di segnalazione dei contenuti.
– foto IPA Agency –
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SEGA Sta Valutando un Servizio in Abbonamento Simile a Game Pass e PS Plus
SEGA potrebbe presto entrare nel mondo dei servizi in abbonamento, unendosi a giganti come Sony, Microsoft, EA e Ubisoft. Il Presidente della compagnia, Shuji Utsumi, ha rivelato durante un’intervista alla BBC, in occasione della premiere di Sonic – Il Film 3, che l’azienda sta “valutando diverse opportunità” per lanciare un proprio servizio in abbonamento. Sebbene non abbia potuto fornire dettagli specifici, ha dichiarato che SEGA sta pensando a qualcosa che “non può rivelare al momento”.
Con un catalogo che include saghe iconiche come Sonic, Yakuza, Football Manager, Total War, e le proprietà di Atlus come Persona, SEGA ha riconosciuto l’interesse crescente nel segmento degli abbonamenti, che è già dominato da servizi come Ubisoft+, EA Play, PlayStation Plus e Game Pass. La compagnia giapponese sembra quindi voler sfruttare le proprie IP di successo per entrare in questo mercato in espansione.
Nel corso dell’intervista, Utsumi ha anche ammesso che SEGA ha perso parte del suo lustro nel tempo e ha sottolineato l’obiettivo di restituire alla compagnia la gloria di un tempo. Ha spiegato che i 240 licenziamenti effettuati lo scorso marzo sono stati una decisione difficile ma necessaria per le nuove ambizioni della compagnia. Inoltre, il rinvio di Football Manager 25 è stato deciso per garantire un prodotto di alta qualità, evitando che il gioco fosse lanciato in uno stato insoddisfacente.
Con queste dichiarazioni, SEGA sembra pronta a riprendersi e a esplorare nuove opportunità per rimanere competitiva nel mondo dei videogiochi.