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GTA 6: Nuovo Trailer in Arrivo? La Community Specula su un Dettaglio

È trascorso più di un anno dalla pubblicazione del primo trailer di GTA 6, e i fan iniziano a chiedersi quanto dovranno ancora aspettare per vedere finalmente il gioco in azione. Al momento, Rockstar non ha fornito alcuna informazione ufficiale sul prossimo capitolo di Grand Theft Auto, ma un dettaglio emerso recentemente ha infiammato le discussioni online, alimentando le speranze per un secondo trailer imminente.

Secondo alcuni osservatori attenti, la playlist di GTA 6 su YouTube sarebbe stata aggiornata di recente. Sebbene non siano stati caricati nuovi video, nemmeno in modalità privata, questa modifica ha subito scatenato l’entusiasmo della community. Tuttavia, l’aggiornamento potrebbe essere dovuto a semplici modifiche nella descrizione o nella struttura della playlist, senza necessariamente implicare l’arrivo di un nuovo contenuto video. Ciò che è certo è che qualcuno ha recentemente messo mano alle impostazioni della playlist.

Non è la prima volta che i fan speculano sull’uscita di un nuovo trailer. In passato, alcuni avevano interpretato un indizio riguardante la luna visibile in un’immagine promozionale di GTA Online come un possibile segnale. Molti, però, ritengono che il momento per un nuovo trailer sia finalmente arrivato: i tempi sembrano maturi, e c’è la possibilità che Rockstar colga l’occasione dei prossimi The Game Awards, in programma per la notte del 12 dicembre, per svelare ulteriori dettagli su GTA 6.

Nel frattempo, Take-Two ha recentemente confermato che non ci sono ritardi previsti nella tabella di marcia del gioco. L’uscita di GTA 6 è ancora attesa per l’autunno del 2025, offrendo ai fan un obiettivo concreto a cui guardare mentre l’attesa cresce.

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Turismo, il 91% degli italiani si fida dell’Intelligenza Artificiale per viaggiare meglio

 La digitalizzazione e l’Intelligenza Artificiale stanno trasformando radicalmente il modo in cui i viaggiatori organizzano e gestiscono i propri spostamenti. Secondo i dati ufficiali del Gruppo Ferrovie dello Stato, nel 2024 il traffico passeggeri ferroviario in Italia ha raggiunto i 49 miliardi di passeggeri × km, con un aumento del 6,7% rispetto al 2023, crescita che riflette l’impatto della liberalizzazione del settore ferroviario e il ruolo chiave delle piattaforme digitali sull’ottimizzazione dell’esperienza utente.

Le nuove tecnologie stanno trasformando profondamente il modo in cui le persone si spostano e organizzano i propri viaggi in treno. Oggi, il 91% degli italiani si affida alla tecnologia per pianificare, ottimizzare e migliorare l’esperienza di viaggio. È quanto emerge dalla recente ricerca “IA e mobilità”, condotta da Doxa per Trainline, la piattaforma indipendente leader in Europa nella prenotazione di treni e pullman.

Questo studio ha rappresentato il punto di partenza del primo Trainline Talk italiano “Smart travel: la nuova era del trasporto digitale”, un evento che ha visto il confronto tra diversi protagonisti del settore, tra cui Paola De Filippo (CEO di Sabre), Leonardo Cesarini (CCO di Trenord), Mario Ferretti (Co-founder di Wayla) e Simone Lini (CEO di Navifare). L’adozione delle piattaforme digitali è ormai largamente diffusa: l’86% degli italiani le utilizza per pianificare i propri spostamenti, in particolare i viaggiatori business all’estero (40%) e in Italia (36%).

Tra i vantaggi percepiti, il 51% ha dichiarato di aver risparmiato confrontando i prezzi, mentre il 29% ha potuto viaggiare più spesso grazie a offerte trovate online. Gli italiani chiedono più efficienza e integrazione dalle app di prenotazione. La funzionalità più richiesta è il risparmio tramite la combinazione di biglietti (42%), seguita da informazioni sulle coincidenze multimodali (20%) e notifiche in tempo reale (17%). Un altro aspetto rilevante riguarda il desiderio di integrazione delle tratte regionali: l’84% degli italiani considera fondamentale avere accesso anche ai biglietti locali da un’unica piattaforma di acquisto. L’interesse è particolarmente forte tra i 45-64enni (39%) e i viaggiatori all’estero per motivi di lavoro (42%).

– foto ufficio stampa Burson Global –

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L’online spaventa gli italiani, uno su due si è imbattuto in episodi di odio e revenge porn

A più della metà della popolazione è capitato di imbattersi in rete in contenuti di odio, disinformazione e revenge porn, più di 8 italiani su 10 esprimono preoccupazione al riguardo. Ciononostante, il 44,1% non ha avvertito la necessità di chiedere aiuto o suggerimenti per un utilizzo più critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. La propensione a cercare sostegno è più alta tra i minorenni; oltre la metà di loro si rivolge alla famiglia, circa un terzo agli insegnanti, mentre il 30% della fascia 14-17 anni ad amici e compagni di scuola. Questi alcuni dei dati più significativi del rapporto AGCOM “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale nella popolazione italiana”, presentato oggi alla stampa. Alla conferenza stampa hanno partecipato il Presidente dell’Autorità, Giacomo Lasorella, il Commissario Massimiliano Capitanio e il Direttore del Servizio Studi e Analisi Tecniche, Mario Staderini.

Il rapporto fotografa i principali fabbisogni digitali della popolazione italiana, sulla base dei risultati di un questionario somministrato a un campione di oltre 7 mila individui, rappresentativo della popolazione italiana dai 6 anni in su. Se l’utilizzo di Internet da parte degli italiani è ampio – ben il 90% naviga in Rete tutti i giorni e quasi il 48% per più di 4 ore al giorno – più di un terzo della popolazione dai 14 anni in su non possiede alcun grado di alfabetizzazione algoritmica (sei su dieci tra gli anziani) e solo il 7% raggiunge un livello ottimale. Due italiani su tre possiedono smart tv e computer portatili. L’80% continua ad accedere ai media durante i pasti, in quattro casi su cinque guardando programmi televisivi. Tra gli under 35 è diffuso l’uso dei social media e delle piattaforme di condivisione video. Circa la metà accede ad Internet per almeno quattro ore al giorno, in particolare per informarsi (soprattutto adulti e anziani), comunicare con amici (soprattutto i ragazzi tra i 14 e i 17 anni) e fruire di contenuti audiovisivi.

Il rapporto registra famiglie sempre più sensibili all’accesso ai media da parte dei minori: 8 su 10 ricorrono a qualche forma di regola, mentre il 13% sceglie il divieto assoluto e il 4,8% lascia totale libertà. Diverse le strategie di mediazione genitoriale: le più diffuse sono la definizione di limiti di tempo o di fasce orarie nell’utilizzo di Internet e tv (utilizzate da due genitori su dieci) e il ricorso a strumenti di parental control. Età e livello di istruzione differenziano l’atteggiamento dei genitori: over 45 e laureati adottano più spesso strategie di monitoraggio e co-using; i più giovani e meno istruiti prediligono le restrizioni. Più di 8 italiani su 10 si dichiarano genericamente preoccupati per i diversi contenuti e attività fonti di rischio, mentre i minorenni sono meno preoccupati della media della popolazione. Tre minori su quattro hanno esperienza di fruizione di contenuti relativi alla categoria di negative user-generated content, come sfide social, cyberbullismo e revenge porn. Solo il 15% degli italiani si dichiara molto preoccupato dalla presenza di contenuti audiovisivi non protetti dal diritto d’autore.

Oltre 8 cittadini su 10 svolgono una qualche azione di contrasto, quando si imbattono in attività/contenuti che rappresentano fattori di rischio, e più della metà evita di accedere a canale/testata/piattaforma che li ospita. Appena un terzo verifica la fonte del contenuto e della notizia potenzialmente rischiosa; più alto è il titolo di studio, più aumenta la frequenza di segnalazioni e verifiche. Quasi la metà della popolazione non si rivolge ad alcun soggetto per avere indicazioni e suggerimenti per un utilizzo critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. Il 41% della popolazione dai 14 anni in su non è a conoscenza del ruolo degli algoritmi di raccomandazione utilizzati dalle principali piattaforme online, mentre il 64,6% ha un livello nullo o scarso di alfabetizzazione algoritmica. Il 48% è a conoscenza della possibilità di personalizzare la propria esperienza di fruizione sulle piattaforme online, e, tra questi, più dell’80% utilizza almeno uno strumento di curation editoriale e più del 60% un tool di segnalazione dei contenuti.

– foto IPA Agency –

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Open Fiber, la fibra arriva ad Atrani

La fibra arriva ad Atrani. Il comune più piccolo d’Italia per estensione (0,12 chilometri quadrati) può godere di una connessione internet degna di questo nome.
Ad oggi sono 439 le unità immobiliari coperte dalla fibra ottica FTTH con il Piano Banda Ultralarga (BUL).
Tra gli edifici coperti in modalità FTTH – unica soluzione in grado di restituire agli utenti velocità di connessione fino a 10 gigabit al secondo – diverse sedi pubbliche come il Municipio, il poliambulatorio comunale, la Casa della cultura e il Centro operativo comunale di Protezione civile. Michele Siravo sindaco di Atrani afferma: “Atrani è un Comune ricco di storia e di cultura e l’arrivo della fibra è uno spartiacque tra passato e futuro. Passiamo da una misera connessione di 10mega a una linea ultra veloce che permetterà ai dipendenti comunali di sfruttare a pieno la trasformazione digitale. Oggi possiamo erogare una carta d’identità in pochi minuti prima ci volevano giorni. Nel 2010 ci fu la tragica alluvione che interessò il nostro paese e con una connessione a 10 mega è impensabile oggi gestire dati così delicati come immagini, cartografie e dati meteo. Attualmente abbiamo dislocate sul territorio 30 telecamere collegate con una fibra interna al comune che rende più fluide le immagini del torrente Dragone così da monitorarlo costantemente”.
I lavori sono stati effettuati da Open Fiber.
Le risorse stanziate non sono gravate sul bilancio del Comune: l’infrastruttura tecnologica, infatti, è finanziata con fondi regionali e statali nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società in house del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione Campania.
“La funzione di Infratel – afferma Salvatore del Monte di Infratel Italia spa – è quella di andare a incentivare la diffusione di servizi avanzati di connettività in quelle aree del Paese dove l’accesso a questi servizi è limitato o addirittura assente”.
Gennaro Schisano di Open Fiber precisa: “E’ stato un dovere portare la fibra qui ma è stata anche una sfida viste le difficoltà legate alla conformazione del territorio con montagne e strade strette e anche l’elevato afflusso turistico ha generato problemi ma siamo riusciti a completare i lavori come previsti dal bando #BUL”.
A oggi col Piano BUL sono coperti dalla fibra ottica oltre 325mila unità immobiliari in tutta la Campania. Marco Manzella di Open Fiber sottolinea: “Una grande occasione di civiltà contribuire alla digitalizzazione di una delle perle della costiera amalfitana. Il lavoro è stato reso possibile anche grazie al Comune alla Regione Campania che ci ha supportato e agli enti territoriali che ci sono stati sempre vicini”.
Importante per Atrani la fibra anche per gestire la telemedicina come spiega Gaetano Ala, farmacista del paese: “La telemedicina è fondamentale per i cittadini perchè sul territorio ricopre un ruolo molto importane. Basti pensare che l’ospedale più vicino è a Salerno e soprattutto d’estate è difficile raggiungerlo. Oggi non è più il paziente che va dal medico ma il contrario e la Farmacia dei Servizi è utile per curare e fare prevenzione. La fibra agevola molto il lavoro soprattutto per la purezza della trasmissione del dato ma soprattutto per la velocità nel ricevere referti che prima arrivavano dopo 15 minuti, ora in pochi istanti si può avere una refertazione rapida e immediata”.
-news in collaborazione con Open Fiber –
-foto f08/Italpress-

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