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Cronaca

Arrestati due cittadini albanesi per associazione a delinquere e autoriciclaggio

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ADN24

L’operazione internazionale “Trade Scam”, che ha visto coinvolti la Polizia di Stato di Torino, il Servizio Polizia Postale, Eurojust e la SPAK albanese, ha portato all’arresto di due cittadini albanesi accusati di essere coinvolti in un’organizzazione criminale dedita al falso trading online e all’autoriciclaggio. L’indagine, iniziata nel 2019, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino ed è culminata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in Albania, con il supporto delle autorità locali e di INTERPOL.

L’inchiesta è partita dalla denuncia di una vittima che, attirata da banner pubblicitari di fantomatiche società di investimenti, è stata convinta a versare ingenti somme di denaro con la promessa di guadagni facili. L’attività investigativa ha rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale strutturata, che operava tramite la creazione di società di comodo utilizzate per realizzare operazioni di riciclaggio. Le somme versate dalle vittime venivano trasferite su conti esteri, aggirando così i controlli antiriciclaggio. L’analisi dei flussi finanziari ha permesso di scoprire che il denaro veniva successivamente convertito in criptovalute e trasferito tramite blockchain, complicando ulteriormente l’identificazione dei colpevoli.

Le indagini, condotte dagli investigatori del C.O.S.C. di Torino, hanno permesso di ricostruire i ruoli all’interno dell’organizzazione e di raccogliere prove che hanno portato all’emissione dei mandati di cattura. Nella fase esecutiva dell’operazione, che ha avuto luogo in Albania, sono stati coinvolti anche gli investigatori italiani, grazie alla cooperazione tra i due Paesi.

A seguito degli arresti, è stato disposto il sequestro di beni per un valore complessivo di 4 milioni di euro, frutto dei reati di riciclaggio e autoriciclaggio. Gli indagati devono comunque considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva. Questo caso evidenzia come le moderne tecnologie, come le criptovalute e la blockchain, vengano sfruttate dalle organizzazioni criminali per eludere i controlli internazionali.

Cronaca

Arrestata la banda dei tombini: 8 arresti per furti nelle attività commerciali di Genova e Arenzano

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I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Genova Centro e della Compagnia di Arenzano hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 8 persone, tra cui due donne, accusate di aver fatto parte della cosiddetta “banda dei tombini”. Il gruppo criminale è ritenuto responsabile di numerosi furti, perpetrati con il metodo della “spaccata”, ai danni di esercizi commerciali. Durante le indagini preliminari, è emerso che la banda utilizzava tombini o grate metalliche prelevate dal manto stradale per infrangere le vetrine dei negozi e fare irruzione all’interno, rubando denaro, oggetti di valore e merce disponibile.

L’attività criminale, che ha avuto luogo tra ottobre e dicembre 2024, ha visto i membri del gruppo agire sia in coppie che singolarmente, prendendo di mira principalmente bar, ristoranti e negozi del centro storico di Genova e di Arenzano. Il modus operandi era sempre lo stesso: i malviventi agivano nelle ore serali e notturne, approfittando del buio per compiere i furti senza essere notati.

L’intensificarsi dei furti ha destato preoccupazione tra i commercianti locali, che hanno subito danni significativi, tra cui vetrine e porte infrante, oltre alla sottrazione di circa 15.000 euro in contante e vari altri beni, come alcolici, tablet per ordinazioni e registratori di cassa. In alcuni casi, i ladri si sono anche divisi i proventi del crimine.

Le indagini condotte dai Carabinieri, con il supporto della Procura della Repubblica di Genova, hanno portato alla scoperta e all’arresto dei membri del gruppo. La polizia ha analizzato attentamente le immagini dei sistemi di videosorveglianza e ha eseguito numerosi servizi di osservazione, anche con abiti civili, riuscendo ad arrestare uno degli arrestati in flagranza e a denunciare altri due complici.

Come risultato delle operazioni, 6 persone sono state portate in carcere, mentre 2 sono state sottoposte al divieto di dimora. L’indagine prosegue per identificare altri possibili responsabili di furti simili nella zona. Il piano di azione coordinato tra le forze dell’ordine ha finalmente messo fine a una serie di crimini che avevano creato un’atmosfera di incertezza e timore tra gli esercenti della zona.

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Cronaca

Arrestato un 50enne serbo per maltrattamenti e furti in Croazia: scoperta una richiesta di estradizione

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Un uomo di 50 anni, originario della Serbia, è stato arrestato dagli agenti del Commissariato San Lorenzo della Polizia di Stato dopo una segnalazione che lo coinvolgeva in un caso di maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie. L’intervento è scattato dopo che la donna aveva denunciato i continui abusi subiti in ambito familiare.

Inizialmente, quando la polizia ha raggiunto il luogo della segnalazione, non ha trovato il soggetto. Tuttavia, grazie a sofisticati sistemi investigativi, gli agenti hanno scoperto che l’uomo era ricercato dalle autorità croate. Nel 2015, infatti, il 50enne era stato coinvolto in una serie di furti aggravati in Croazia e, il 17 ottobre 2023, era stato emesso un mandato di arresto internazionale per lui.

Dopo aver raccolto dettagli sulle sue generalità, gli agenti hanno avviato una serie di indagini che li hanno portati a localizzare l’uomo in un luogo a lui familiare. Una volta confermata la sua identità tramite una minuziosa osservazione, il soggetto è stato arrestato e condotto al Commissariato di Polizia per ulteriori verifiche.

La collaborazione con la Divisione SI.RE.NE., che gestisce le richieste di estradizione e i provvedimenti internazionali, ha permesso di notificare all’arrestato il mandato emesso dalle autorità croate. Ora, il 50enne serbo si trova sotto custodia nel carcere di Regina Coeli, a disposizione del Presidente della Corte di Appello di Roma, per gli sviluppi relativi alla sua estradizione verso la Croazia, dove dovrà rispondere dei reati commessi.

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Cronaca

Arrestato a Gallipoli un uomo condannato per maltrattamenti familiari

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Il 9 gennaio scorso, personale del Commissariato di P.S. di Gallipoli ha eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di un uomo di 46 anni, disoccupato e con numerosi precedenti penali, per reati contro il patrimonio e la persona. L’arresto è stato effettuato in esecuzione di una sentenza di condanna emessa dalla Procura della Repubblica di Lecce, che aveva stabilito una pena di reclusione di un anno per maltrattamenti nei confronti della madre, perpetrati tra il 2016 e il 2017.

Le indagini condotte dal Commissariato hanno svelato un quadro familiare segnato dalla violenza, con l’uomo che viveva con la madre e compiva ripetuti atti di sopraffazione. Le aggressioni fisiche erano accompagnate da continue richieste di denaro, destinate all’acquisto di alcolici. La situazione ha portato a gravi episodi di violenza, con il 46enne arrestato in flagranza di reato in un primo momento, mentre era in corso l’inchiesta.

A seguito del provvedimento di carcerazione, l’uomo è stato nuovamente arrestato e trasferito nel carcere di “Borgo San Nicola” di Lecce, dove dovrà scontare la pena residua stabilita dal Tribunale.

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