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Cronaca

Catania | Stragi del sabato sera, controlli con test su alcol e droga

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Nel fine settimana appena trascorso, la Polizia di Stato ha intensificato i controlli sulle principali arterie cittadine, con particolare attenzione alle aree frequentate durante la movida e ai comportamenti di guida. L’operazione ha visto un impegno significativo da parte della Sezione della Polizia Stradale di Catania, che ha messo in atto una serie di controlli notturni per contrastare il fenomeno della guida sotto l’effetto di alcol e droghe, nonché per monitorare il rispetto delle norme del Codice della Strada.

I controlli si sono concentrati principalmente nella zona di Ognina, una via cruciale per il traffico in entrata e in uscita dalla città. Nel corso dell’attività, che ha coinciso con la giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada, gli agenti hanno fermato oltre 50 persone e controllato circa 30 veicoli. Gli accertamenti hanno incluso l’uso del dispositivo “alcolBlow” per rilevare la presenza di alcol nel sangue dei conducenti. Due automobilisti sono stati trovati positivi al test, con tassi alcolemici compresi tra 0,5 e 0,8 grammi per litro di sangue. Per loro sono scattate non solo le sanzioni pecuniarie, ma anche la sospensione della patente da tre a sei mesi, oltre alla decurtazione di 10 punti.

Nel complesso, sono state rilevate 12 violazioni al Codice della Strada, tra cui il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, l’assenza di copertura assicurativa e il mancato controllo della revisione dei veicoli. Molti automobilisti sono stati anche sorpresi a utilizzare il cellulare mentre erano alla guida, un comportamento che continua a essere una delle principali cause di incidenti stradali.

L’operazione non si è limitata alla mera attività di controllo, ma ha avuto anche una funzione educativa, con l’obiettivo di sensibilizzare i conducenti, in particolare i più giovani, sull’importanza del rispetto delle regole della strada. La Polizia Stradale ha ribadito l’importanza di una guida responsabile, fondamentale per la sicurezza propria e degli altri utenti della strada.

Cronaca

Travolta dopo essere scesa dall’auto: Adela muore a 27 anni in un tragico incidente

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Tragedia nella serata di venerdì 6 dicembre sull’autostrada A35, a pochi chilometri da Brescia, dove Adela Xhaferri, una giovane di 27 anni, ha perso la vita in un drammatico incidente stradale. La giovane donna, di origini albanesi e residente a Brescia, si trovava a bordo di un’auto guidata da un connazionale quando la vettura ha sbandato per motivi ancora da chiarire, finendo contro il guardrail.

Secondo le prime ricostruzioni, subito dopo l’incidente, Adela è scesa dall’auto. In quel momento, un altro veicolo che sopraggiungeva non è riuscito a vederla a causa del buio e l’ha travolta. Nonostante i soccorsi immediati, per la giovane non c’è stato nulla da fare. La tragedia si è consumata poco dopo le 23, quando l’ambulanza e un’automedica sono arrivate sul posto. Fortunatamente, sia il conducente dell’auto che aveva perso il controllo, sia l’autista del veicolo che l’ha travolta, sono rimasti illesi.

Le forze dell’ordine e i soccorritori sono intervenuti tempestivamente, ma per Adela non c’è stato scampo. Il giovane alla guida dell’auto, che aveva perso il controllo, è stato sentito dagli investigatori per chiarire la dinamica dell’incidente. Le autorità stanno cercando di capire le cause precise dello sbandamento, anche se sembra che l’auto abbia subito un improvviso incidente, che ha fatto scendere Adela mentre si trovava in una situazione di vulnerabilità sulla strada.

Questa tragica morte ha scosso profondamente la comunità di Brescia, dove Adela Xhaferri era conosciuta, e solleva interrogativi sulla sicurezza stradale, soprattutto in situazioni di emergenza. Il fatto che la giovane donna sia stata travolta da un altro veicolo dopo essere scesa dal suo ha evidenziato i pericoli a cui gli automobilisti sono esposti in caso di incidenti, anche se non coinvolti direttamente nel sinistro.

L’incidente ha lasciato una scia di dolore e confusione tra familiari e amici, che stanno cercando di elaborare una perdita così improvvisa e tragica. Gli investigatori continueranno a lavorare per ricostruire con maggiore precisione la sequenza degli eventi, al fine di evitare che situazioni simili possano ripetersi in futuro.

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Cronaca

Ragazzino picchiato da un gruppo di bulli fuori dalla scuola: costola rotta e ferite

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Un nuovo episodio di bullismo scuote la città di Bologna, dove, a distanza di un anno, il fratello minore di un ragazzo picchiato in un altro istituto è stato aggredito all’esterno della scuola Manfredi Tanari. La madre dei due ragazzi ha raccontato l’incidente in cui suo figlio di 14 anni è stato accerchiato da un gruppo di coetanei, che lo hanno picchiato selvaggiamente, provocandogli una costola rotta e diverse ferite da taglio, presumibilmente causate da coltelli o altri oggetti affilati. L’aggressione sarebbe iniziata con il tentativo di rubare un cappello, ma è degenerata in una vera e propria rissa, con la partecipazione di ragazzi più grandi, probabilmente non studenti della scuola.

Il drammatico episodio segue un altro violento pestaggio subito dal fratello maggiore, avvenuto lo scorso anno nelle scuole Aldini Valeriani. Entrambi gli episodi hanno suscitato indignazione e preoccupazione, portando l’assessore Ara, il sindaco Lepore e la premier Giorgia Meloni a esprimere la loro solidarietà e a sottolineare l’urgenza di affrontare il problema del bullismo nelle scuole.

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Omicidio a Nettuno: donna arrestata per il delitto dell’ex compagno

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Un tragico omicidio è avvenuto ieri sera a Nettuno, quando un uomo di 43 anni è stato trovato senza vita in un cortile di un condominio, vittima di ferite da arma da taglio. L’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Anzio è stato sollecitato da una segnalazione di una persona riversa a terra, poco distante dal centro della cittadina. Quando i militari sono arrivati sul posto, hanno constatato il decesso dell’uomo e hanno avviato le indagini.

Poco dopo, la svolta nelle indagini è arrivata quando una donna italiana di 36 anni, ex compagna della vittima, si è presentata spontaneamente presso la caserma dei Carabinieri di Nettuno. La donna ha confessato di aver accoltellato l’ex compagno durante una violenta discussione, scaturita da problemi economici e dalla gestione della figlia, entrambi temi che avevano caratterizzato numerose liti precedenti. La donna ha anche indicato dove fosse stato gettato il coltello, rinvenuto poco dopo, intriso di sangue.

A seguito della confessione, la donna è stata arrestata con l’accusa di omicidio e trasferita nel carcere di Roma Rebibbia. Durante l’interrogatorio, il Pubblico Ministero di turno ha ritenuto sufficienti gli indizi di colpevolezza a suo carico per disporre l’arresto. Si precisa, tuttavia, che la donna deve considerarsi innocente fino a una eventuale sentenza definitiva.

Il caso ha suscitato un forte impatto emotivo nella comunità di Nettuno, già scossa per la tragedia. Le indagini sono in corso per ricostruire i dettagli dell’incidente e capire meglio le dinamiche che hanno portato all’omicidio. La vicenda mette in luce le gravi conseguenze derivanti da conflitti familiari irrisolti, che possono culminare in episodi di violenza estrema.

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