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Cronaca

Civitavecchia | Operazione “Fake Flag”: scoperte 33 imbarcazioni da diporto sconosciute al fisco

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ADN24

Si è conclusa con successo l’operazione antievasione “Fake Flag” condotta dalle Fiamme Gialle Aeronavali di Civitavecchia, mirata a contrastare il fenomeno delle imbarcazioni da diporto di proprietà di cittadini italiani che, per evitare il pagamento delle tasse, adottano bandiere estere. Un fenomeno in espansione, come rilevato da un’analisi recente, che ha registrato un aumento del 256% nel numero di imbarcazioni che negli ultimi tre anni hanno cambiato la bandiera italiana con quella di altri paesi, causando una perdita di gettito IVA stimata in circa 200 milioni di euro.

L’operazione ha avuto come obiettivo il monitoraggio dei porti e degli approdi sul litorale, oltre al pattugliamento delle acque territoriali della Regione Lazio. Queste attività hanno portato alla scoperta di numerosi armatori che avevano omesso di dichiarare il possesso delle loro imbarcazioni, tutte registrate con bandiere estere. In particolare, sono state individuate 33 imbarcazioni completamente sconosciute al fisco, con un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Per ciascuno degli armatori coinvolti sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 530 mila euro.

In aggiunta, quattro imbarcazioni con bandiera extracomunitaria sono state sequestrate in quanto avevano superato il limite di permanenza nel territorio comunitario senza aver saldato gli oneri doganali previsti. L’operazione ha visto la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane di Civitavecchia, nell’ambito di un protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza, al fine di garantire il rispetto delle normative fiscali e doganali.

La Guardia di Finanza ribadisce l’importanza di questi controlli, che non solo mirano a contrastare l’evasione fiscale, ma anche a garantire il corretto svolgimento delle attività economiche legate alla nautica da diporto e a reprimere eventuali traffici illeciti via mare.

Cronaca

Arrestato un 50enne serbo per maltrattamenti e furti in Croazia: scoperta una richiesta di estradizione

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Un uomo di 50 anni, originario della Serbia, è stato arrestato dagli agenti del Commissariato San Lorenzo della Polizia di Stato dopo una segnalazione che lo coinvolgeva in un caso di maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie. L’intervento è scattato dopo che la donna aveva denunciato i continui abusi subiti in ambito familiare.

Inizialmente, quando la polizia ha raggiunto il luogo della segnalazione, non ha trovato il soggetto. Tuttavia, grazie a sofisticati sistemi investigativi, gli agenti hanno scoperto che l’uomo era ricercato dalle autorità croate. Nel 2015, infatti, il 50enne era stato coinvolto in una serie di furti aggravati in Croazia e, il 17 ottobre 2023, era stato emesso un mandato di arresto internazionale per lui.

Dopo aver raccolto dettagli sulle sue generalità, gli agenti hanno avviato una serie di indagini che li hanno portati a localizzare l’uomo in un luogo a lui familiare. Una volta confermata la sua identità tramite una minuziosa osservazione, il soggetto è stato arrestato e condotto al Commissariato di Polizia per ulteriori verifiche.

La collaborazione con la Divisione SI.RE.NE., che gestisce le richieste di estradizione e i provvedimenti internazionali, ha permesso di notificare all’arrestato il mandato emesso dalle autorità croate. Ora, il 50enne serbo si trova sotto custodia nel carcere di Regina Coeli, a disposizione del Presidente della Corte di Appello di Roma, per gli sviluppi relativi alla sua estradizione verso la Croazia, dove dovrà rispondere dei reati commessi.

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Arrestato a Gallipoli un uomo condannato per maltrattamenti familiari

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Il 9 gennaio scorso, personale del Commissariato di P.S. di Gallipoli ha eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di un uomo di 46 anni, disoccupato e con numerosi precedenti penali, per reati contro il patrimonio e la persona. L’arresto è stato effettuato in esecuzione di una sentenza di condanna emessa dalla Procura della Repubblica di Lecce, che aveva stabilito una pena di reclusione di un anno per maltrattamenti nei confronti della madre, perpetrati tra il 2016 e il 2017.

Le indagini condotte dal Commissariato hanno svelato un quadro familiare segnato dalla violenza, con l’uomo che viveva con la madre e compiva ripetuti atti di sopraffazione. Le aggressioni fisiche erano accompagnate da continue richieste di denaro, destinate all’acquisto di alcolici. La situazione ha portato a gravi episodi di violenza, con il 46enne arrestato in flagranza di reato in un primo momento, mentre era in corso l’inchiesta.

A seguito del provvedimento di carcerazione, l’uomo è stato nuovamente arrestato e trasferito nel carcere di “Borgo San Nicola” di Lecce, dove dovrà scontare la pena residua stabilita dal Tribunale.

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Cronaca

Operazione contro una rete criminale a Brescia: truffe su vasta scala smantellate dalla Guardia di Finanza

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Un’importante operazione della Guardia di Finanza ha avuto luogo nelle province di Brescia, Cremona e Mantova, coinvolgendo 45 finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, con il supporto delle forze dell’ordine di altre province e l’assistenza di un’unità cinofila “cash-dog”. L’intervento è stato delegato dalla Procura della Repubblica di Brescia ed è mirato a smantellare un’associazione per delinquere responsabile di numerose truffe, perlopiù ai danni di persone vulnerabili.

L’indagine, condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Salò, ha rivelato l’esistenza di una rete criminale che operava principalmente attraverso il “porta a porta”. Gli indagati, infatti, vendevano falsi rilevatori di gas a prezzi gonfiati rispetto a quelli effettivi, sfruttando il loro contatto diretto con i clienti per indurli a firmare documenti con importi molto superiori a quelli inizialmente concordati. L’attività truffaldina ha coinvolto numerose vittime in diverse regioni d’Italia, tra cui Lombardia, Toscana, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Veneto, con oltre 200 episodi accertati.

L’operazione ha portato alla scoperta di un’organizzazione criminale con sede a Brescia, composta da 48 membri. Le indagini hanno rivelato che le somme indebitamente sottratte dalle vittime superano i 2,1 milioni di euro. Le perquisizioni effettuate ieri hanno lo scopo di individuare ulteriori tracce di questa somma e di raccogliere prove a carico dei responsabili.

La Guardia di Finanza ha garantito la massima trasparenza nelle operazioni, affermando che gli indagati devono essere considerati presunti innocenti fino a un eventuale giudizio definitivo da parte delle autorità competenti.

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