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Cronaca

Sant’Angelo dei Lombardi | Sequestro di cellulari in carcere, agenti vengono aggrediti da detenuti

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Nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, nell’Avellinese, gli agenti hanno scoperto e sequestrato quattro cellulari, provocando una reazione violenta da parte dei detenuti che li hanno inviati in ospedale.

Secondo il delegato dell’Uspp, Maurizio Repola, cinque agenti sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche in ospedale, con prognosi che variano da 5 a 3 giorni. “Da due settimane siamo in uno stato di agitazione”, ha dichiarato Repola, sottolineando che il carcere di Sant’Angelo, un tempo un modello di istituto con detenuti attivi e laboratori di eccellenza, è diventato un rifugio per detenuti problematici provenienti da altri istituti, rendendo la gestione difficile.

Secondo Repola, la presenza di detenuti così problematici non solo minaccia l’ordine e la sicurezza all’interno del carcere, ma influisce anche negativamente sulle attività e sui programmi di riabilitazione degli altri detenuti.

Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale dell’Uspp, hanno sottolineato che la situazione è critica in tutte le carceri e hanno ribadito la necessità di strumenti tecnologicamente avanzati come gli inibitori di segnale (jammer) per impedire l’ingresso dei telefoni cellulari nelle carceri. Auricchio e Moretti hanno lodato gli sforzi della polizia penitenziaria a Sant’Angelo per mantenere l’ordine e la sicurezza, ma hanno sottolineato l’urgente necessità di interventi organizzativi, strutturali e sistematici per evitare un collasso totale degli istituti penitenziari.

Cronaca

Bologna | Scoperto sistema cinese fraudolento: “Apri e Chiudi”

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Le autorità della Guardia di Finanza di Bologna hanno portato alla luce un complesso sistema fraudolento orchestrato da un imprenditore di origine cinese, proprietario di due aziende di confezionamento abiti nel Nuovo Circondario Imolese. L’uomo avrebbe ideato un ingegnoso schema “apri e chiudi”, volto a evadere le tasse e sottrarsi alle normative fiscali.

Secondo le indagini, l’imprenditore ha accumulato oltre 500.000 euro di debiti con il fisco, pur mantenendo in regola i pagamenti verso i fornitori. Successivamente, avrebbe fittiziamente trasferito i macchinari a una nuova società intestata alla suocera, pur continuando a gestire l’attività, con stessi locali, dipendenti e clienti.

Le forze dell’ordine hanno sequestrato 37 macchinari, un veicolo commerciale e tre conti correnti, per un valore complessivo di oltre 315.000 euro. Il titolare effettivo e la sua prestanome sono stati denunciati per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, con pene previste fino a sei anni di reclusione.

Questo episodio evidenzia l’importanza del contrasto alle frodi fiscali, che danneggiano l’economia e il bilancio dello Stato. Le cosiddette imprese “apri e chiudi” rappresentano un rischio per la corretta concorrenza e il funzionamento del mercato legale.

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Cronaca

Catanzaro | Sequestro e interdizione per un imprenditore indagato per bancarotta fraudolenta

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Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno eseguito un’ordinanza che prevede l’interdizione dall’esercizio dell’attività d’impresa per un anno e un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di una somma pari a 145.458,47 euro.

I provvedimenti, emessi dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica, riguardano un soggetto indagato per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale. Le indagini, condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Catanzaro, sono state avviate in seguito al fallimento di una società edile catanzarese.

Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, l’imprenditore avrebbe distratto fondi per un totale di 145.000 euro, danneggiando soprattutto l’Erario. La sua gestione disinteressata e regressiva della società avrebbe portato al fallimento, favorendo altre due società create poco prima della dichiarazione di fallimento e intestate a suoi conviventi, ma a lui direttamente riconducibili. Le indagini hanno anche rivelato frequenti prelievi e pagamenti non giustificati.

Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari e richiede ulteriori verifiche processuali.

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Cronaca

Milano | Continuano le ricerche di Davide Piccinali: il medico specializzando scomparso dal 3 ottobre

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Davide Piccinali, medico specializzando di 39 anni originario di Brescia, è scomparso a Milano dal 3 ottobre. L’ultima volta è stato visto dopo aver concluso il suo turno all’ospedale San Raffaele, dove stava completando l’ultimo anno di specializzazione in cardiochirurgia. Non essendosi presentato al lavoro venerdì, i colleghi hanno lanciato l’allarme. La famiglia, preoccupata, ha subito denunciato la scomparsa.

La Polizia di Stato ha ispezionato il suo appartamento in via Clitumno, vicino a via Padova, dove le chiavi sono state fornite dal proprietario. All’interno, gli agenti hanno trovato tutto in ordine e le luci accese, ma nessun segno di Davide. “Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni di persone che dicono di averlo visto, ma al momento non ci sono riscontri concreti”, ha raccontato il fratello, spiegando che giovedì, dopo aver terminato il turno in ospedale, di Davide non si è saputo più nulla.

Pochi giorni prima della scomparsa, Davide era stato a Brescia per restituire l’auto a sua madre, dopo essere rientrato da un matrimonio ad Ancona. Avrebbe dovuto tornare a Brescia per il fine settimana, ma non è più tornato. Il fratello ha aggiunto che, nonostante le segnalazioni, potrebbe essersi trattato di un allontanamento volontario, anche se nessuno nella famiglia riesce a capire il motivo. Davide non aveva problemi sul lavoro e appariva tranquillo e sereno.

Le ricerche continuano, mentre familiari e amici sperano in un rapido ritrovamento.

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