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Cronaca

Sondrio | Tragedia in un impianto sportivo in Valtellina: precipita dalla zipline e muore

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Un momento di gioia e avventura si è trasformato in tragedia a pochi passi dalla stazione di arrivo. Sono ancora molte le domande senza risposta sulla morte di Ghizlane Moutahir, una donna di 41 anni residente a Oliveto Lario, in provincia di Lecco, che nella giornata di ieri domenica 5 maggio ha perso la vita dopo essere caduta da un impianto zipline presso la “Fly Emotion” di Bema, in Valtellina, Lombardia. Questa attrazione, che consente ai turisti di volare letteralmente sopra la valle del Bitto per un chilometro e mezzo fino a 230 metri di altezza, è diventata la scena di una tragedia inimmaginabile.

La dinamica dell’incidente è ancora avvolta nel mistero. L’allarme è stato lanciato intorno alle 12.20 di domenica, e nonostante l’intervento immediato dei soccorsi alpini e dei vigili del fuoco, la donna è stata trovata senza vita nel bosco sottostante. Le ipotesi sull’accaduto sono molteplici e complesse. Alcuni testimoni oculari hanno raccontato di aver visto la donna scendere lungo il tirante di ferro in posizione eretta, anziché prona, suggerendo un possibile errore nell’utilizzo dell’imbragatura.

Una delle ipotesi principali suggerisce che la donna si sia sganciata dall’imbragatura e sia precipitata da un’alta altezza, mentre un’altra teoria suggerisce un possibile malore improvviso poco prima della stazione di arrivo. La qualità dell’equipaggiamento di sicurezza è sotto stretta scrutinio, con la possibilità che le cinghie si siano rotte o che ci sia stato un errore nell’aggancio dell’imbragatura.

Matteo Sanguineti, amministratore delegato della società Flay Emotion, è stato profondamente scosso dall’accaduto. Ha sottolineato l’assenza di incidenti in passato e ha garantito la massima sicurezza dell’impianto, offrendo piena collaborazione alle autorità investigative e conforto alla famiglia della vittima.

Sono domande e dubbi che solo un’indagine accurata potrà risolvere, mentre la comunità resta sconvolta da questa tragica perdita.

Cronaca

Brescia | Aggredito nell’androne di casa, arrestata una coppia per tentato omicidio

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Un 38enne di origine pakistana è stato brutalmente aggredito il 19 novembre scorso nell’androne del suo palazzo in via Bachelet, a Brescia. Picchiato selvaggiamente con bastoni, l’uomo ha riportato un’emorragia cerebrale ed è stato ricoverato in gravi condizioni al Civile di Brescia. Dopo un intervento medico tempestivo, è riuscito a sopravvivere e ha fatto ritorno a casa.

Nei giorni scorsi, i presunti responsabili sono stati arrestati: si tratta di una coppia di origine pakistana, lui di 35 anni e lei di 31. I due sono accusati di tentato omicidio. Per il marito si sono aperte le porte del carcere, mentre la moglie è stata posta agli arresti domiciliari.

Secondo gli inquirenti, l’aggressione sarebbe stata una “spedizione punitiva” motivata da una disputa economica. La coppia avrebbe accusato la vittima di una presunta truffa, decidendo di agire con l’intento di uccidere. Dopo aver raggiunto l’abitazione del 38enne, lo avrebbero colpito ripetutamente per poi abbandonarlo agonizzante. L’uomo è stato salvato grazie all’intervento di un vicino, che ha chiamato i soccorsi.

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Cronaca

Cremona | Tragedia sul lavoro: Giuseppe Bolognini schiacciato da una betoniera

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Giuseppe Bolognini, operaio 58enne di Pumenengo (Bergamo), ha perso la vita giovedì 5 dicembre mentre lavorava al cantiere del nuovo asilo di Soncino, nel Cremonese. L’incidente è avvenuto durante le operazioni di carico di una betoniera: il terreno su cui era posizionato il mezzo pesante ha ceduto, provocando il ribaltamento del braccio telescopico, che ha travolto l’uomo. Nonostante l’intervento immediato dei soccorsi, tra cui l’elisoccorso da Brescia, i tentativi di salvargli la vita si sono rivelati vani.

Bolognini, vedovo e padre di una figlia di 27 anni, era una figura molto conosciuta nella sua comunità. L’incidente è avvenuto sotto gli occhi dei suoi colleghi, che hanno subito allertato i soccorsi intorno alle 11:30. Sul posto sono intervenuti i tecnici dell’Ats Val Padana, i carabinieri della compagnia di Crema e i vigili del fuoco. La procura ha avviato un’indagine sull’accaduto e ha disposto il sequestro dei mezzi coinvolti per verificare eventuali responsabilità.

Questo drammatico episodio riaccende l’attenzione sulle condizioni di sicurezza nei cantieri, sottolineando l’urgenza di rafforzare le misure di prevenzione per evitare ulteriori tragedie sul lavoro.

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Cronaca

Milano | Malore in montagna, il medico Maurizio Cristina durante un’escursione

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Un’escursione sui monti lariani si è trasformata in tragedia sabato scorso, quando un uomo di 68 anni, il dottor Maurizio Cristina, è deceduto a causa di un malore improvviso lungo un sentiero in Valsassina, nel Lecchese. Il gruppo di amici con cui si trovava ha tentato disperatamente di soccorrerlo, cercando un defibrillatore al vicino rifugio Buzzoni, ma ogni sforzo si è rivelato inutile.

L’allarme è stato lanciato immediatamente, attivando l’intervento dell’elicottero del 118 da Sondrio, del soccorso alpino e di altre squadre di emergenza. Nonostante il rapido arrivo dei soccorsi, il medico è stato dichiarato morto sul posto.

Maurizio Cristina, gastroenterologo all’ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano e docente presso l’Università Statale, era noto per la sua dedizione alla professione e per il suo amore per la montagna. La notizia ha lasciato sgomenti colleghi e amici, che ricordano la sua passione e il suo spirito altruista.

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