Cronaca
Sport | Altra ordinanza di custodia cautelare in carcere per il capo ultrà del Milan
Luca Lucci, noto capo ultrà della curva Sud del Milan, è stato nuovamente arrestato, questa volta nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano. L’indagine riguarda un’associazione criminale legata alla cosca della ‘ndrangheta dei Barbaro, accusata di aver importato e distribuito oltre due tonnellate di stupefacenti, tra cui cocaina, in Lombardia e Calabria.
Lucci, già coinvolto nell’inchiesta sul tifo organizzato milanese, è finito in manette nel maxi blitz del 30 settembre scorso, che ha visto coinvolti diversi esponenti delle curve di San Siro, sia del Milan che dell’Inter. L’inchiesta aveva messo in luce un fiorente giro di affari illeciti, tra cui estorsioni e violenze, che legavano gli ultras delle due squadre ai traffici di droga.
L’ultrà milanista è anche indagato per il tentato omicidio di un altro tifoso rossonero, Enzo Anghinelli, agguato avvenuto nel 2019, per il quale è stato recentemente arrestato il presunto vice di Lucci, Daniele Cataldo.
Nell’ambito della nuova indagine della DDA, i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Pavia e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata hanno eseguito oggi un’ordinanza di custodia cautelare che ha coinvolto 20 persone in totale, di cui 15 in carcere e 5 ai domiciliari. Gli arrestati sono accusati di far parte di un’associazione dedita al traffico di stupefacenti, con ramificazioni a livello nazionale e internazionale.
Le indagini hanno rivelato la struttura capillare dell’organizzazione, che operava in diverse zone del paese, ma soprattutto a Milano, dove l’obiettivo principale era la distribuzione di cocaina. Gli investigatori hanno sottolineato che l’organizzazione criminale era guidata da una figura che aveva preso il posto degli storici capi della Comasina, consolidando legami con i Barbaro di Platì e con i cartelli sudamericani, che gestiscono le rotte internazionali della droga.
L’arresto di Lucci e degli altri membri dell’associazione segna un altro importante passo nel contrasto al crimine organizzato e al traffico di stupefacenti, fenomeni che continuano a minacciare la sicurezza e l’integrità delle città italiane.
Cronaca
Esplosione e crollo di un edificio in Olanda: almeno 20 morti e 4 feriti
Una tragedia ha colpito la capitale olandese, l’Aia, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, quando una palazzina residenziale di tre piani è crollata dopo un’esplosione e un incendio. Almeno 20 persone hanno perso la vita nel crollo, mentre i soccorritori stanno ancora lavorando per estrarre eventuali sopravvissuti dalle macerie.
Secondo quanto riportato dal principale quotidiano olandese, Telegraaf, i servizi di emergenza hanno confermato la morte di 20 persone in un appartamento dell’edificio, mentre almeno quattro sono state trasportate d’urgenza in ospedale con ferite gravi. Il bilancio ufficiale è ancora provvisorio, e i soccorritori stanno cercando di fare luce su quanto accaduto.
L’esplosione, che ha preceduto il crollo, ha generato un incendio che ha devastato rapidamente l’edificio, complicando ulteriormente le operazioni di soccorso. Le autorità locali hanno dichiarato che il lavoro per recuperare i corpi e verificare la presenza di altri sopravvissuti è ancora in corso. Le cause dell’esplosione non sono ancora chiare, e si indaga su eventuali guasti o atti dolosi.
Il tragico evento ha scosso profondamente la comunità locale e internazionale, con i servizi di emergenza che continuano a lavorare intensamente per gestire le operazioni di recupero e assistenza.
Cronaca
GDF di Lecce: scoperti oltre 530mila euro di evasione fiscale nel settore delle locazioni turistiche
Proseguono senza sosta i controlli della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lecce per contrastare l’evasione fiscale nel settore delle locazioni brevi e turistiche. A seguito di un’analisi approfondita dei rischi fiscali, i reparti specializzati delle Fiamme Gialle hanno portato avanti numerosi interventi durante il secondo semestre dell’anno, mirati a individuare e reprimere i casi di evasione immobiliare e affitti in nero, in particolare nelle località turistiche della provincia.
Nel corso delle operazioni, gli agenti hanno scoperto che molti proprietari di immobili destinati alla locazione turistica, tra cui ville di pregio, masserie, bed and breakfast e case vacanze, non avevano dichiarato i redditi derivanti dalle locazioni. Questi immobili erano situati in zone ad alta vocazione turistica, come la città di Lecce e altre località costiere rinomate per l’afflusso di turisti, ma i proprietari avevano omesso di versare le imposte sui proventi ottenuti.
I controlli fiscali effettuati dai Finanzieri hanno permesso di raccogliere prove concrete dell’evasione, esaminando la documentazione relativa agli affitti non dichiarati e avvalendosi di indagini bancarie per tracciare i flussi di denaro. Dall’analisi dei dati, è emerso che le somme occultate al Fisco ammontano a oltre 530mila euro. Questo importo rappresenta una parte dei redditi derivanti dalla locazione di immobili adibiti ad uso turistico che non sono stati regolarmente dichiarati.
Le operazioni della Guardia di Finanza si inseriscono in un più ampio impegno volto a contrastare ogni forma di evasione fiscale, che colpisce non solo il sistema economico, ma anche l’equità fiscale tra i cittadini. La lotta all’evasione, infatti, non solo garantisce maggiori entrate per lo Stato, ma contribuisce anche a una gestione più equa del carico tributario, riducendo il rischio che i cittadini onesti siano penalizzati da chi non paga le tasse dovute.
La provincia di Lecce, in particolare, è da tempo sotto osservazione per il suo forte settore turistico, che comprende numerosi immobili di lusso e strutture ricettive che spesso vengono affittate senza una corretta registrazione fiscale. L’intervento della Guardia di Finanza ha così permesso di individuare una rete di locatori che, sfruttando la crescente domanda di alloggi turistici, si sono sottratti al pagamento delle imposte, mettendo a rischio la stabilità economica del settore.
Le forze dell’ordine continueranno a monitorare il territorio con l’obiettivo di identificare e fermare qualsiasi attività illegale legata all’evasione fiscale, con l’auspicio che, con la collaborazione di tutti, si possano creare condizioni per una crescita economica sana e sostenibile.
Concludendo, l’azione della Guardia di Finanza in questo settore è fondamentale per garantire una corretta ripartizione dei carichi fiscali e, allo stesso tempo, contribuire al rilancio dell’economia del Paese, perseguendo l’obiettivo di “pagare tutti per pagare meno”.
Cronaca
Arrestati due cittadini albanesi per associazione a delinquere e autoriciclaggio
L’operazione internazionale “Trade Scam”, che ha visto coinvolti la Polizia di Stato di Torino, il Servizio Polizia Postale, Eurojust e la SPAK albanese, ha portato all’arresto di due cittadini albanesi accusati di essere coinvolti in un’organizzazione criminale dedita al falso trading online e all’autoriciclaggio. L’indagine, iniziata nel 2019, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino ed è culminata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in Albania, con il supporto delle autorità locali e di INTERPOL.
L’inchiesta è partita dalla denuncia di una vittima che, attirata da banner pubblicitari di fantomatiche società di investimenti, è stata convinta a versare ingenti somme di denaro con la promessa di guadagni facili. L’attività investigativa ha rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale strutturata, che operava tramite la creazione di società di comodo utilizzate per realizzare operazioni di riciclaggio. Le somme versate dalle vittime venivano trasferite su conti esteri, aggirando così i controlli antiriciclaggio. L’analisi dei flussi finanziari ha permesso di scoprire che il denaro veniva successivamente convertito in criptovalute e trasferito tramite blockchain, complicando ulteriormente l’identificazione dei colpevoli.
Le indagini, condotte dagli investigatori del C.O.S.C. di Torino, hanno permesso di ricostruire i ruoli all’interno dell’organizzazione e di raccogliere prove che hanno portato all’emissione dei mandati di cattura. Nella fase esecutiva dell’operazione, che ha avuto luogo in Albania, sono stati coinvolti anche gli investigatori italiani, grazie alla cooperazione tra i due Paesi.
A seguito degli arresti, è stato disposto il sequestro di beni per un valore complessivo di 4 milioni di euro, frutto dei reati di riciclaggio e autoriciclaggio. Gli indagati devono comunque considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva. Questo caso evidenzia come le moderne tecnologie, come le criptovalute e la blockchain, vengano sfruttate dalle organizzazioni criminali per eludere i controlli internazionali.
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