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Cronaca

Varese | Divulgato messaggio su chat universitaria con intenti terroristici, denunce per procurato allarme

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Giovedì 14 novembre, la Polizia di Stato di Varese ha identificato e denunciato tre studenti coinvolti in un episodio di allarme ingiustificato presso l’Università degli Studi dell’Insubria. La vicenda è emersa dopo che un messaggio minatorio, con contenuti apparentemente terroristici, è stato condiviso su una chat WhatsApp di un gruppo di studenti del primo anno di Informatica. Il testo, scritto in arabo, esprimeva l’intenzione di compiere un attentato nell’ateneo, motivato da una presunta indifferenza della comunità universitaria riguardo alla situazione in Palestina.

Immediatamente allertata, la Polizia ha avviato un’indagine attraverso la Digos di Varese, che ha portato all’identificazione dei responsabili: due studenti dell’Università di Varese e uno iscritto a un altro ateneo, residenti nelle province di Como e Varese. Dopo una rapida analisi, è emerso che il messaggio era solo uno scherzo di cattivo gusto e non rappresentava una reale minaccia.

Nonostante la natura infondata del messaggio, l’episodio ha causato preoccupazione tra gli studenti e il personale accademico, facendo scattare l’intervento delle autorità. I tre giovani sono stati denunciati per procurato allarme, un reato che prevede sanzioni per chi diffonde notizie false con il fine di allertare inutilmente le forze dell’ordine e creare panico.

Cronaca

Coniugi pakistani arrestati per tentato omicidio: picchiato un connazionale per motivi economici

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I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Brescia hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di due coniugi pakistani accusati di tentato omicidio. I fatti risalgono a poche settimane fa, quando i due avrebbero aggredito brutalmente un connazionale con l’uso di bastoni e altri strumenti atti a offendere. L’aggressione è avvenuta a seguito di una discussione legata a motivi economici.

La vittima, gravemente ferita, è stata soccorsa da un vicino e trasportata d’urgenza all’ospedale civile di Brescia, dove è rimasta ricoverata in gravi condizioni. Fortunatamente, dopo alcuni giorni di trattamento, è stata dimessa. Le indagini dei Carabinieri hanno portato all’emissione della misura cautelare, che ha visto l’arresto del marito, tradotto in carcere, mentre la moglie è stata posta agli arresti domiciliari.

L’episodio sottolinea l’aggravarsi delle violenze legate a conflitti personali e motivi economici all’interno di alcune comunità. Il caso è ancora sotto inchiesta, con le autorità impegnate a fare luce su tutti gli aspetti dell’aggressione.

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Cronaca

Controllo igienico-sanitario in agriturismo nella Valle del Secchia: riscontrate criticità e sanzioni

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I Carabinieri del NAS di Parma, insieme ai colleghi del Nucleo Carabinieri Forestali, hanno effettuato di recente un’ispezione igienico-sanitaria presso un agriturismo situato nella Valle del Secchia, nell’ambito di un’operazione finalizzata alla prevenzione della diffusione della Peste Suina Africana. Sebbene non siano state riscontrate irregolarità relative alla tracciabilità delle carni suine, l’ispezione ha portato alla luce alcune gravi criticità in merito alle condizioni igieniche dell’azienda.

Durante il controllo, i Carabinieri hanno rilevato la presenza di ragnatele, polvere, tracce di unto e residui alimentari nei locali destinati alla cucina e alla dispensa. In aggiunta, è stata segnalata l’assenza di zanzariere alle finestre e la carenza di un sistema di copertura automatizzata a pedale per i contenitori dei rifiuti. Queste condizioni rappresentano un rischio per la salubrità degli ambienti, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare dei clienti e la conformità alle normative sanitarie vigenti.

In seguito a queste irregolarità, il legale responsabile dell’agriturismo è stato sanzionato con una multa pecuniaria dell’importo di 1.000 euro. L’azienda è ora tenuta a mettere in atto le necessarie migliorie per risolvere le criticità riscontrate, al fine di garantire il rispetto delle normative igienico-sanitarie e prevenire il rischio di contaminazione.

Questo intervento rientra in una serie di controlli mirati da parte delle autorità per garantire la sicurezza dei consumatori e il rispetto delle leggi in un settore strategico come quello agroalimentare.

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Cronaca

Chiusura di sala giochi a Ladispoli: sospensione della licenza per comportamenti illegali

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I Carabinieri della Stazione di Ladispoli, in collaborazione con il questore di Roma, hanno eseguito un’ordinanza ex art. 100 T.U.L.P.S. che ha portato alla sospensione della licenza e alla chiusura per cinque giorni di un esercizio pubblico situato nel comune di Ladispoli. Il provvedimento è stato emesso a seguito di una serie di controlli effettuati tra settembre e ottobre scorsi, che hanno rivelato gravi violazioni alle normative di sicurezza pubblica.

Le indagini dei Carabinieri hanno portato alla luce che la sala giochi, luogo di ritrovo per molti, era frequentata da persone con precedenti penali. Alcuni dei clienti sono stati trovati in possesso di piccole quantità di sostanze stupefacenti, mentre in un’altra occasione, sono stati rinvenuti anche armi da taglio. Tali circostanze hanno fatto scattare l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno ritenuto necessaria la sospensione temporanea dell’attività per garantire la sicurezza pubblica e prevenire potenziali rischi per la comunità.

Il provvedimento di sospensione della licenza rientra nelle misure previste dalla legge in materia di ordine pubblico e sicurezza. Le forze dell’ordine, infatti, monitorano con attenzione questi locali per contrastare fenomeni di illegalità e garantire che le attività pubbliche siano gestite nel rispetto delle leggi. In particolare, l’uso di sostanze stupefacenti e il possesso di armi all’interno di un locale pubblico sono considerati reati gravi che compromettono la sicurezza dei frequentatori e della zona circostante.

Con questo intervento, le autorità hanno ribadito la loro determinazione nel garantire che i locali pubblici, specialmente quelli frequentati da giovani e persone a rischio, siano luoghi sicuri e privi di atti illegali. La chiusura per cinque giorni rappresenta una misura cautelativa volta a dissuadere future infrazioni e a sensibilizzare gli altri gestori di esercizi pubblici sull’importanza del rispetto delle leggi e della sicurezza.

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