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Cronaca

Varese | Sfregia la ex fidanzata con dell’acido e poi accoltella il suocero, in manette per tentato omicidio

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Una terribile aggressione si è verificata oggi, lunedì 6 maggio, poco prima delle 13, in via Ciro Menotti a Varese. Una donna di 37 anni è stata sfregiata con l’acido, mentre suo padre, di 71 anni, è stato accoltellato, il tutto avvenuto in piena via, di fronte ai passanti.

Il padre, 71enne, è attualmente in pericolo di vita. Entrambi sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale di Circolo di Varese in condizioni critiche, con codice rosso. Sul luogo dell’aggressione sono intervenuti agenti delle volanti e della squadra mobile di Varese, oltre ai mezzi del 118, inclusi ambulanze, automedica ed elisoccorso.

L’autore dell’aggressione è stato identificato come l’ex compagno della donna, e è stato immediatamente arrestato con le accuse di tentato omicidio e lesioni gravi.

Cronaca

Arrestati due cittadini albanesi per associazione a delinquere e autoriciclaggio

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ADN24

L’operazione internazionale “Trade Scam”, che ha visto coinvolti la Polizia di Stato di Torino, il Servizio Polizia Postale, Eurojust e la SPAK albanese, ha portato all’arresto di due cittadini albanesi accusati di essere coinvolti in un’organizzazione criminale dedita al falso trading online e all’autoriciclaggio. L’indagine, iniziata nel 2019, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino ed è culminata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in Albania, con il supporto delle autorità locali e di INTERPOL.

L’inchiesta è partita dalla denuncia di una vittima che, attirata da banner pubblicitari di fantomatiche società di investimenti, è stata convinta a versare ingenti somme di denaro con la promessa di guadagni facili. L’attività investigativa ha rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale strutturata, che operava tramite la creazione di società di comodo utilizzate per realizzare operazioni di riciclaggio. Le somme versate dalle vittime venivano trasferite su conti esteri, aggirando così i controlli antiriciclaggio. L’analisi dei flussi finanziari ha permesso di scoprire che il denaro veniva successivamente convertito in criptovalute e trasferito tramite blockchain, complicando ulteriormente l’identificazione dei colpevoli.

Le indagini, condotte dagli investigatori del C.O.S.C. di Torino, hanno permesso di ricostruire i ruoli all’interno dell’organizzazione e di raccogliere prove che hanno portato all’emissione dei mandati di cattura. Nella fase esecutiva dell’operazione, che ha avuto luogo in Albania, sono stati coinvolti anche gli investigatori italiani, grazie alla cooperazione tra i due Paesi.

A seguito degli arresti, è stato disposto il sequestro di beni per un valore complessivo di 4 milioni di euro, frutto dei reati di riciclaggio e autoriciclaggio. Gli indagati devono comunque considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva. Questo caso evidenzia come le moderne tecnologie, come le criptovalute e la blockchain, vengano sfruttate dalle organizzazioni criminali per eludere i controlli internazionali.

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Cronaca

Operazione contro la ‘ndrangheta: eseguite misure cautelari per 32 persone e sequestrati beni per oltre 1.800.000 euro

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ADN24

Un’operazione congiunta tra la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e i Carabinieri ha portato all’esecuzione di misure cautelari a carico di 32 persone coinvolte in un’associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brescia, ha riguardato 24 indagati, residenti in diverse province italiane e in Spagna. Inoltre, sono state eseguite ulteriori misure cautelari nei confronti di 8 indagati, tra cui membri dell’associazione mafiosa, accusati di reati come estorsioni, traffico di armi, riciclaggio, usura e spaccio di stupefacenti.

L’indagine, avviata nel settembre 2020 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, ha permesso di smascherare le attività di un gruppo criminale legato alla cosca “Alvaro” di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), che operava in territorio bresciano. L’associazione, agendo con metodi tipici della ‘ndrangheta, ha estorto denaro, gestito traffici illeciti e stretto rapporti di mutua assistenza con altri gruppi della stessa matrice mafiosa.

Inoltre, l’indagine ha rivelato come il gruppo fosse riuscito a penetrare le strutture carcerarie, grazie all’aiuto di una religiosa, utilizzata come intermediario per inviare messaggi ai detenuti. Parallelamente, gli indagati gestivano imprese “cartiere” per emettere fatture false e riciclare proventi illeciti.

I provvedimenti odierni hanno visto il sequestro preventivo di beni e valori per oltre 1.800.000 euro, e sono in corso perquisizioni in più province italiane, con il supporto di unità cinofile e mezzi tecnici, per cercare armi, droga e denaro.

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Cronaca

Frosinone: arrestato 47enne per sconto di pena residua di 3 anni e 11 mesi

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ADN24

Un uomo di 47 anni, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Veroli (FR) ieri pomeriggio, in seguito a un provvedimento emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli. Il provvedimento riguardava l’esecuzione della pena residua di 3 anni e 11 mesi di reclusione a carico dell’individuo, che si trovava agli arresti domiciliari a Veroli, nel frusinate, dopo essere stato condannato per reati contro la persona e contro il patrimonio commessi nella provincia di Napoli.

I militari hanno eseguito l’arresto, dando seguito alla richiesta delle autorità giudiziarie. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato trasferito presso la casa circondariale di Frosinone, dove dovrà scontare la pena detentiva. La condanna è il risultato di un lungo procedimento giudiziario che ha visto il 47enne coinvolto in crimini legati alla persona e al patrimonio, con un impatto significativo sulla comunità di Napoli.

Questo arresto rientra nell’ambito delle consuete attività di controllo e attuazione delle condanne definitive da parte delle forze dell’ordine, che si occupano di garantire l’esecuzione delle pene stabilite dalla giustizia. L’individuo, che per un lungo periodo ha usufruito di misure alternative come gli arresti domiciliari, dovrà ora affrontare il completamento della pena in carcere.

Le autorità giudiziarie e le forze dell’ordine continuano a lavorare con determinazione per assicurare che le persone condannate per crimini gravi possano scontare le pene comminate, tutelando la sicurezza della collettività e rafforzando il principio della giustizia.

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