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SAI CHE… I Beagle sono costretti a inalare gas tossici?

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Nuove immagini choc arrivano da un allevamento di cani beagle, dove cuccioli innocenti sono obbligati a inalare gas tossici durante esperimenti scientifici. Questi cani, destinati a diventare cavie nei laboratori, vengono preparati in modo disumano, indossando maschere fissate sulle loro teste e costretti a respirare sostanze pericolose. Le immagini, diffuse dal movimento The Camp Beagle, mostrano i piccoli che cercano disperatamente di liberarsi da un’imbracatura che li lega, senza alcuna possibilità di fuga.

In una struttura di North Rose, New York, appartenente a Marshall BioResources, i beagle sono allevati per essere utilizzati in esperimentazioni che comprendono esposizione a gas tossici e sostanze chimiche nocive. Non sono trattati come animali domestici, ma come strumenti per test scientifici. Le condizioni in cui vivono sono estremamente dure: rinchiusi in spazi sterili, privi di qualsiasi tipo di conforto, i cuccioli non conoscono nulla della vita al di fuori dei laboratori.

Questo episodio fa parte di una triste realtà che coinvolge centinaia di cani in tutto il mondo, che vengono allevati e selezionati per la ricerca scientifica. Una selezione brutale avviene già nelle prime fasi della loro vita, con gli esemplari che non soddisfano determinati requisiti che vengono eliminati, mentre gli altri sono destinati a subire torture impensabili. Gli attivisti di The Camp Beagle denunciano la crudeltà di questi esperimenti e chiedono fermamente la fine della pratica di utilizzare animali per testare sostanze tossiche.

Nonostante le manifestazioni globali di indignazione per pratiche simili, come quella che, negli anni Settanta, rivelò l’uso di beagle per esperimenti di fumo, la sperimentazione animale non è affatto cessata. Ogni giorno, milioni di animali vengono sacrificati per scopi scientifici in laboratori di tutto il mondo, mentre la società civile continua a chiedere approcci alternativi che non prevedano l’utilizzo di esseri viventi per test.

L’alternativa esiste: il principio delle 3R (sostituire, ridurre e perfezionare) promuove l’utilizzo di metodi scientifici che non implichino il coinvolgimento di animali, in modo da ridurre la sofferenza e trovare soluzioni più etiche ed efficaci. La battaglia per fermare la sperimentazione animale è ancora lunga, ma ogni segno di progresso è un passo importante verso un futuro in cui la scienza non causi dolore e morte agli esseri viventi.

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Il suono dei dinosauri in Jurassic Park è stato creato da un mix di suoni di animali reali.

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Nel film Jurassic Park di Steven Spielberg, i dinosauri non emettevano suoni preesistenti, ma ogni ruggito, grugnito o urlo è stato creato da una combinazione di suoni provenienti da diversi animali reali. Ad esempio, il ruggito del Tyrannosaurus Rex è stato creato mescolando il suono di un elefante che ruggiva con quello di un leone, mentre il suono del velociraptor è stato ottenuto combinando il suono di un pavo reale (un tipo di pavone) con quello di un ghepardo.

Questa tecnica di “creare” i suoni piuttosto che usarli già esistenti è una delle tante innovazioni che hanno contribuito a rendere Jurassic Park un film così iconico. Il mix tra effetti sonori realistici e l’incredibile CGI (computer-generated imagery) ha reso i dinosauri incredibilmente credibili, facendo sembrare la preistoria così vivida e tangibile.

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L’anno senza estate: L’eruzione del Tambora e il romanzo di Frankenstein

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Nel 1815, l’eruzione del vulcano Tambora in Indonesia causò uno degli eventi climatici più estremi della storia. L’eruzione, che fu così potente da abbattere l’intera montagna, scatenò un raffreddamento globale che durò per anni. Nel 1816, noto come “l’anno senza estate”, le temperature scesero drasticamente in tutto l’emisfero settentrionale, provocando carestie, fallimenti agricoli e un aumento delle malattie. Questo evento climatico estremo influenzò anche la cultura, poiché l’estate mancata portò Lord Byron, Mary Shelley e Percy Bysshe Shelley a trascorrere un’estate insolitamente fredda in Svizzera, durante la quale Mary Shelley scrisse il celebre romanzo “Frankenstein”.

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LO SAI CHE… I piloti di aerei non potevano avere la barba?

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ADN24

Per molto tempo, ai piloti di linea è stato vietato di portare la barba, sia per motivi estetici che di sicurezza. In passato, la presenza di barba poteva compromettere l’aderenza della maschera per l’ossigeno, essenziale in caso di emergenza aerea.

Inizialmente, la norma rifletteva gli standard militari, in quanto molti piloti provenivano da una formazione militare. Questi standard includevano capelli corti, nessun tatuaggio visibile e niente barba. Tuttavia, la situazione è cambiata nel corso degli anni?

Sì e no. Negli Stati Uniti e in alcuni altri paesi, le compagnie aeree ancora applicano restrizioni rigide sulla presenza di barba nei loro piloti. Questo non è solo per motivi di immagine, ma anche per la sicurezza. La barba troppo fitta potrebbe compromettere l’efficacia delle maschere per l’ossigeno, impedendo un corretto sigillo contro il viso del pilota durante un’evacuazione o un’emergenza.

D’altra parte, in Europa, molte compagnie aeree hanno rivisto le loro politiche, tenendo conto dei progressi nelle tecnologie delle maschere per l’ossigeno. Questo ha permesso ai piloti di mantenere una barba ben curata, purché rispettino determinati standard riguardo lunghezza e cura.

Questa evoluzione riflette un compromesso tra immagine professionale e sicurezza operativa. Mentre alcune compagnie americane come Allegiant e Hawaiian Airlines ora consentono la barba, molte altre continuano a imporre restrizioni. In Europa, invece, la tendenza è verso una maggiore flessibilità, a patto che la sicurezza rimanga sempre una priorità.

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