curiosità
SAI CHE… Ruolo ha il Mercurio nell’Estrazione dell’Oro?
L’uso del mercurio, noto anche come argento vivo, nell’estrazione dell’oro è un tema di grande rilevanza, poiché questo metallo liquido presenta caratteristiche uniche che lo rendono utile in questo complesso processo. La sua applicazione risale a secoli fa, con evidenze che indicano l’uso del mercurio in Egitto già nel 1500 a.C. e nella minerazione dal 750 a.C.
Ma come funziona esattamente questo procedimento? L’estrazione avviene principalmente su rocce aurifere che contengono piccole particelle d’oro, così fini da rendere inefficaci altri metodi di estrazione. Quando il mercurio liquido entra in contatto con questi frammenti, si forma un’amalgama, una lega che separa l’oro dalla roccia. Questo amalgama viene poi lavorato ulteriormente, utilizzando materiali porosi per ottenere una forma più pura.
La fase finale prevede il riscaldamento dell’amalgama a temperature superiori a 356,7 °C, provocando l’evaporazione del mercurio, mentre l’oro rimane solido. Tuttavia, questo processo genera vapori tossici di mercurio, che rappresentano una seria minaccia per la salute umana e per l’ambiente. Ogni anno, circa 1.000 tonnellate di mercurio vaporizzato vengono rilasciate nell’atmosfera, rendendo questa pratica una delle principali fonti di inquinamento globale.
È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli legati all’uso del mercurio e promuovere metodi di estrazione alternativi e più sicuri. Diverse aziende sono già al lavoro per sviluppare tecnologie che riducano l’emissione di mercurio durante l’estrazione dell’oro, ma è necessario un impegno collettivo per affrontare questo problema e proteggere sia le persone che il nostro pianeta.
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SAI CHE… Fai volontariato in Patagonia avrai un’esperienza immersiva di 21 giorni?
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SAI CHE… Un magnate indiano lascia il patrimonio al suo cane?
La recente scomparsa del magnate indiano Ratan Tata ha portato alla luce una decisione testamentaria che ha sorpreso molti: gran parte del suo patrimonio, stimato in circa 110 milioni di euro, è stato destinato al suo pastore tedesco Tito. Questo gesto, volto a garantire cure illimitate al fedele animale, rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’amore di Tata per gli animali, che aveva dimostrato più volte attraverso il suo impegno verso la protezione dei cani randagi e il supporto alle organizzazioni di tutela.
Tata, noto per il suo spirito anticonformista, ha scelto di escludere i familiari dal testamento, riservando invece una parte del patrimonio al suo cuoco e al maggiordomo, due collaboratori che negli anni hanno condiviso il suo percorso personale e professionale. Questi due fedeli collaboratori assumeranno anche la responsabilità di occuparsi di Tito, il pastore tedesco che tanto significava per il magnate.
Il lascito ha sollevato dibattiti, soprattutto in India, dove il rispetto delle tradizioni familiari e la trasmissione del patrimonio ai parenti diretti sono valori radicati. Tata ha invece voluto onorare la propria affezione verso chi gli è stato vicino negli ultimi anni, scegliendo di dare sicurezza e benessere ai suoi affetti più cari, indipendentemente dal loro ruolo o legame familiare.
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