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Economia

Economia | Tasso di occupazione al 62,1% a marzo, nuovo record

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A marzo, il tasso di occupazione mensile raggiunge il 62,1%, segnando un nuovo picco.

L’Istat comunica che rispetto a febbraio, l’occupazione aumenta di 70.000 unità (+0,3%), con un totale di 23.849.000 occupati. Questo incremento di 425.000 unità (+1,8%) rispetto a marzo 2023 è principalmente attribuibile all’aumento di 559.000 dipendenti permanenti e 46.000 lavoratori autonomi, compensando la diminuzione di 180.000 dipendenti a termine.

Il tasso di disoccupazione scende al 7,2% (-0,2 punti) su base mensile a marzo, mentre quello giovanile diminuisce al 20,1% (-2,3 punti). Il tasso di inattività rimane stabile al 33,0%. Lo riferisce l’Istat sulla base della stima provvisoria su occupati e disoccupati.

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Banche, a settembre tassi in calo per imprese e mutui casa

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Da ottobre 2023 sono diminuiti i tassi di mercato, anticipando le decisioni della BCE. E’ quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Abi, secondo il quale nelle settimane più recenti la tendenza alla diminuzione è proseguita.
Nei primi 10 giorni di ottobre il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,24% (3,43% la media di settembre) in diminuzione di 19 punti base. La diminuzione è di 76 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023. Il tasso sui BOT a sei mesi è stato in media del 3,08% (3,19% a settembre) in calo di 11 punti base. Il calo è di 97 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.

Il tasso IRS a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,43% (2,44% a settembre) in diminuzione di un punto base. La diminuzione è 110 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.
Il tasso sui BTP a 10 anni è stato in media del 3,50% (3,54% a settembre) in diminuzione di 4 punti base. La diminuzione è di 148 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.
Sul fronte dei prestiti bancari, a settembre 2024 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è diminuito al 4,96% rispetto al 5,13% di agosto 2024 e al 5,45% di dicembre 2023; il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,33%, rispetto al 3,59% di agosto 2024 e in calo rispetto al 4,42% di dicembre 2023; il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,69% dal 4,72% del mese precedente.

Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a settembre 2024 è stato il 3,32%. Ad agosto 2024 questo tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,30%; area dell’euro 3,24%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 303 punti base.
Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a settembre 2024 è stato il 2,97%, con un incremento di 166 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.
A settembre 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato lo 0,99% (1,00% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,52% (0,54% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022), tenendo presente che il conto corrente non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi.

Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a settembre 2024 è sceso a 198 punti base (212 punti nel mese precedente).
La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di circa 184 miliardi tra agosto 2023 e agosto 2024 (94,5 miliardi famiglie, 15,9 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
A settembre 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 10,6% (+12,2% nel mese precedente).
I soli depositi, nelle varie forme, a settembre 2024 sono cresciuti dello 0,3% su base annua (+2,0% il mese precedente).

La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a settembre 2024 è risultata in aumento dell’1,5% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio anno (+3,2% ad agosto 2024).
Il calo dei volumi di credito è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a settembre 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,2% rispetto a un anno prima, in rallentamento rispetto al calo registrato ad agosto 2024 (-2,0%) quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,5% e quelli
alle famiglie dello 0,6%.
Ad agosto 2024 i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono leggermente aumentati a 31,1 miliardi di euro, da 30,6 miliardi di marzo 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023).
Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 165 miliardi.
Ad agosto 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,49% dei crediti totali. A marzo 2024, tale rapporto era l’1,45% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015).

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Economia

Giorgetti “Senza proposte ministeri su tagli farò io parte del cattivo”

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“Come ho detto qualche settimana fa in Consiglio dei ministri, occorre fare sacrifici e rinunciare a qualche programma totalmente inutile. E quindi ho sollecitato tutti i colleghi” ministri “a pensare a qualche taglio da effettuare. Se non ci saranno proposte il ministro dell’Economia farà la parte del “cattivo””. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in streaming al Festival dell’ottimismo, che si svolge a Palazzo
Vecchio a Firenze.

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Stellantis, Tavares “Pronti per obiettivi 2025, lavoriamo su realtà”

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“Alcuni dei nostri concorrenti stanno dicendo che non possiamo essere pronti per il 2025. Stellantis è pronta, vi chiediamo però la stabilità di questi regolamenti perchè nel nostro settore dobbiamo pianificare in anticipo. Dovete offrirci un ambiente stabile, affidabile e durevole”. Così l’Ad di Stellantis, Carlos Tavares, in audizione presso le commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. “Considerando la scadenza del 2025 noi siamo pronti, vi chiediamo di garantirci una stabilità su ciò che avete già deciso, siamo sereni. La strategia scelta dall’Ue non è la migliore, pensiamo ci siano altri modi ma ora che la decisione è stata presa dobbiamo dare il nostro contributo per garantire il raggiungimento di questi obiettivi”, ha spiegato.

“Noi non chiediamo soldi per noi, li chiediamo per dare un aiuto per i vostri cittadini per poter acquistare veicoli, affinchè i veicoli siano accessibili. Non sono soldi che vanno a Stellantis, ma che consentono a Stellantis di ridurre i costi e rendere i veicoli accessibili. Voi potete decidere o no sulla decisione di acquisto dei cittadini”, ha aggiunto Tavares nel corso delle repliche dopo l’audizione. “Avete parlato della mancanza di un eventuale piano. Vorrei mostrare queste due pagine che riassumono il piano industriale in Italia e che ho consegnato ai sindacati, ne abbiamo parlato e mi hanno risposto come voi. E’ falso dire che non abbiamo un piano strategico, che non abbiamo una visione, quindi lavoriamo sulla realtà”, ha concluso l’Ad di Stellantis.

-Foto: ufficio stampa Stellantis-

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