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Mattarella a Pechino: “L’Europa non vuole il protezionismo, dialogo aperto con la Cina è essenziale”

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Durante una lectio magistralis all’Università di Pechino, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito il forte impegno dell’Europa, e in particolare dell’Italia, contro il protezionismo commerciale. In un intervento che ha toccato temi cruciali per le relazioni internazionali, Mattarella ha sottolineato come l’Europa non desideri intraprendere politiche protezionistiche, e come, anzi, sia fondamentale proseguire sulla strada di un mercato libero e competitivo.

Il presidente ha affermato che qualsiasi misura che riguardi un settore commerciale specifico dovrebbe essere orientata al fine di garantire un’equa concorrenza, senza ripercuotersi negativamente su altri comparti economici. Il riferimento implicito riguarda le attuali dinamiche globali che coinvolgono anche le pratiche commerciali tra l’Europa e la Cina.

Mattarella ha posto l’accento sull’importanza di mantenere un dialogo fluido, responsabile e approfondito tra Pechino e l’Unione Europea, non solo in ambito commerciale, ma anche politico e strategico. Secondo il presidente, un tale approccio sarebbe vantaggioso per entrambe le parti, contribuendo a rafforzare la cooperazione tra l’Europa e la Cina su temi di rilevanza globale, dall’economia alla sicurezza internazionale.

Questa dichiarazione si inserisce in un periodo di relazioni internazionali delicate, dove le politiche economiche e le alleanze geopolitiche sono sempre più influenzate da sfide globali come il cambiamento climatico, le guerre commerciali e la sicurezza. Mattarella ha quindi ribadito l’importanza di un’Europa unita, che possa dialogare in modo costruttivo con le potenze globali, cercando sempre soluzioni vantaggiose per tutte le parti coinvolte.

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Per Musumeci seconda laurea in Scienze politiche

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“Aderendo alle continue richieste di colleghi, si conferma la notizia che il senatore Nello Musumeci, attuale ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, ha conseguito il secondo Diploma di laurea. La tesi, in storia contemporanea, è stata discussa presso l’Aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Catania e ha ottenuto la votazione di 110/110 e lode.
Per Musumeci è l’epilogo di una antica passione per la storia, affidata negli anni ad alcuni saggi legati alla Sicilia del Novecento”. Lo dichiara il portavoce del ministro Musumeci.

– foto ufficio stampa Musumeci –

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Politica

Conte rifiuta l’etichetta di sinistra: ‘Non vogliamo fare l’alternativa da soli’

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ADN24

Giuseppe Conte, ex premier e leader del Movimento 5 Stelle, ha recentemente rifiutato l’etichetta di “sinistra”, rivelando la sua intenzione di smarcarsi dal Partito Democratico. In un’intervista a SkyTG24, Conte ha dichiarato che, oggi, la distinzione tra destra e sinistra non ha più significato. Secondo lui, l’area progressista rappresenta un’alternativa alla destra, ma non si limita a essere una “contrapposizione” alle forze politiche tradizionali di sinistra.

Conte ha sottolineato la differenza tra il suo partito e il Pd, puntando il dito su alcuni comportamenti che considera incoerenti con le politiche progressiste, come il voto degli europarlamentari del Pd a favore di Meloni in Europa. “Sono stati i socialisti francesi e tedeschi a non votare con Meloni, non il Pd”, ha dichiarato, criticando anche le politiche economiche e sociali che, a suo avviso, molti partiti di sinistra hanno adottato, accusandoli di seguire linee neo-liberiste simili a quelle della destra.

L’ex premier ha rivendicato la necessità di mantenere una “identità chiara” per il Movimento 5 Stelle, che, pur trovandosi nella stessa area politica della sinistra, vuole essere progressista e indipendente, senza limitarsi a essere un “cespuglio rosso”. Con l’intensificarsi della rivalità con Beppe Grillo e le sfide politiche interne, Conte sembra voler tracciare una linea ben definita tra il Movimento 5 Stelle e il Pd, senza compromettere la propria autonomia politica.

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Politica

Missione albanese delle forze italiane: lusso e vacanze mentre i centri sono vuoti

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ADN24

Il governo italiano ha avviato la costruzione di centri di accoglienza come parte di un progetto per trasferire i naufraghi soccorsi nelle acque italiane. Tuttavia, sia l’hotspot di Shengjin che il centro di trattenimento di Gjader, in Albania, sono rimasti vuoti, poiché i giudici del tribunale di Roma hanno bloccato il trasferimento dei migranti, ritenendo che non fosse conforme alle normative europee. Nonostante ciò, i centri rimangono operativi e le forze dell’ordine italiane sono rimaste nel paese, ospitate in hotel di lusso.

La trasmissione televisiva albanese “Piranjat”, un programma simile a “Le Iene”, ha documentato la situazione con un’inchiesta, mostrando come gli agenti italiani, di stanza a Gjader, non sembrassero impegnati in una missione ufficiale, ma piuttosto a godersi una sorta di “vacanza” a spese dello stato italiano. Alcuni agenti hanno raccontato di gite turistiche a Scutari, Durazzo e Tirana, di tempo passato in sauna e di serate in discoteca, con il governo italiano che si fa carico dei costi.

Il racconto emerso da questa indagine solleva interrogativi sull’efficienza e sulla gestione dei fondi pubblici, poiché i centri sono stati allestiti per accogliere migranti, ma sono rimasti vuoti, mentre le risorse vengono spese per il soggiorno delle forze dell’ordine. Alcuni degli agenti intervistati hanno espresso frustrazione per la situazione, lamentando la “perdita di soldi”, poiché i centri sono inutilizzati.

Questa vicenda ha attirato l’attenzione sull’utilizzo dei fondi pubblici, sollevando critiche soprattutto nei confronti della gestione delle missioni internazionali e dei centri di accoglienza, evidenziando un contrasto tra gli scopi ufficiali e la realtà sul campo.

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