Politica
Missione albanese delle forze italiane: lusso e vacanze mentre i centri sono vuoti
Il governo italiano ha avviato la costruzione di centri di accoglienza come parte di un progetto per trasferire i naufraghi soccorsi nelle acque italiane. Tuttavia, sia l’hotspot di Shengjin che il centro di trattenimento di Gjader, in Albania, sono rimasti vuoti, poiché i giudici del tribunale di Roma hanno bloccato il trasferimento dei migranti, ritenendo che non fosse conforme alle normative europee. Nonostante ciò, i centri rimangono operativi e le forze dell’ordine italiane sono rimaste nel paese, ospitate in hotel di lusso.
La trasmissione televisiva albanese “Piranjat”, un programma simile a “Le Iene”, ha documentato la situazione con un’inchiesta, mostrando come gli agenti italiani, di stanza a Gjader, non sembrassero impegnati in una missione ufficiale, ma piuttosto a godersi una sorta di “vacanza” a spese dello stato italiano. Alcuni agenti hanno raccontato di gite turistiche a Scutari, Durazzo e Tirana, di tempo passato in sauna e di serate in discoteca, con il governo italiano che si fa carico dei costi.
Il racconto emerso da questa indagine solleva interrogativi sull’efficienza e sulla gestione dei fondi pubblici, poiché i centri sono stati allestiti per accogliere migranti, ma sono rimasti vuoti, mentre le risorse vengono spese per il soggiorno delle forze dell’ordine. Alcuni degli agenti intervistati hanno espresso frustrazione per la situazione, lamentando la “perdita di soldi”, poiché i centri sono inutilizzati.
Questa vicenda ha attirato l’attenzione sull’utilizzo dei fondi pubblici, sollevando critiche soprattutto nei confronti della gestione delle missioni internazionali e dei centri di accoglienza, evidenziando un contrasto tra gli scopi ufficiali e la realtà sul campo.
Politica
Nordio chiede revoca arresto del cittadino iraniano Abedini
“Il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedininajafabadi Mohammad”. Lo rende noto il ministero della Giustizia, sottolineando in una nota che, “in forza dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana, possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente. La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l’Ieepa’ non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”, conclude la nota.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Politica
Renzi “Meloni bravissima influencer ma non risolve i problemi”
“La presidente del Consiglio è bravissima a comunicare, però non sta risolvendo nemmeno un problema della vita quotidiana degli italiani: le bollette del gas aumentano, le multe con l’aumento che ha fatto Salvini impattano sul bilancio delle famiglie. Gli stipendi non crescono. I trasporti, pendolari e lunga percorrenza, sono fermi. Io ritengo Giorgia Meloni una bravissima influencer, e anche per questo le dedicheremo un 2025 non solo di critiche ma di proposte alternative”. Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a margine di “Next”, l’iniziativa che si svolge a Firenze in occasione del suo 50esimo compleanno.
Per Renzi “in questo momento la presidente del Cons ha un consenso fortissimo perchè appare tutti i giorni sui quotidiani come quella che dice sempre la cosa che la gente si vuole far sentire dire, ma poi nella quotidianità mancano le risposte”.
A chi gli chiede se voglia “rottamare” Meloni, l’ex premier risponde così: “E’ più giovane di me per cui non potrei mai. Il mio obiettivo per i 50 anni intanto è dire grazie, io sono un uomo felice, e poi cercare di dare un’alternativa. Molti italiani vogliono bene a Giorgia Meloni, poi c’è una oparte di italiani che dice che lei non è capace. Io penso che sia arrivato il momento di dare una svolta”.
Secondo Renzi “si apre la fase in cui il centro farà la differenza, il centro che farà vincere il centrosinistra”.
“Oggi è un giorno di festa per me, ma è anche il giorno nel quale cerchiamo di parlare del futuro del Paese – aggiunge -. Ci sembra che si parli di tante questioni di cui ai cittadini non interessa, poi ci sono i treni bloccati, gli stipendi bloccati e le liste d’attesa bloccate. Da Firenze proviamo a rilanciare un messaggio non per guardare a quello che è successo negli ultimi 50 anni ma per parlare di futuro”.
– Foto Agenzia Fotogramma –
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Politica
“Giorgia, salveremmo anche te”: la provocatoria campagna di Open Arms sui migranti
Open Arms ha lanciato una nuova campagna destinata a suscitare un intenso dibattito, trasformando i leader mondiali, inclusa la premier italiana Giorgia Meloni, in migranti naufraghi attraverso immagini generate dall’intelligenza artificiale. Tra i volti noti presenti nella campagna compaiono Donald Trump, Ursula von der Leyen, Marine Le Pen, Viktor Orban, Matteo Salvini, e persino Elon Musk. Tutti sono raffigurati in mare, indossando giubbotti di salvataggio, con la didascalia: “Salveremmo anche te. Quando una vita è in pericolo in mare, la salviamo”.
Con questa iniziativa, Open Arms intende trasmettere un messaggio chiaro: l’importanza di salvare ogni vita in pericolo, indipendentemente dall’identità o dal ruolo della persona coinvolta. Il messaggio accompagna ogni immagine, sottolineando la missione umanitaria dell’organizzazione di soccorso.
Particolarmente significativa è l’immagine di Giorgia Meloni, accompagnata dalla didascalia: “Hai creato centri di detenzione per migranti in Albania, ma sai una cosa? Noi siamo soccorritori e se la tua vita fosse in pericolo non esiteremmo a rischiare la nostra per salvare la tua”. Questo riferimento ai centri di detenzione per migranti in Albania, fortemente voluti dal governo Meloni, rappresenta una critica alle politiche migratorie italiane.
La campagna include anche un video che mette in evidenza Matteo Salvini, ribadendo il messaggio di solidarietà e il dovere umanitario di salvare vite umane, indipendentemente dalle politiche adottate dai leader coinvolti.
La campagna di Open Arms è destinata a suscitare reazioni forti, sia di sostegno sia di critica, mettendo al centro del dibattito pubblico il tema del soccorso in mare e delle politiche migratorie europee. Il messaggio provocatorio punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a stimolare una riflessione sulle conseguenze umane delle decisioni politiche in materia di immigrazione e accoglienza.
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