Tecnologia
L’app di Google Messaggi svelerà l’identità degli sconosciuti
Google sta sviluppando un aggiornamento per l’app Messaggi che potrebbe rivoluzionare il modo in cui gestiamo gli SMS da numeri sconosciuti. Questa nuova funzionalità, attualmente in fase di sviluppo, rivelerà il nome del mittente direttamente nella notifica quando si riceve un messaggio, anche se il numero non è salvato nella rubrica.
In pratica, se il numero sconosciuto è associato a un account Google, l’app Messaggi sarà in grado di identificare il mittente e visualizzarne il nome nella notifica push, semplificando così la gestione dei messaggi provenienti da mittenti non salvati tra i contatti.
La scoperta di questa nuova funzione è stata fatta da Android Authority, che ha analizzato l’ultima versione beta di Messaggi di Google.
Perché questa funzione funzioni correttamente, è necessario che il mittente abbia attivato il rilevamento del profilo. Attualmente, questa impostazione può essere attivata o disattivata solo tramite l’accesso all’account Google via web. Anche se esiste una pagina di supporto che spiega i passaggi necessari per farlo attraverso Messaggi di Google, l’opzione non è ancora operativa poiché l’azienda sta ancora lavorando per aggiungerla.
Nell’ultima versione beta, l’impostazione è presente ma nascosta per impostazione predefinita e non è possibile attivarla modificando l’APK.
Sebbene alcuni utenti beta abbiano avuto accesso a una funzione simile in precedenza, la novità di questo aggiornamento sta nel fatto che ora i nomi saranno mostrati direttamente nelle notifiche dei messaggi, semplificando ulteriormente l’identificazione dei mittenti sconosciuti.
Questo aggiornamento di Google Messaggi offrirà agli utenti una maggiore trasparenza quando ricevono messaggi da numeri sconosciuti non salvati nella rubrica, consentendo loro di identificare più facilmente i mittenti. Resta da vedere quando e se questa funzionalità verrà effettivamente implementata, ma le premesse sono promettenti per migliorare l’esperienza utente e la sicurezza nelle conversazioni.
Tecnologia
La moto elettrica auto-bilanciante di lit motors che rivoluziona la mobilità urbana
La mobilità sostenibile sta prendendo sempre più piede, e una delle ultime innovazioni in questo settore è la Auto-Balance Electric Vehicle (AEV) di Lit Motors. Questo veicolo futuristico, che ricorda una moto ma con la sicurezza e la protezione di un’auto, sta facendo parlare di sé per le sue caratteristiche avanzate e il design innovativo. La start-up americana Lit Motors, fondata nel 2010 da Daniel Kim, sta cercando di trasformare il concetto di trasporto urbano, mettendo a punto una moto elettrica che si bilancia automaticamente grazie a un sistema di giroscopi, rendendo l’AEV stabile anche a velocità elevate.
Un design innovativo per la città
L’AEV è stata progettata per rispondere alle esigenze della mobilità urbana. Con il suo design chiuso e aerodinamico, non solo rappresenta un’alternativa più agile alle auto tradizionali, ma anche una soluzione ideale per chi si sposta da solo in città. Il sistema di auto-bilanciamento, grazie ai giroscopi, consente alla moto di rimanere in verticale anche quando si affrontano curve strette, garantendo una guida sicura e controllata, senza il rischio di perdere l’equilibrio tipico delle motociclette tradizionali.
Autonomia e sicurezza
L’AEV non è solo sicura da guidare, ma offre anche una ricarica rapida, con un tempo di soli cinque minuti per una ricarica parziale tramite un caricatore Tesla, o sei ore per una ricarica completa utilizzando una presa standard. Con un’autonomia di circa 170 miglia per carica, è un’opzione vantaggiosa per chi ha bisogno di spostarsi in città senza preoccuparsi della ricarica costante. Inoltre, per aumentare la sicurezza, il veicolo è dotato di airbag anteriori e laterali, ed è stato progettato per rispettare gli elevati standard di sicurezza europei, inclusi quelli relativi agli impatti laterali e frontali.
Sostenibilità e impatto ambientale
La sostenibilità è al centro di questo progetto: rispetto ai veicoli elettrici tradizionali, l’AEV utilizza solo una frazione dei componenti e una quantità ridotta di litio, rendendola fino all’80% più efficiente rispetto a un’auto elettrica standard. Con un peso inferiore ai 1.000 kg, l’AEV è una delle soluzioni più pratiche e sostenibili per la mobilità urbana del futuro. Lit Motors ha ambizioni molto chiare in questo senso: produrre un milione di unità l’anno, cercando di ridurre drasticamente i tempi di produzione rispetto a realtà come Tesla.
Un veicolo pratico per l’uso quotidiano
L’AEV non è solo ecologica e sicura, ma è anche progettata per facilitare la vita in città. Con porte ad ala di gabbiano, questa moto elettrica può essere parcheggiata facilmente, persino negli spazi più piccoli, riuscendo a parcheggiare quattro veicoli in un singolo posto auto. Quando parcheggiata, l’AEV si mantiene in verticale grazie a un sistema di supporto, ottimizzando gli spazi urbani.
Il crowdfunding per finanziare il progetto
Per realizzare questo ambizioso progetto, Lit Motors ha avviato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma WeFunder. Con oltre 1,1 milioni di dollari già raccolti, l’interesse per questo innovativo veicolo è evidente. Chi desidera partecipare alla realizzazione di questo progetto può effettuare un pre-ordine, con un pagamento iniziale di 250 dollari, e ricevere una moto elettrica auto-bilanciante al prezzo di circa 32.000 dollari (circa 30.000 euro), con la possibilità di ricevere un numero di serie univoco e una T-shirt in omaggio.
Conclusioni
Lit Motors sta portando avanti un’idea che potrebbe rivoluzionare la mobilità urbana, mettendo a disposizione un veicolo elettrico sicuro, ecologico e pratico per chi si sposta in città. Con la sua capacità di rispondere alle esigenze di un trasporto sostenibile, la moto auto-bilanciante AEV potrebbe rappresentare una delle soluzioni più promettenti per le sfide della mobilità del futuro.
Tecnologia
L’alleanza necessaria tra Agritech e intelligenza collettiva
L’evoluzione del settore agroalimentare verso un modello più sostenibile e resiliente non può essere vista come un processo unidimensionale, guidato esclusivamente dalle tecnologie avanzate. Sebbene l’intelligenza artificiale e le innovazioni digitali giochino un ruolo cruciale, è altrettanto importante riconoscere il valore della cooperazione tra diverse forme di intelligenza: quella umana, biologica e ambientale. Questo approccio integrato è al centro della proposta del FoodSystem 5.0, un nuovo paradigma che supera i limiti della “quarta rivoluzione industriale” per abbracciare una visione olistica e sostenibile dell’agricoltura.
Un modello olistico per il futuro agroalimentare
Le sfide globali, come il cambiamento climatico e la crescente disuguaglianza sociale, richiedono risposte più complesse e sistemiche. L’approccio tradizionale all’innovazione tecnologica, che spesso vede la tecnologia come un fine in sé, non è più sufficiente. Nel contesto agroalimentare, le soluzioni non devono solo automatizzare e ottimizzare la produzione, ma devono integrarsi con la conoscenza locale e il rispetto per gli equilibri ecologici. In questo scenario, l’intelligenza artificiale diventa uno strumento che, pur essendo potente, deve operare in sinergia con l’intelligenza delle comunità, la biodiversità e i cicli naturali del territorio.
La cooperazione al posto della competizione
Per affrontare le sfide globali, il futuro del settore agroalimentare dipende dalla collaborazione tra vari attori: piccole e grandi imprese, settore pubblico e privato, ricercatori e start-up. È necessario un modello che favorisca la cooperazione piuttosto che la competizione, simile a come funziona un ecosistema naturale dove la diversità di elementi e approcci permette una maggiore resilienza. Questo principio si applica anche alla Politica Agricola Comune (PAC), che deve evolversi per sostenere pratiche agricole non solo sostenibili, ma rigenerative, capaci di ripristinare e valorizzare le risorse naturali.
Rinnovare il rapporto con il territorio e le comunità
Il modello di innovazione proposto non si basa sulle tecnologie come strumento di sfruttamento delle risorse, ma come mezzo per migliorare la qualità della vita e favorire una maggiore connessione tra gli attori locali e il loro ambiente. L’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale deve essere integrata in un processo di cambiamento culturale che promuova una visione più equilibrata e rispettosa dell’ambiente e delle persone. In questo modo, il cibo diventa non solo un bene essenziale per la salute, ma anche un driver di trasformazione sociale e ambientale.
Conclusione: un futuro condiviso
Il futuro del sistema agroalimentare, quindi, non sarà definito da singole innovazioni o da grandi aziende, ma da una collaborazione collettiva. Ogni attore del sistema, con il proprio ruolo specifico, contribuirà a costruire un ecosistema alimentare che sia davvero sostenibile, giusto e resiliente. Solo attraverso un approccio che abbraccia la diversità e la cooperazione, e che integra la tecnologia con la saggezza locale, sarà possibile rispondere efficacemente alle sfide globali del nostro tempo.
Tecnologia
Condivisione del valore strategico e adeguamento dell’organizzazione: priorità e vincoli per l’AI in azienda
L’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando rapidamente il panorama aziendale, ma la sua adozione deve essere vista non solo come una questione tecnologica, ma come un valore strategico. Questo approccio integrato è emerso dalle recenti discussioni durante gli Stati generali della sostenibilità digitale, un incontro che ha riunito i C-Level delle 150 principali imprese italiane per riflettere sulle sfide e le opportunità dell’AI in un contesto di sostenibilità.
Uno dei concetti chiave emersi durante l’evento riguarda l’importanza di un approccio condiviso all’interno del management delle aziende. Con un punteggio di 4,4 su 5, i partecipanti hanno sottolineato la necessità di una visione comune dell’AI, che vada oltre l’aspetto tecnico per abbracciare la sua capacità di influire in modo positivo e duraturo su tutti gli aspetti dell’impresa. Questo implica che l’adozione dell’AI non deve essere lasciata solo ai team IT, ma deve coinvolgere tutte le funzioni aziendali in modo integrato, in modo che l’AI diventi un pilastro per lo sviluppo di soluzioni sostenibili, in linea con le priorità aziendali.
In particolare, tra le priorità strategiche, si evidenzia l’importanza di un coordinamento efficace tra le diverse aree aziendali per favorire un’adozione olistica dell’AI. I manager devono essere in grado di promuovere processi virtuosi che integrino le potenzialità tecniche dell’AI con le sue ricadute sociali, economiche ed ambientali. Un altro aspetto cruciale riguarda la definizione di politiche aziendali che siano in linea con le normative e i principi di sostenibilità, come l’AI Act, per garantire un uso responsabile e in sintonia con gli obiettivi strategici.
Un altro tema centrale discusso è il rapporto con le grandi aziende tecnologiche, i cosiddetti Big Tech. Le imprese italiane devono imparare a costruire relazioni strategiche con questi giganti tecnologici, puntando su soluzioni AI che riflettano i valori aziendali e culturali, in coerenza con il Manifesto per la sostenibilità digitale dell’AI. In questo contesto, i partecipanti hanno evidenziato anche la necessità di creare figure specializzate, come il Chief Artificial Intelligence Officer (CAIO), che possieda le competenze necessarie per coordinare le varie aree aziendali coinvolte nell’adozione dell’AI.
Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie non è priva di sfide. I leader aziendali hanno messo in evidenza la difficoltà di reperire competenze specialistiche, la necessità di definire un’organizzazione chiara con ruoli ben attribuiti, e l’importanza di avere dati di alta qualità e ben gestiti. L’utilizzo dell’AI, infatti, dipende fortemente dalla qualità dei dati su cui viene applicata, rendendo fondamentale una gestione accurata e sicura delle informazioni.
Le preoccupazioni relative alla sostenibilità ambientale ed etica sono emerse come temi centrali nella riflessione. È fondamentale che le aziende promuovano un ciclo di vita sostenibile delle tecnologie AI, definendo criteri di valutazione per misurare l’impatto ambientale e adottando pratiche che minimizzino i danni ecologici. Questo approccio deve diventare parte integrante della cultura aziendale, coinvolgendo non solo i dirigenti ma anche tutti i livelli aziendali.
In conclusione, per un’adozione efficace e sostenibile dell’AI, le aziende devono superare diverse sfide organizzative e culturali, concentrandosi sulla gestione dei dati, sull’integrazione interfunzionale e sull’impegno verso la sostenibilità. Solo con un approccio condiviso e strategico sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale, trasformandola in una risorsa cruciale per il futuro delle imprese.
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