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Cronaca

Milano | Incendio nel carcere minorile Beccaria: nessun ferito e cause ancora da chiarire

Durante la notte, un incendio è divampato nel carcere minorile Beccaria di Milano, fortunatamente senza causare feriti. Secondo quanto riportato dai vigili del fuoco, le fiamme hanno avuto origine da una cella al secondo piano, coinvolgendo anche altre tre celle sullo stesso livello. Fortunatamente, l’incendio è stato prontamente domato e nessuno è rimasto coinvolto.

Le operazioni di spegnimento sono state complesse e hanno richiesto circa tre ore di lavoro. Attualmente, sono in corso indagini per determinare le cause dell’incendio. L’evento è avvenuto intorno alle 2 del mattino, e parte dei detenuti è stata temporaneamente evacuata per motivi di sicurezza. Le quattro squadre di vigili hanno concluso le operazioni intorno alle 5.

Il carcere Beccaria di Milano è da tempo oggetto di attenzione per le segnalazioni di soprusi ai danni dei detenuti. In passato, sono state avviate indagini che hanno portato anche all’arresto di agenti della Polizia penitenziaria. Inoltre, nel Natale del 2022, il carcere è stato teatro di un’evasione, durante la quale sette detenuti sono fuggiti, ma fortunatamente sono stati tutti recuperati o catturati.

Cronaca

Gioia Tauro (RC), sequestrati 417 kg di cocaina nel porto

In una nuova operazione ad alto impatto, la Guardia di Finanza ha sequestrato 417 chilogrammi di cocaina occultati all’interno di un container al porto di Gioia Tauro, valorizzati sul mercato intorno ai 67 milioni di euro.

Durante un controllo notturno, gli investigatori hanno notato alcuni container collocati in un’area appartata, uno dei quali visibilmente danneggiato. All’interno sono state trovate 16 sacche contenenti 385 panetti di stupefacente, per un totale di 417 kg . Il sequestro è stato convalidato dalla Procura della Repubblica di Palmi, guidata dal procuratore capo Emanuele Crescenti .


Un colpo ai narcos della ‘Ndrangheta

Il porto di Gioia Tauro è uno snodo strategico per il traffico internazionale di cocaina, con la ‘Ndrangheta che esercita un’influenza storica sulle attività portuali . L’operazione conferma la crescente efficacia dei controlli: si tratta del terzo maxi sequestro dall’inizio dell’anno — finora oltre 2,740 kg di stupefacente intercettati .


Valore e impatto dell’operazione

  • Quantità: 417 kg di cocaina suddivisi in 385 panetti.
  • Valore stimato: circa 67 milioni di euro.
  • Danneggiate le rotte dei trafficanti internazionali, con un duro colpo alle organizzazioni mafiose.
  • Collaborazione tra intelligence, Guardia di Finanza e Dogane: un lavoro congiunto che sta intensificando i controlli e le ispezioni.

Il porto nello sguardo delle autorità

Il porto di Gioia Tauro, il più grande terminal europeo per container, è da sempre nel mirino delle forze dell’ordine. Nonostante l’avvio del programma «Megaport» nel 2003, che ha rafforzato controlli e sicurezza con la partecipazione statunitense, l’infiltrazione delle cosche resta un fenomeno persistente.


Prospettive future e misure anticrimine

  • Aumento dei controlli: intensificazione di verifiche su container sospetti, sezioni isolate e operazioni notturne.
  • Tecnologia e formazione: analisi via scanner, supporto informativo e intelligence internazionale.
  • Cooperazione interforze: Guardia di Finanza, Polizia, Dogane e Procura collaborano per smantellare reti criminali complesse.
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Cronaca

Roma, operazione “Anemone”: 28 arresti a ‘ndrangheta e clan albanesi

Una vasta indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha portato all’operazione “Anemone”, che ha smantellato un’organizzazione di stampo ‘ndranghetista operativa nella Capitale, in alleanza con un gruppo criminale albanese. Sono state eseguite 28 misure cautelari in carcere, su ordine del Tribunale di Roma, da parte dei Carabinieri del ROS e comandi provinciali. 


Il vertice: un boss calabrese a San Basilio

A capo dell’organizzazione c’è un 57enne calabrese, già condannato per ‘ndrangheta e ritenuto elemento apicale della locale di Volpiano (TO), collegata alla cosca Platì (RC). Trasferitosi a Roma nei primi anni 2000, ha consolidato il controllo su San Basilio, coadiuvato dai tre figli. 


Alleanza con clan albanesi e logistica internazionale

Il gruppo ha stretto una stabile alleanza con criminali albanesi; questi fungevano da broker logistici per l’estrazione e il trasporto delle partite di cocaina, importate tramite porti come quelli spagnoli, Rotterdam e Gioia Tauro.


Flussi di droga: Sudamerica–Europa–Roma

Secondo le indagini, la cocaina arrivava dal Sudamerica via container, transitava per porti europei e veniva poi distribuita al dettaglio nella capitale. In totale, sono stati contestati oltre 80 capi d’imputazione per traffico di più di 1 tonnellata di cocaina e 1.497 kg di hashish


Tortura e metodo mafioso

Emersi anche gravi episodi di tortura aggravata dal metodo mafioso, rivolti contro un pusher “colpevole” di sottrarre stupefacente al clan. Quattro indagati avrebbero registrato le sevizie con un telefonino per diffondere paura e omertà.


Comunicazioni criptate e latitanti

Il gruppo utilizzava sistemi criptofonici per conversazioni sicure, gestiti da un 46enne albanese. Le autorità spagnole, su input del ROS, hanno catturato 5 latitanti collegati alla rete. 


Impatto e contesti

  • Contesto: L’Operazione Anemone rappresenta uno dei più significativi colpi alla ‘ndrangheta e ai clan albanesi operanti insieme a Roma, con ramificazioni in diverse province italiane. 
  • Cooperazione internazionale: fondamentale nel rintracciare i latitanti e bloccare i canali di rifornimento.

Prossime mosse e scenari

  • Avvio delle fasi processuali con possibili condanne per associazione mafiosa, traffico internazionale di stupefacenti, torture e porto illegale di armi.
  • Analisi delle comunicazioni criptate per ricostruire i vertici della rete e la catena di comando.
  • Coordinamento internazionale tra Italia e Spagna per colpire le basi logistiche del narcotraffico.
  • Possibile replicazione del modello Anemone in altre città dove clan calabresi e albanesi collaborano.

L’operazione “Anemone” descrive un quadro inquietante: le mafie tradizionali si fondono con organizzazioni straniere, utilizzando sofisticate logistiche e tecnologie. Le 28 ordinanze e i sequestri effettuati rappresentano un messaggio chiaro: lo Stato è pronto a intervenire con forza, coordinamento e innovazione investigativa per contrastare reti criminali complesse.

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Cronaca

Lamezia Terme (CZ): sequestrati oltre 8 kg di marijuana, arrestato un uomo

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Catanzaro, con l’intento di contrastare il traffico di stupefacenti lungo l’autostrada A2, ha scoperto un carico di più di 8 chilogrammi di marijuananascosti nel bagagliaio di un’auto diretta verso sud. Il materiale era confezionato in otto pacchi sottovuoto nel vano posteriore del veicolo .

Durante il controllo all’altezza dello svincolo di Lamezia Terme, è stato impiegato il cane antidroga Ulisse, che con il suo fiuto ha indirizzato i finanzieri verso il carico sospetto . Al volante c’era un uomo originario della provincia di Vibo Valentia, fermato in flagranza e immediatamente posto agli arresti domiciliarisu ordine dell’Autorità Giudiziaria . È stato inoltre sequestrato il suo telefono cellulare assieme allo stupefacente .

Dettagli dell’operazione

  • Attività svolta: servizio di controllo economico-finanziario con posti di blocco istituiti dalla GdF.
  • Ruolo del cane antidroga: l’unità cinofila “Ulisse” ha segnalato in modo chiaro la presenza della droga nel bagagliaio.
  • Quantità: 8 confezioni sottovuoto contenenti marijuana per un totale di oltre 8 kg.

Implicazioni e contesto

L’arresto e il sequestro fanno parte di un’azione più ampia volta a contrastare i traffici illecito nella provincia di Catanzaro, una zona storicamente interessata da insediamenti ed attività della ‘Ndrangheta . In particolare, Lamezia Terme è spesso teatro di operazioni antidroga grazie alla presenza di importanti rotte internazionali e infrastrutture critiche come l’autostrada A2 e l’aeroporto locale.

Questo episodio conferma il ruolo strategico del coordinamento tra Guardia di Finanza, comandi provinciali e unità cinofile specializzate: una risposta efficace per intercettare corrieri della droga e intercettare carichi diretti al mercato locale o verso territori più estesi.


Cosa succede adesso

  • L’uomo arrestato è attualmente ai domiciliari, in attesa dei prossimi atti giudiziari.
  • La sostanza sequestrata sarà analizzata per la purezza e le tracce, per definire con precisione il suo percorso.
  • Proseguiranno i servizi mirati di controllo lungo le principali vie di comunicazione, coinvolgendo supporti tecnici, scanner e altre unità cinofile.
  • Le forze dell’ordine intensificheranno la cooperazione con tutela del territorio, fondamentale in una regione dove il fenomeno mafioso trova terreno fertile.

  1. Arrestato un uomo di Vibo Valentia fermato a Lamezia Terme con oltre 8 kg di marijuana.
  2. Il sequestro è avvenuto grazie al fiuto del cane antidroga “Ulisse”.
  3. Operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro lungo l’A2.
  4. Il carico era nascosto in confezioni sottovuoto all’interno del bagagliaio.
  5. L’arrestato è ora ai domiciliari, mentre la droga è in fase di analisi.

L’azione congiunta tra unità specializzate e controlli su strada conferma l’attenzione delle autorità nel contrasto ai traffici illeciti in Calabria. Rimango a disposizione per approfondire aspetti come le tecniche d’intercettazione, il ruolo delle unità cinofile o i precedenti giudiziari in termini di traffico di stupefacenti nella provincia.

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