Tecnologia
Torna il Govtech Forum, a Milano gli esperti mondiali per la trasformazione digitale
Prende il via il 13 marzo a Milano il GovTech Forum 25 – Rethink, la seconda edizione della convention italiana dedicata ai temi sviluppo dell’ecosistema nazionale e internazionale dell’innovazione pubblica. La manifestazione, organizzata da Feel, è patrocinata da Comune di Milano, Regione Lombardia, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Assemblea Parlamentare del Mediterraneo e Anitec-Assinform.
Per due giorni, negli spazi di Milano Luiss Hub, riunirà oltre 200 esperti e rappresentanti istituzionali da tutto il mondo sui temi dell’innovazione aperta e della trasformazione digitale nelle politiche pubbliche e nei servizi di pubblica utilità. Tra le voci più autorevoli: Sir Geoff Mulgan, esperto di innovazione nei servizi pubblici, ex Chief Executive di Nesta e responsabile della strategia dei governi Blair; Stephen Goldsmith, docente presso la Harvard Kennedy School e direttore del Bloomberg Center for Cities’ Data-Smart City Solutions; Talla Kebe, membro della task force sulla digitalizzazione e innovazione dell’Africa delle Nazioni Unite.
Il programma prevede nove tavoli di lavoro dedicati alle politiche pubbliche GovTech, che spaziano dal mercato unico europeo alla crescita del Mediterraneo e dei Paesi in via di sviluppo, dai servizi pubblici inclusivi e governi efficaci nell’era dell’IA all’innovazione aperta nel settore pubblico, fino agli ecosistemi digitali urbani, economie locali e alle economie locali tra turismo e made in Italy.
Obiettivo di GovTech Forum è passare dalla fase di ‘scoperta e validazione’ a macchia di leopardo del GovTech italiano ed europeo ad una adozione coordinata e massiva attraverso policy workshop, panel con esperti globali e un confronto diretto tra istituzioni, aziende ed innovatori. Questa edizione del Forum contribuirà a delineare un’agenda condivisa per una trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione aperta, interoperabile, scalabile e orientata allo sviluppo economico, sociale e ambientale dell’Europa e del Mediterraneo.
“In un contesto geopolitico ed economico in profonda e vorticosa trasformazione, in cui i tradizionali punti di riferimento si ridefiniscono, l’Europa non può limitarsi al ruolo di regolatore interno e spettatore della corsa verso l’innovazione di Stati Uniti e Cina. È necessario che assuma un ruolo maggiormente attivo e strategico nella trasformazione digitale del settore pubblico, sia come abilitatore dei singoli Stati nazionali che come market shaper a livello unitario, rafforzandosi come hub per l’innovazione aperta e lo sviluppo tecnologico – ha commentato Marcello Coppa, CEO e fondatore di Feel.
“Le grandi città – ha sottolineato Layla Pavone, coordinatrice del Board per l’Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale del Comune di Milano – sono le prime interpreti delle opportunità che l’innovazione offre per uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Strategie e strumenti di governance orientati a migliorare spazi e servizi pubblici, sono già in campo e ci spingono a sostenere iniziative come il Govtech Forum, un’opportunità unica per scambiare idee, costruire collaborazioni e partecipare a uno sforzo collettivo che, solo riunendo tutti i livelli istituzionali, il pubblico e il privato, può ancorare la tecnologia al servizio del bene comune”.
“Negli Stati Uniti, il Defense Innovation Unit (DIU) e il modello DoD (Department of Defense) hanno favorito l’adozione di tecnologie avanzate tramite procurement militare e mission-oriented policies. In parallelo, il DOGE sta promuovendo una radicale riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi federali. L’Europa deve sviluppare un modello di innovazione pubblica proprio, che non sia una semplice replica delle strategie d’oltreoceano”, afferma Andrea Landini, Head of Platforms e fondatore di Feel.
La manifestazione sarà aperta domani alle 14 con gli interventi di Layla Pavone e Marcello Coppa. È realizzata con il supporto di Mastercard, PagoPA e Apolitical. Negli ultimi anni l’Italia ha vissuto un’accelerazione della trasformazione digitale in una molteplicità di servizi pubblici, quelli del territorio (tipologie e modalità di servizi di trasporti, prenotazioni, fascicolo sanitario, gestione dei rifiuti e delle acque, sistemi di sicurezzaà) e quelli centrali (identità digitale, sistemi di pagamento pubblicià). È l’effetto della messa a terra degli investimenti Next Gen EU (PNRR) e non solo.
La ricerca di Feel, condotta con il supporto di Bilendi, dà indicazioni sul vissuto, le percezioni e le aspettative degli italiani. Secondo la Banca Mondiale, l’Italia ha raggiunto uno dei livelli di maturità più avanzati nel GovTech. Tuttavia, il 53% degli Italiani ritiene erroneamente che il nostro Paese abbia sviluppato infrastrutture e servizi pubblici digitali a livelli inferiori o molto inferiori agli altri Paesi occidentali. Sono più consapevoli coloro che hanno una esperienza internazionale.
“Gli Italiani devono sapere, essere informati meglio. Bisogna superare un senso di inferiorità rispetto all’innovazione del Paese. Aumentare l’immagine di innovazione del brand Italia, può essere motivo di orgoglio nazionale, avrebbe ricadute materiali a beneficio della capacità di trattenere i talenti, di attrarre investimenti ed imprese innovative”, commenta Simone De Battisti, Head of Insights e fondatore di Feel.
L’innovazione e la digitalizzazione dei servizi pubblici portano efficienza ed accessibilità dei servizi per il 77% degli italiani; mentre per il 59% comportano un senso di sorveglianza e controllo da parte dello Stato o del sistema pubblico. Il 23% degli italiani è entusiasta della trasformazione digitale dei servizi pubblici – considerano gli aspetti positivi preponderanti rispetto al rischio di sorveglianza – questa posizione è più diffusa nel nord del Paese, tra i giovani e gli adulti (fino a 39 anni), tra i più istruiti e tra coloro che vivono in zone ad alta urbanizzazione.
Di converso, il 22% è preoccupato considerano il rischio di sorveglianza superiore ai benefici – questa posizione è più diffusa nel nord est del Paese, tra i più senior (oltre 50 anni) e con livelli di istruzione medio bassi. È positiva l’aspettativa generale verso una (ulteriore) maggiore trasformazione digitale ed innovazione del sistema pubblico perché può contribuire positivamente a migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche (61%) – in particolare nella sanità e nell’istruzione; una maggiore crescita economica per tutti (56%) – in particolare supportando la crescita delle imprese, migliorando la trasparenza ed una migliore distribuzione del valore tra lavoratori e cittadini; la democrazia (48%) – in particolare nella qualità dell’informazione e delle procedure di voto.
La seconda sfida è accompagnare al cambiamento le persone, soprattutto quelle meno istruite, capaci, in là negli anni. Il digital divide è in primis nelle capacità delle persone. Non sono le tecnologie o le sole competenze tecniche l’oggetto del problema, quanto le capacità di comprendere ed usare consapevolmente. L’indagine campionaria è composta da 800 interviste, rappresentativa della popolazione maggiorenne residente in Italia per età, genere, regione realizzata dal 4 al 7 marzo 2025 (rilevazione tramite panel web Bilendi. Margine di errore +/- 3.5%, al 95% di probabilità).
– foto IPA Agency –
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Innovazione, Barachini “Con l’intelligenza artificiale serve un approccio antropocentrico”
“L’intelligenza artificiale è uno strumento che sta cambiando le nostre vite, cambierà le nostre vite”. Lo ha detto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, a Napoli, a margine di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia.
“Ci saranno – ha proseguito Barachini – sviluppi positivi in moltissimi ambiti scientifici. Da un punto di vista editoriale e informativo, è sicuramente un’innovazione da regolare perché può indurre una modifica sostanziale del lavoro umano e anche, in qualche modo, una sostituzione. Quindi, bisogna cercare di far sì che questo strumento di innovazione aumenti le capacità distributive, anche le capacità di ricerca in un ambito editoriale, ma non sostituisca quella straordinaria esperienza, quella competenza, quel lavoro umano e quella responsabilità umana che deve sempre essere al centro del lavoro di chi fa informazione e giornalismo. L’uomo – ha concluso – deve essere al centro del nostro approccio di visione dell’utilizzo dell’Ai, è un approccio antropocentrico che ponga la responsabilità umana, la faccia di chi produce l’informazione e la sua responsabilità al centro del processo”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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La Trasformazione Digitale degli Smart Plant: Efficienza, Sostenibilità e Competitività nell’Industria Manifatturiera
La trasformazione digitale sta rivoluzionando l’industria manifatturiera, con l’introduzione degli smart plant, impianti industriali intelligenti che, attraverso l’analisi dei dati e processi ottimizzati, permettono a macchine e operatori di prendere decisioni informate, migliorando l’efficienza e la competitività. Le fabbriche del futuro non sono più semplici luoghi di produzione, ma veri e propri ecosistemi connessi, dove l’intelligenza artificiale, l’automazione e la convergenza tra IT (Information Technology) e OT (Operational Technology) giocano un ruolo fondamentale. Questa integrazione consente un’ottimizzazione dei processi produttivi, portando vantaggi significativi anche in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro.
Nonostante i vantaggi evidenti in termini di Overall Equipment Effectiveness (OEE) e flessibilità produttiva, molte aziende incontrano difficoltà nella transizione verso gli smart plant. Tra i principali ostacoli ci sono la disponibilità dei dati, l’integrazione tra IT e OT, e la gestione del cambiamento. Tuttavia, le nuove fabbriche digitali offrono un’opportunità unica per progettare l’efficienza fin dall’inizio e diffondere i benefici della smart manufacturing su scala globale. Le aziende che affrontano con successo queste sfide possono migliorare la loro competitività, ottimizzare i processi e massimizzare i risultati economici e ambientali.
Capgemini si posiziona come partner strategico per la trasformazione digitale dell’industria, fornendo soluzioni innovative che combinano processi di gestione snelli, tecnologie modulari intelligenti, analisi avanzata dei dati e automazione. Il suo approccio è altamente flessibile, adattandosi a diversi settori industriali, dalla produzione discreta all’industria di processo, garantendo vantaggi economici e operativi a lungo termine.
La trasformazione verso gli smart plant non riguarda solo il miglioramento delle performance aziendali, ma mira ad avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Le soluzioni proposte contribuiscono alla riduzione degli sprechi, all’ottimizzazione del consumo energetico e al miglioramento delle condizioni di lavoro. L’obiettivo è creare un modello di industria intelligente che coniughi efficienza, sostenibilità e benessere dei dipendenti. “La nostra offerta dedicata agli smart plant basati sui dati mira ad abilitare la totale connettività e intercomunicazione di dispositivi operativi, processi e infrastrutture,” afferma Giulio Lanza, Presales Director di Capgemini Engineering in Italia. “L’uso analitico dei dati raccolti consente a macchine e persone di prendere decisioni intelligenti, basate sui fatti, che si trasformano in attività autonome o azioni umane, aumentando l’efficienza delle prestazioni e la centralità del cliente. Creiamo valore per i nostri clienti trasformando le loro organizzazioni e implementando soluzioni che hanno un impatto positivo sull’ambiente e sulla società, assicurando al contempo benefici finanziari a lungo termine.”
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L’Ue sospende i contatti con Huawei dopo l’indagine per corruzione
L’Unione Europea ha deciso di sospendere immediatamente tutti i contatti e gli incontri con Huawei, il colosso cinese delle telecomunicazioni, a seguito dell’apertura di un’indagine da parte della giustizia belga per sospetta corruzione legata alle attività di lobbying dell’azienda. La Commissione europea ha comunicato che tutti i dipartimenti dell’esecutivo e i team dei commissari saranno istruiti a non intrattenere ulteriori rapporti con Huawei fino a nuovo ordine.
La decisione arriva in un momento di crescente preoccupazione riguardo alle pratiche aziendali di Huawei e al suo coinvolgimento in attività di lobbying che potrebbero sollevare dubbi su potenziali conflitti di interesse e sulla sicurezza delle comunicazioni all’interno dell’Unione Europea. L’indagine in corso in Belgio sta gettando nuova luce sulle attività dell’azienda, che da tempo è al centro di controversie legate alla sicurezza delle infrastrutture di rete globali.
La sospensione dei contatti riflette una posizione di cautela da parte delle istituzioni europee, che continuano a monitorare attentamente la situazione e le implicazioni legali e geopolitiche che potrebbero derivarne.
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